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Bambini iperattivi, una diagnosi difficile

di Maddalena Montecucco - 20.05.2009 - Scrivici

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Energici, agitati e magari anche geniali. Proprio come Valentino Rossi, il più celebre iperattivo plusdotato. Come garantirgli una crescita equilibrata? Se ne è parlato a una tavola rotonda a Pavia.

I bambini e le bambine iperattivi sono agitati e distratti. Il loro comportamento è spesso “sopra le righe”. A casa come a scuola, perdono la concentrazione, si stancano e si annoiano facilmente, soprattutto quando passano da un’attività (non completata) a un’altra: «Dispongono di molta più energia rispetto agli altri bambini – ha spiegato la professoressa Rosa Angela Fabio, psicologa e docente di psicologia generale all’Università di Messina nel corso della tavola rotonda “Iperattività e plusdotazione: quali prospettive per una crescita equilibrata?”, il 7 maggio a Pavia -. Nel loro organismo il livello di sovraeccitabilità è molto elevato. Mi piace dire che, in loro, tutto è molto intenso».

L’iperattività però non si può standardizzare. Gli esperti identificano almeno tre tipologie diverse di iperattivi: i disattenti, dove prevale il deficit di attenzione; gli impulsivi, che tendono ad essere più aggressivi; e i combinati, che presentano entrambe le caratteristiche. In realtà si tratta di una sindrome molto complessa, che colpisce più i maschi delle femmine (il tasso di incidenza è di 5 a 1), con tantissimi fattori scatenanti e spesso associata ad altri tipi di disturbi come i disturbi della condotta e dell’apprendimento. Per questo la diagnosi non è semplice.

«L’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività, ndr) è spesso il campanello d’allarme di un disturbo più grave – ha sottolineato Luca Poma, portavoce del comitato Giù le mani dai bambini – come ad esempio l’intossicazione alimentare causata dai coloranti di classe E o un eccesso di metalli pesanti nel sangue (quali piombo e mercurio). Ma anche problemi di carattere ambientale a livello familiare. L’importante è non sottovalutarla». Non è facile però distinguere l’iperattività dalla semplice vivacità. La comunità scientifica da sempre si divide sulla sottile linea che separa il comportamento considerato “normale”, da quello invece ritenuto patologico. L’occhio vigile delle mamme però è prezioso: in genere, quando alla forte vivacità si combina anche un deficit di attenzione e comportamenti troppo impulsivi, è bene non sottovalutare il problema e contattare uno specialista.

Attenzione però a chiedere la somministrazione di uno psicofarmaco (talvolta sono gli stessi genitori a richiederne la prescrizione al medico, nella speranza che la “pillola miracolosa” risolva in un solo colpo tutti i problemi), perché non sempre serve: «L’importante è saper ascoltare i nostri figli e cercare di evitare un giudizio troppo soggettivo sui loro comportamenti», ha precisato la professoressa Emilia Costa, docente di psichiatria all’Università “La Sapienza” di Roma. Insomma, a volte basta ascoltare le esigenze del proprio bambino, magari lasciandolo semplicemente più libero di sfogarsi, senza limitarlo troppo nei movimenti.

E se oltre a essere iperattivo fosse plusdotato? Una parte di bambini iperattivi è anche plusdotata e cioè presenta un QI al di sopra della norma. Peccato che la scuola non sia quasi mai all’altezza.

«La presenza di bambini iperdotati è importantissima per lo sviluppo del capitale umano del Paese – ha detto Anna Maria Roncoroni, responsabile del Laboratorio di ricerca e intervento sul talento e la plusdotazione dell’Università di Pavia – ma è necessario che la scuola e lo Stato facciano la loro parte». Purtroppo nelle scuole italiane, salvo rari casi, non sono stati ancora previsti programmi specifici di aiuto e supporto per gli insegnanti. «Il problema è grave – aggiunge Rosa Angela Fabio – perché in questo modo i bambini plusdotati e iperattivi fanno fatica ad integrarsi a scuola e ad essere accettati. E questo crea in loro un ulteriore disagio».

I ragazzi iperdotati, dietro ai banchi, sono irrequieti e annoiati. Rispondono alla soluzione del problema di matematica, ancora prima che i compagni di scuola ne capiscano il procedimento. E intanto sfogliano libri, parlano e distraggono gli altri bambini. Con conseguente irritazione della maestra. «Questi ragazzi si annoiano in classe – ha proseguito Emilia Costa – ma è normale, perché spesso conoscono già quanto viene spiegato a scuola e soprattutto trovano poco interessanti e stimolanti per la propria creatività il modo in cui vengono trasmesse le nozioni».

I bambini plusodotati hanno un’elevatissima capacità di concentrazione, con un rendimento eccezionale: «Però questa concentrazione dura poco – ha puntualizzato Rosa Angela Fabio – perché gli iperdotati sono molto più sensibili agli stimoli esterni e quindi tendono a distrarsi. Se non vengono seguiti e capiti dall’insegnante, accade che si “accendano” improvvisamente (dando risposte geniali) e altrettanto velocemente si “spengano”, distraendosi o chiudendosi nel proprio mondo, perché non si sentono capiti. E’ la cosiddetta teoria dell’on/off (spento/acceso). Il rischio è che si “accendano” e “spengano” nel momento sbagliato, con scarsissimi risultati scolastici, nonostante l’elevato QI».

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Per saperne di più:

  • Istituto Superiore di Sanità, Gruppo di lavoro sull’Adhd, email: adhd@iss.it; www.iss.it/adhd;

  • Giù le mani dai bambini, Comitato nazionale per la farmacovigilanza pediatrica, email: info@giulemanidaibambini.org; www.giulemanidaibambini.org;

  • AIFA (Associazione italiana famiglie ADHD), email: presidenza@aifa.it, www.aifa.it.

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