Home Bambino Salute

Allergie respiratorie, le mamme chiedono, l'esperto risponde

di Angela Bisceglia - 26.03.2012 - Scrivici

allergiabambinicampo.600
Fonte: Di Kzenon / shutterstock
Come si distingue un raffreddore allergico da un raffreddore "normale?" Da che età il bambino può fare i test allergologici? Si può guarire dall'allergia? Sono allergica, anche mio figlio lo sarà? Le mamme di nostrofiglio.it hanno chiesto chiarimenti sulle allergie respiratorie al prof. Renato Cutrera, allergologo e broncopneumologo dell'Ospedale Bambin Gesù di Roma

In questo articolo

Il prof. Renato Cutrera, responsabile dell’Unita di Broncopneumologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, risponde alle domande delle mamme di nostrofiglio.it sulle allergie respiratorie.

Come fare a distinguere un’allergia respiratoria da un’infezione virale/batterica? Perché di fronte a certi sintomi di bronchite asmatica il pediatra solitamente prescrive cure per l’infezione?


In età prescolare la causa più frequente della comparsa di bronchite asmatica sono proprio le infezioni delle vie respiratorie. Anche se il bambino è allergico, pertanto, è quasi sempre necessario che vi sia un fattore scatenante per far scaturire i sintomi respiratori e assai spesso tale fattore è un’infezione.


A meno che il bambino non venga esposto a dosi massive di allergene (se, per intenderci, si fanno le grandi pulizie di casa in presenza di un bambino allergico alla polvere), l’esposizione, pur continuativa, a piccole dosi di allergene infiammano sì i bronchi, ma tutt’al più possono causare un po’ di tosse, non l’asma.


Se invece il bambino prende anche un banale raffreddore, ecco comparire i sintomi di bronchite asmatica. Proprio perché un’allergia di tipo respiratorio ed un’infezione di tipo virale/batterico possono facilmente coesistere, il pediatra di fronte a certi sintomi cura innanzitutto l’infezione (ricorrendo anche ad antibiotici, se sospetta una causa batterica), oltre a prescrivere spray per la bronchite asmatica con salbutamolo o cortisonici.

Da che età si possono fare i test allergologici?


In teoria si possono fare a qualunque età, ma più il bambino è piccolo – in genere sotto i 4 anni - più è alta la percentuale di falsi negativi, perché la reattività, sia cutanea che dell’organismo, è molto bassa. In base alla gravità dei sintomi, quindi, il pediatra deciderà se prescrivere subito i test o aspettare dopo i 4 anni. È vero d’altro canto che, se nei bambini più piccoli ci sono tanti falsi negativi, non ci sono falsi positivi, per cui se il test è positivo l’esito è certo.

Un bambino con bronchite asmatica è destinato a soffrire di asma da adulto?


Se in età prescolare 1 bambino su 4 soffre di bronchite asmatica, ossia può avere bronchiti di origine infettiva che danno manifestazioni asmatiche, dopo i 6 anni di età solo 1 bambino su 10 soffrirà di asma bronchiale di origine allergica (in cui cioè è l’allergia a provocare l’asma); negli altri casi passerà tutto con la crescita.

Bambini che hanno avuto la bronchiolite sono predisposti a sviluppare allergie?


È dimostrato che avere avuto una bronchiolite grave con ricovero ospedaliero può predisporre ad avere bronchite asmatica e asma negli anni successivi, fino all'incirca a 13 anni di età. Di questi bambini, però, solo alcuni avranno asma di tipo allergico, mentre altri potrebbero aver sintomi asmatici di tipo post-infettivo, cioè successivi all'arrivo di un'infezione.

Quali sono i sintomi di una bronchite asmatica grave che devono allarmarci e farci correre all'ospedale senza perdere tempo?


Tutti quelli che denotano serie difficoltà respiratorie: respiro molto alto e affannoso, rientramento intercostale o del giugulo (la fossetta che si vede tra la gola e lo sterno), accompagnati ad estremo pallore o colorito bluastro in volto.

Dopo quanto tempo da un attacco acuto di bronchite asmatica o di rinite allergica si possono effettuare i test?


