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Bambini bravi in matematica, conta più la motivazione dell'IQ

di Nostrofiglio Redazione - 18.01.2013 - Scrivici

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Messaggio a genitori e insegnanti: non dite più che il bambino non capisce la matematica. Più del talento contano la motivazione e le strategie di apprendimento. Lo dice anche un recente studio americano

Volete bambini bravi in matematica? Allora impegnatevi di più a motivarli e far loro capire quanto la matematica sia importante nella vita reale. Il messaggio diretto a genitori e insegnanti arriva da uno studio recente pubblicato sulla rivista Child Development e condotto da un team dell’University of California, Los Angeles.

Motivazione e tecniche di studio efficaci, secondo i ricercatori, contano infatti di più rispetto al talento matematico.

Quanto conta il talento?

Quanto conti il talento nella matematica è una questione controversa. Alcuni studi hanno sostenuto in passato che le abilità matematiche emergono già da piccolissimi, mentre altri mostrano che la cultura gioca un ruolo importante nel formare queste abilità. Per esempio, i maschi in genere ottengono punteggi più alti rispetto alle femmine nei test standard di matematica. Ma alcuni studi sostengono che queste differenze potrebbero dipendere da ‘ansia da prestazione’ nei confronti della matematica o da influenze culturali. Inoltre ci sono indagini che mostrano come nei Paesi orientali le persone pensino che le abilità matematiche siano costruite attraverso lo sforzo e l’esercizio, mentre nei Paesi occidentali sia più importante il talento.

Per capire quale fosse il fattore più importante, il team di Kou Murayama, lo psicologo ricercatore dell’Università della California Los Angeles, ha misurato i risultati dei test IQ (dell’intelligenza) e le verifiche sulle conoscenze algebriche e geometriche di circa 3.500 bambini tedeschi della scuola primaria.

I ricercatori hanno anche sottoposto i piccoli studenti a un’indagine per misurare la loro motivazione. Una domanda per esempio era: “Investo molto tempo nello studio della matematica perché sono interessato alla materia”. I punteggi che gli studenti avevano a disposizione andavano da 1 a cinque. Inoltre l’indagine chiedeva agli studenti quanto memorizzavano le regole astratte e quanto invece applicavano “strategie di studio” che consentono loro di imparare la matematica applicandola alla vita reale.

Sul lungo termine conta di più la motivazione

All’inizio i bambini che avevano ottenuto un punteggio più alto nei test d’intelligenza avevano anche i risultati migliori in matematica. Tuttavia, nel corso degli anni di studio, è emerso che i bambini con un punteggio medio nei test di intelligenza ma motivazione più alta e migliori tecniche di studio ottenevano una performance del 13% in più nel loro corso di studio. Un miglioramento così significativo non c’era nei loro compagni inizialmente più bravi ma meno motivati.

Lo studio ha anche evidenziato che forzare i bambini a fare esercizi su esercizi ogni sera non crea dei geni matematici. Fattori esterni come l’eccessiva pressione dei genitori insomma non darebbe una spinta alle loro abilità. Quello che invece è utile a genitori e insegnanti è mostrare ai bambini come la matematica possa essere utile nella vita di tutti i giorni e aiutarli a visualizzare con esempi che conoscono. Per esempio, due cioccolatini costano 4 euro. E’ un concetto che i bambini capiscono di più rispetto all’astratto studio delle tabelline.

Leggi anche:

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