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Tv e bambini, istruzioni per l'uso

di Francesca Amè - 16.04.2013 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Da che età è giusto far guardare i cartoni animati ai bambini? E per quanto tempo al giorno? Come orientarsi tra i vari programmi offerti dalla tv? Il parere di Fiorenzo Laghi, psicologo e docente alla Sapienza di Roma e di Sergio Manfio, docente all’Università di Padova, regista teatrale e televisivo

Cattiva maestra o finestra magica? L’una e l’altra, perché la tv è un mezzo. Sta a chi tiene il telecomando (noi genitori!) decidere come sfruttarlo bene. A che età è giusto o utile far vedere i cartoni animati? E per quanto tempo? Fiorenzo Laghi, psicologo e docente all’Università Sapienza di Roma, risponde: “Il problema non è tanto l'esposizione alla tv - per quanto sia vivamente sconsigliato mettere davanti a un video un neonato al di sotto di 12 mesi - ma quanto il mezzo televisivo possa trasformarsi in uno strumento che sostituisce la presenza di figure significative per il bambino”.

Tv da 1 a 2 anni: non più di 15-20 minuti al giorno

Un bimbo tra i 12 e i 24 mesi non dovrebbe stare più di 15-20 minuti al giorno davanti allo schermo a guardare i cartoni animati. I genitori italiani, pare, se la cavano piuttosto bene: "La media per i bambini che hanno più di tre anni indica due ore e mezza di permanenza media giornaliera davanti alla tv, per i più piccoli di meno: un tempo ancora accettabile", commenta l'esperto. Ma c'è anche chi dice che i bambini fino a due anni non dovrebbero guardare la tv

Tv sì o no? La domanda andrebbe riformulata: con chi?

“Quello che gli studiosi chiamano co-viewing ossia la visione dei programmi con il genitore è uno strumento prezioso, di cui spesso mamme e papà non sono consapevoli: è l'educatore che può aiutare il bambino a veicolare messaggi positivi, a decodificare quelli ambigui e soprattutto a riconoscere le insidie presenti negli spot”, spiega il dottor Laghi. Insomma, la tv va bene ma non deve diventare la tata di casa.

Guida ai programmi tv per bimbi di 1-2 anni

“I bambini di 12-24 mesi hanno difficoltà a comprendere in modo accurato le informazioni trasmesse dal video: si parla di ‘video deficit effect’ per descrivere, a livello psicologico, la difficoltà per bimbi così piccoli di decodificare cartoni e prodotti multimediali in genere”, spiega il dottor Laghi.

Grande attenzione deve essere posta nei contenuti proposti, che devono essere il più possibile aderenti alle capacità interpretative dei bimbi. “Programmi come i Teletubbies o Baby Einstein vanno in questa direzione”, spiega Sergio Manfio, docente all’Università di Padova, regista teatrale e televisivo. “L’utilizzo di colori intensi, che si muovono lentamente sullo schermo, come i Teletubbies, oppure l’uso della musica classica e della storia dell’arte nei Baby Einstein sollecitano adeguatamente i bambini piccoli e stimolano la loro partecipazione attiva”.

Via libera anche alle fiabe Disney: “Sono perfette per tutte le età, ad eccezione di Alice nel Paese delle Meraviglie che ha una storia troppo complessa e raffinata per bimbi di età prescolare”, commenta Manfio.

Guida ai programmi per bimbi tra i 2 e i 3 anni

Tra gli esempi più celebri, c’è Peppa Pig: “L’enorme successo, anche di merchandising, di questo cartone dimostra che è un prodotto ben fatto. Predilige contenuti educativi, come l’arrivo di un fratellino, il rispetto dei nonni, la necessità di mettere gli occhiali o di andare dal medico, forse è un po’ troppo didascalico”, commenta Manfio.

Diverso l’impostazione della serie dei Cuccioli, di cui lo stesso Manfio cura la regia: “Cerchiamo di costruire storie precise e lineari: i piccoli spettatori hanno bisogno di trame chiare e avvincenti, e di riferimenti culturali adatti a loro. Ad esempio, l’ironia va dosata: i bambini di quest’età non la comprendono e rischiano di mal interpretare una battuta”, spiega.

Guida ai programmi per bimbi dai 3 ai 5 anni

Qui l’offerta è talmente ricca da disorientare i genitori: le reti digitali dedicate ai bambini come quelle sul satellite propongono in genere intrattenimento di qualità con varie serie animati (in questo momento, molto in auge i My Little Pony). I cartoni andrebbero alternati alla visione di programmi pratici (ad esempio Art Attack o quelli dell’Albero Azzurro, ormai quasi solo in replica): “Nella visione di programmi come questi è fondamentale la presenza di un adulto, per poi riprodurre in seguito, insieme al bambino, l’attività vista nella puntata: una ricerca svolta nel nostro dipartimento ha evidenziato che gli stimoli derivanti da questo genere di programmi perdura nel tempo.

I bambini sono in grado di ricordare un’attività pratica molto meglio della trama di un cartoon”, conclude Fiorenzo Laghi.

 

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