Dipende: se si assumono antistaminici o cortisone per via orale, le prove cutanee possono essere effettuate solo alcuni giorni dopo la sospensione della terapia (il numero di giorni varia a seconda del farmaco): tali medicine infatti diminuiscono la reattività cutanea e quindi l’attendibilità del test. In alternativa è necessario propendere per l’esame del sangue.

Sono allergica: mia figlia sarà destinata a soffrire di allergie?


C’è una predisposizione familiare alle allergie, specialmente se ad essere allergici sono entrambi i genitori, ma non si può parlare di malattia genetica ereditaria in senso stretto. Riassumendo: è più probabile che anche il figlio soffrirà di allergia – spesso alle stesse sostanze dei genitori – ma non è affatto detto al 100%.

Sono allergica a varie piante e una passeggiata in campagna per me è un problema. Meglio evitare l'esposizione alle piante e alla campagna anche a mio figlio neonato, nel caso fosse predisposto anche lui?


Non c'è ragione per farlo. Evitare l'esposizione serve a evitare gli attacchi in soggetti allergici, ma non riduce il rischio di sviluppare allergie in bambini che potrebbero essere predisposti.

L'orticaria può avere origine da sostanze inalate o è dovuta solo a cause alimentari e da contatto?


Può succedere che abbia origine da sostanze inalate ma è davvero raro; più che altro può capitare che chi ha una comprovata allergia a un alimento - per esempio il pesce - possa avere reazioni cutanee, respiratorie e intestinali inalando in grande quantità l'odore di questo alimento. Ricordiamo infatti che l'odore è composto da proteine o parti di proteine che possono essere inalate. Sono comunque reazioni rare, in soggetti gravemente allergici.

Non sapendo se un neonato/bambino è allergico e può avere reazioni improvvise, c'è qualche farmaco che va tenuto in casa a scopo preventivo?


No, se il bambino non ha mai avuto sintomi di allergia e non ha predisposizione alle allergie non ha senso tenere in casa medicinali particolari tipo adrenalina, che sarebbero controproducenti se dati a un bambino che non ne ha bisogno.

Si avvicina la bella stagione e si trascorre più tempo all’aria aperta: cosa fare in caso di punture di insetti se vediamo sintomi di shock anafilattico?


Se il bambino in passato ha già avuto reazioni allergiche gravi, l’allergologo prescrive l’adrenalina autoiniettante, che è un salvavita in caso di shock anafilattico; non è però un rimedio da tenere nell’armadietto di casa a livello preventivo, perché è un farmaco che può dare effetti collaterali, inoltre ha un costo di circa 70 euro (che in alcune regioni è totalmente a carico del paziente) e va riacquistato ogni mese, perché ha una scadenza brevissima.


L’unico intervento efficace in attesa dell’ambulanza sarebbe ventilare il bambino con la respirazione bocca a bocca, ma è una tecnica che possono praticare solo gli operatori sanitari o chi ha seguito un corso di soccorso pediatrico (che sarebbe auspicabile offrire almeno a coloro che per lavoro hanno a che fare quotidianamente con i bambini!). In ogni caso, si tenga presente che lo shock anafilattico è un evento assai raro: in genere se si viene punti si forma solo un ponfo!

Gli spray al cortisone: sono tutti uguali? Si possono assumere anche per lunghi periodi o possono dare effetti collaterali?

Gli spray al cortisone sono uno dei rimedi più utilizzati per la bronchite asmatica. Come tutti i farmaci a base di cortisone, possono dare effetti collaterali, anche se, assunti nel giusto dosaggio, l’assorbimento è quasi nullo e gli eventuali effetti possono essere solo locali.


In ogni caso la terapia va proseguita per il tempo necessario, magari provando, in accordo con il medico, a sospenderla dopo un periodo di benessere. Per limitare gli effetti collaterali e migliorare l’assorbimento del farmaco, è consigliabile usare lo spray con il distanziatore, che consente alle particelle più piccole di raggiungere meglio i bronchi.

