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Libri di testo: meglio studiare su tablet o su carta?

di Federica Baroni - 30.07.2015 - Scrivici

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Ci sono pro e contro, però si apprende meglio su un libro tradizionale perché secondo recenti studi la fisicità è fondamentale per la memorizzazione e la comprensione del testo. Però il digitale offre contenuti multimediali che la carta non può avere.

In questo articolo

Gli e-reader e i tablet sono sempre più diffusi e in alcune scuole medie iniziano a essere adottati al posto dei libri di testo. Ma studiare su uno schermo è lo stesso che leggere un libro di carta? Alcune ricerche suggeriscono di no. Rispetto alla carta lo schermo sembrerebbe rendere più difficile ricordare quello che si è letto. E tra i motivi c'è la mancanza di fisicità del libro digitale.

Per il nostro cervello le lettere sono oggetti fisici

“C'è una fisicità nel leggere” dice la psicologa dell'età evolutiva e delle scienze cognitive Maryanne Wolf dell'università di Tufts, Stati Uniti.
“Capire la differenza tra leggere su carta e su schermo richiede qualche spiegazione su come il cervello interpreta il linguaggio scritto. Spesso pensiamo al leggere come a un'attività cerebrale e astratta, invece, dal punto di vista cerebrale il testo è una parte tangibile del mondo fisico.

Il cervello vede le lettere come oggetti fisici e non astratti. Non siamo nati con un circuito cerebrale dedicato al leggere. Dopotutto abbiamo inventato la scrittura in tempi relativamente recenti (nel quarto millennio avanti cristo). Quindi il cervello umano prende a prestito strutture cerebrali dedicate ad altre attività come il linguaggio parlato, la vista, la coordinazione motoria. Alcune di queste regioni cerebrali sono specializzate nel riconoscimento degli oggetti: come ci aiutano a distinguere una mela da un'arancia, allo stesso modo ci fanno riconoscere una lettera con le sue linee, le curve, gli spazi vuoti”.


Non per niente, i primi alfabeti avevano le forme degli oggetti che rappresentano, non solo gli ideogrammi cinesi o giapponesi ma anche il nostro alfabeto è nato rappresentando oggetti, ad esempio la lettera C in origine rappresentava la luna crescente.

Il libro di carta è come una mappa topografica: orienta il lettore e lo aiuta a memorizzare quello che legge

Oltre a trattare le lettere come oggetti fisici, il cervello percepisce un testo come una specie di paesaggio: quando leggiamo ci costruiamo una rappresentazione mentale del testo simile alla mappa di un luogo fisico, come la piantina di un appartamento o di una città.


Molti studi hanno dimostrato che le persone ricordano le informazioni di un testo in base alla loro posizione nel libro.


I libri di carta hanno una topografia più ovvia di quelli digitali. Un libro aperto presenta al lettore 2 pagine chiaramente definite, e 8 angoli per orientarsi. Quando uno legge si focalizza su una pagina senza perdere di vista l'intero testo. Può anche sentire lo spessore delle pagine lette in una mano e sentire nell'altra le pagine che mancano. Girare le pagine è come lasciare le impronte su un sentiero. C'è un ritmo e una traccia visibile di quanto uno è andato avanti. Tutto questo non solo rende il libro più navigabile ma è anche più comprensibile e più facile da memorizzare.

Nel libro digitale manca la fisicità e la visione di insieme

All'opposto la maggior parte degli e-reader e dei tablet interferiscono con la navigazione intuitiva del testo e inibiscono le persone dal tenere traccia del “viaggio” nella mente. Un lettore digitale ha difficoltà a vedere l'insieme, scorre le pagine digitando il testo, ma non ha una visione globale del libro. E' come se Google maps facesse vedere strada per strada, senza mai mostrare la mappa intera. “La sensazione fisica di dove sei in un libro è più importante di quello che si pensava” dice Abigail Sellen del Microsoft Research di Cambridge, Inghilterra.


Pare proprio che limitando questa visione di insieme gli schermi inibiscano anche la comprensione. Anne Mangen dell'università di Stavanger in Norvegia ha sottoposto a un test due gruppi di studenti: alcuni avevano studiato su schermo, altri su carta. E gli studenti che avevano letto su schermo hanno avuto un risultato più scarso.

Leggi anche: Apprendimento bambini, limitare l'uso del tablet e di smartphone

Nel digitale non si può sottolineare né piegare gli angoli

Inoltre gli schermi interferiscono con altri due aspetti della navigazione del testo: il senso del controllo perché non si può sottolineare, prendere nota, piegare gli angoli; e il piacere: come saltellare nel testo, guardare avanti, tornare indietro.

Per questo molte persone quando vogliono immergersi totalmente in un testo preferiscono scegliere un libro di carta.

In un sondaggio della Microsoft, molte persone hanno ammesso che dopo aver letto un libro che gli è piaciuto su e-reader hanno comprato il libro cartaceo, perché avere un libro su e-reader non è come possederlo. Manca la copertina, lo spessore, l'oggetto da mettere in libreria.

Ma il digitale offre delle possibilità multimediali che i libri non hanno

Però le migliorie per avvicinare le nuove tecnologie ai vecchi libri sono in continua evoluzione. Ma ha senso cercare di rendere i libri digitali uguali a quelli di carta? In questo caso non si poteva continuare a leggere sui libri tradizionali? Probabilmente quando è richiesto uno studio approfondito di un testo, il libro su carta è ancora il più adatto. Ma il digitale può offrire qualcosa in più rispetto al testo.​


Gli schermi offrono possibilità che la carta non ha. Non tanto i classici, ma nelle nuove pubblicazioni si possono inserire contenuti multimediali che arricchiscono il libro.

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