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A scuola di musical

di Concetta Desando - 21.11.2013 - Scrivici

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Dopo il successo di Violetta, i bambini non sognano altro che esibirsi su un palco tra canti, balli e recitazione. Un capriccio? Non proprio. “La scuola di musical sviluppa la creatività del bambino, aumenta il senso di responsabilità e di sana competizione, fondamentali nella formazione del carattere” spiega Giulio Riva, direttore de La scuola del Musical di Milano

A scuola di musical dagli otto anni in su

“Sviluppano la fantasia, stimolano la creatività e sono spazi di partecipazione, aggregazione e condivisione” spiega Giulio Riva, direttore de La scuola del Musical di Milano che organizza corsi per i bambini dagli otto anni in su. “L’età è quella giusta perché i bimbi devono saper leggere e scrivere per poter imparare le parti a memoria e memorizzare le canzoni” spiega. “Quest’anno molti genitori hanno puntato sui Summer Musical Camp: sono corsi di una settimana in cui i piccoli vengono impegnati dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 17.30, con lezioni di recitazione, canto e danza che va dalla danza moderna, all’hip hop al tip tap. (LEGGI: DANZA PER BAMBINI, PERCHE' SCEGLIERLA)

Alla fine del corso portiamo i bambini in scena con un minimusical, da Shrek a Peter Pan, ai quali possono partecipare genitori e parenti” continua Riva. Che invita a non sottovalutare questo desiderio dei bambini: “Un scuola di musical può diventare un’opportunità di lavoro: molti artisti che iniziano proprio da piccoli diventano professionisti e i musical diventano per loro un vero e proprio mestiere. Certo, quando si vuole arrivare a certi livelli alcune cose vanno cambiate: la danza, ad esempio, va migliorata seguendo corsi di ballo specifici. Ecco perché non è detto che il mito di Violetta sia solo un capriccio del bambino” continua il direttore.

Un aiuto per crescere

Inoltre, la scuola di musical è un ottimo sostegno nella formazione del carattere dei piccoli: “Il bambino ha delle responsabilità che lo aiutano a crescere, perché deve imparare la parte a memoria, deve collaborare nella realizzazione dei costumi e della scena, deve rispettare e aiutare i compagni, perché il musical è un gioco di squadra”. Non solo. I bambini seguono lezioni di dizione: “Sono importanti non solo come strumento di lavoro, ma anche per fare apparire i bimbi tutti uguali, senza differenze di accenti e inclinazioni linguistiche”.

 

Ultimo aspetto, ma non meno importante, la scuola di musical aiuta ad alimentare quella competizione sana che contribuisce a migliorare il carattere: “Certamente anche i piccoli sono competitivi, ci tengono a emergere e a farsi notare. Ma è una competizione sana, perché non solo li spinge a dare il meglio di sé, ma anche a sapersi adeguare alla situazione e alle necessità del momento: se dobbiamo portare in scena il musical di Greese, la protagonista non potrà che essere una bimba carina, bionda e con gli occhi azzurri, perché il copione prevede questo. Imparare ad accettare queste cose è un buon trampolino di lancio verso una crescita moralmente sana e responsabile” conclude Riva.

 

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