Impossibile ovviamente indicare una posologia ed una durata della terapia, che dipendono dalla tipologia di cortisonico utilizzata: in commercio ce ne sono infatti di vari tipi (ci vorrebbe la laurea in medicina per distinguerli!), ecco perché spetta al medico decidere quale e per quanto tempo assumerlo, in base al principio attivo che contiene ed al problema del paziente.

In linea generale si può dire che lo spray al cortisone si adopera come terapia continuativa, a differenza degli spray a base di salbutamolo – o, nei casi più gravi, al cortisone per via sistemica – che hanno un immediato effetto broncodilatatore in caso di attacco acuto. Farmaci a base di cortisone o salbutamolo possono essere somministrati anche per aerosol: oggi esistono apparecchi di nuova generazione più comodi da usare anche con i bambini.

Che cosa sono i farmaci antileucotrienici? Che differenza di utilizzo c’è rispetto agli spray cortisonici?


Sono farmaci per bocca che vengono consigliati a livello preventivo per bloccare i leucotrieni, sostanze che scatenano l’asma bronchiale, la bronchite asmatica o l’asma da sforzo. Sarà il pediatra a valutare se prescriverli in alternativa o in abbinamento agli spray cortisonici, a seconda del tipo di infiammazione del bambino.

La haloterapia: è davvero utile per l’asma allergica?


La haloterapia si basa sulla nebulizzazione a secco di particelle di sale tramite uno speciale apparecchio. Al momento non c’è alcun dato scientifico sull’efficacia di tale metodica per curare le varie forme d’asma e per questo non è raccomandata.

Si può guarire o essere desensibilizzati dalle allergie respiratorie?


Guarire completamente no, ma diminuire il livello di sensibilizzazione a certi allergeni sì, tramite l’immunoterapia specifica, una sorta di vaccino che gradualmente riduce la risposta allergica.

Da che età si può cominciare l’immunoterapia specifica? E come si fa?


In genere si incomincia dai 5-6 anni, ma recenti studi dimostrano l’efficacia anche a partire dai 3 anni. L’immunoterapia può essere fatta per via iniettiva o sublinguale. La prima presenta il vantaggio di richiedere una sola somministrazione ogni 14 giorni, ma deve essere effettuata in presenza di un medico perché, sia pure in rari casi, può provocare shock anafilattico.

La terapia sublinguale può dare disturbi solo a livello locale, è molto più comoda perché si fa a casa, ma prevede tutti i giorni la somministrazione di 5-6 gocce (o di una compressa da sciogliere sempre sotto la lingua), quindi potrebbe risultare più impegnativa. Entrambe le terapie devono essere seguite per circa uno-tre anni di seguito.


Per la quasi totalità degli allergeni inalanti, come acari della polvere, pollini, epitelio di cane, gatto o cavallo e per il veleno di imenotteri.


Se un bambino desidera tanto un gatto ma è allergico, ci sono strategie per riuscire a farglielo avere?


L'allergia al gatto è in realtà un'allergia a una proteina contenuta nella saliva del gatto, che poi l'animale, leccandosi, sparge su tutto il pelo. Negli Stati Uniti è stato prodotto un gatto geneticamente modificato privo di questa proteina, ma ovviamente il mercato per questo tipo di animali è molto complesso, soggetto a regolamentazioni particolari (e gli animali stessi sono incredibilmente costosi). Esistono anche varietà di gatto con livelli più bassi di questa proteina, ma in presenza di un'allergia la strategia migliore è evitare del tutto il contatto con l'allergene, non consentire il contatto con una bassa quantità di allergene. La cosa migliore è valutare un altro animale da compagnia, al quale il bambino non sia allergico.

Mio figlio allergico agli acari e al gatto. Da diverso tempo ho sospeso latticini e limitato glutine perché una certa letteratura afferma l'esistenza di una correlazione fra questi alimenti e patologie respiratorie. Che cosa ne pensa?


In realtà non ci sono studi scientifici seri che documentino questa associazione. Se l'allergia è agli acari e al gatto non c'è motivo di effettuare particolari restrizioni alimentari.

Crea la tua lista nascita

lasciandoti ispirare dalle nostre proposte o compila la tua lista fai da te

crea adesso

Revisionato da Valentina Murelli - Aggiornato il 04.04.2018

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli