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Come difendere gli adolescenti dal sexting

di Giulia Cannarella - 24.02.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Gli adolescenti sono spesso lasciati da soli a gestire il mondo virtuale, le cui conseguenze hanno però un impatto anche su quello reale. Con le nuove tecnologie le trasgressioni diventano più immediate e meno gestibili, serve un canale di dialogo aperto con i propri figli per imparare a gestirle

In questo articolo

Esistono delle tappe fonadamentali nella crescita e nello sviluppo di un individuo, l’adolescenza è uno dei momenti di maggior confusione, in cui piccole o grandi trasgressioni vengono viste come un avvicinamento al mondo adulto. La tecnologia e il bombardamento mediatico hanno creato forme di trasgressione più immediate e poco controllabili dai genitori, una di queste è il sexting.

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Laura Turuani, psicoterapeuta, socio dell’istituto Minotauro e autrice insieme a Gustavo Pietropolli Charmet del libro “Narciso innamorato” sul modo di amare degli adolescenti.

Cos'è il sexting

Il termine deriva dalla fusione di due termini inglesi ("sex" e "texting", letteralmente "sesso" e "mandare un messaggio") e definisce un comportamento in cui si inviano foto di parti del proprio corpo attraverso un mezzo tecnologico. «All’inizio, si escludeva la testa, mentre ora si mandano immagini anche del volto rendendo la persona riconoscibile», spiega la dottoressa Turuani.


Perché gli adolescenti lo fanno

L’adolescenza è il periodo della scoperta, del cambiamento e della sperimentazione. In questa fase della crescita, i ragazzi entrano all'interno di dinamiche potenti: ad esempio, quella del gruppo, in cui hanno un grande peso la paura di non piacere e il desiderio di essere accettati.

C'è poi una questione legata al narcisismo, che però spesso è solo un segnale della fragilità degli adolescenti: «In questo momento e in questa società in cui la bellezza, il successo e il riconoscimento degli altri sono sempre più importanti per sentirsi accettati, anche la foto del proprio corpo che riceve degli apprezzamenti diventa un modo per sentirsi più sicuri. Andando più in profondità, però, questa esposizione o sovraesposizione del proprio fisico denota una fragilità e una forte insicurezza sul proprio aspetto» avverte la dottoressa.

I rischi


Il sexting di solito rimane una pratica segreta all’interno di una coppia, ma è una pratica che comporta conseguenze anche molto gravi. Nel caso di una separazione, ad esempio, può capitare che il componente più fragile della ex coppia utilizzi le immagini inviate dall'altro per diffonderle su online nel tentativo di riprendere il controllo della sua immagine che risulta ferita.


«In questo caso, quando una coppia si lascia, non ci sono più vissuti di tristezza, ma è più facile che la fragilità della persona si trasformi in rabbia vendicativa. Non c’è più quindi la tristezza per la perdita dell’amato spiega la dottoressa Turuani –, non si cerca più di rimediare con promesse di miglioramento e cambiamento dettate dal senso di colpa, al contrario si cerca di far tornare l’altra persona com’era prima per tornare ad avere il rinforzo della nostra immagine».

Questi comportamenti si prevengono a monte. Uno dei problemi dei nostri ragazzi, oggi, infatti è l'incapacità di tollerare le frustrazioni. Ecco perché è importante educare i figli fin da quando sono piccoli a gestire piccole quote di frustrazione. È importante per aiutarli a crescere con la consapevolezza che si possono trovare delle soluzioni ai problemi.

«Non vanno tollerati i capricci, se si lascia passare il messaggio che basta fare un capriccio per ottenere quello che si vuole, il bambino avrà delle reazioni esagerate nel momento in cui si presenta un fallimento».

Se mio figlio fa sexting: come comportarsi

La sperimentazione è normale, bisogna però capire quello che è successo se, per esempio, la richiesta è arrivata dall’altra persona, se è stata spontanea, se c’era la voglia di condividere una trasgressione o lo si è fatto per paura di perdere l’altro.

Una volta avuto il quadro, serve spiegare ai figli le conseguenze delle proprie azioni e le possibili implicazioni anche penali. Lo scambio di foto, anche se tra due minorenni, rientra infatti nel campo della pedopornografia. «Il problema è che l’altra persona è separata da te e quando dai un pezzetto di te, non è più tuo, è in balia delle decisioni dell’altro ed è una situazione potenzialmente pericolosa». È dunque fondamentale far capire le conseguenze delle proprie azioni e ragionare insieme senza soffermarsi sulle singole foto e far capire che il “click” della rete amplifica e rende molto più pericolosi tutti i comportamenti, dietro un pulsante c’è infatti un potere enorme e non si può tornare indietro.

Il genitore, dunque, deve considerare non solo il mondo reale del figlio, ma anche quello virtuale che troppo spesso viene gestito in autonomia.

«Non si deve però pensare a un controllo nel senso stretto del termine, ma più a una curiosità e interesse per quello che accade al figlio».

Gli strumenti di parental control sono importanti, ma funzionano in altri campi diversi dal sexting. I divieti e il controllo invasivo sono un ostacolo per il dialogo e l’emancipazione. «Il sexting rimane un atto trasgressivo, i ragazzi hanno problemi immaginare e accettazione il loro nuovo aspetto e un canale di condivisione e ascolto è lo strumento più utile». [Leggi anche: spiare gli smartphone dei figli con le app è illegale]

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