1) HA COMPIUTO UN ANNO. E ADESSO COME MI REGOLO?
"Mio figlio ha compiuto un anno e la pediatra mi ha dato l'ok per dargli altri cibi. Mi date qualche idea su cosa preparare? Da premettere che ha solo due dentini." Cara mamma, ora il suo bambino è grande e può sperimentare tutti i sapori dell’alimentazione dell’adulto. Può quindi tranquillamente proporgli il cibo che mangiate in famiglia, adeguatamente sminuzzato; vedrà che sarà sicuramente molto interessato e felice di assaggiare quello che mangiano mamma e papà. L’unica accortezza che consigliamo è di limitare l’uso del sale e di favorire metodi di cottura semplici, evitando fritture e privilegiando olio extravergine di oliva come condimento. Lo stesso per quanto riguarda lo zucchero.
2) VA BENE LA PASTA A MATTINA E SERA?
"Mi è venuto il dubbio di come dovrebbe essere un'alimentazione bilanciata per un bimbo di un anno. Cerco di alternare carne bianca, pesce e carne rossa, verdure a ogni pasto preferendo, se possibile quelle di stagione, uova una volta a settimana e formaggi in pratica ogni giorno tra parmigiano, ricotta e formaggino. Il mio dubbio, in particolare, ricade sui carboidrati. Mi ritrovo ad amalgamare sempre le sue pappe con la pasta, cosicché mangia la pasta due volte al giorno. Ogni tanto la alterno al riso, ma senza qualcosa Samuele rifiuta categoricamente ogni piatto. Sarà troppo? Voi come vi siete comportate o come vi comportate?" >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
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Cara mamma,
da come la descrive mi sembra che l’alimentazione del suo bimbo sia bilanciata: alterna correttamente le proteine, che devono essere assunte 3-5 volte alla settimana, comprendendo le proteine animali, le proteine vegetali quali i legumi (che devono essere presenza fissa nell’alimentazione del bambino, con un rapporto di 1:1 con quelle animali) e le uova; l’assunzione dei formaggi è eccessiva, in quanto andrebbe assunto solo 1-2 volte alla settimana. Nessun problema invece per i carboidrati: i cereali (pasta, orzo, farro, riso) devono essere presenti quotidianamente nella dieta del bambino, in misura di 3-5 porzioni al giorno considerando anche i cereali per la colazione e il pane. Le consiglio solamente, quindi, di alternare le fonti di carboidrati per abituare il piccolo Samuele ad una varietà di gusti il più possibile ampia.
3) TROPPO MAGRO
"Ciao mamme, il mio piccolino ha smesso di crescere di peso. L'ultima pesata di 2 mesi fa era 8.300 e 72 cm ora che ha 13 mesi pesa 8.500 ed è lungo 75 cm. Ha avuto un calo ponderale nei percentili di peso da 75 a 5. Mentre l'altezza è sempre sui 25. La pediatra dice che è la sua costituzione perché sia io che il papà siamo magri. Io sono preoccupata perché lo vedo proprio magrolino. Qualche consiglio di qualche mamma nella mia stessa situazione? Mangia poco, non gli piace quasi niente. Con il senno di poi dico che a sei mesi non era pronto per lo svezzamento perché sputava tutta la pappa ma non voleva nemmeno il latte artificiale e il mio latte era insufficiente. Avrei dovuto chiedere aiuto e invece andavo solo in ansia e cercavo di obbligarlo a mangiare. Che cosa posso fare adesso?" >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Cara mamma,
innanzitutto la vorrei tranquillizzare, in quanto la crescita del suo piccolino se riportata sulle curve di crescita standardizzate dell’OMS non è assolutamente patologica, in quanto ha mantenuto il medesimo percentile sia di peso che di altezza (che, le ricordo, è il miglior indice di benessere del bambino). Detto questo, in caso di scarsa crescita ponderale sarà opportuno eseguire una valutazione presso la sua pediatra per escludere che eventuali patologie sottostanti (es. intolleranze alimentari, celiachia, ecc) possano rendere difficoltoso l’aumento di peso del bambino.
Per aiutarlo dal punto di vista comportamentale purtroppo non ci sono ricette valide per tutti i bambini: provi ad alternare spesso i cibi e la modalità con cui glieli propone, riproponendo più volte un determinato alimento prima di decretare il fallimento. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Nell’accettazione dei cibi molto contribuisce in effetti l’aver avuto un buon divezzamento, ma anche l’ambiente in cui si consumano i pasti: è bene che sia il più possibile sereno, poiché l’ansia materna è spesso fonte di rifiuto dell’alimento da parte del bambino: cercate, quindi, di pranzare tutti insieme in un clima giocoso, e ricordi che il bambino perlopiù cresce imitando gli atteggiamenti dei genitori, che devono dare il buon esempio sia come comportamento che come scelte alimentari.
Ricordi infine che il “non mangiare” può essere espressione del fisiologico processo di distacco dalla madre che inizia dagli 8-9 mesi, che i bambini hanno ottime capacità di autoregolazione e che se la curva di crescita rimane regolare non c’è motivo di preoccupazione!
4) MIA FIGLIA NON MANGIA E IO MI DISPERO.
"Comincio a odiare il momento della pappa con mia figlia di 14 mesi. NON MANGIA NIENTE. non importa cosa le preparo, ho provato pappe al cucchiaino e pappe da prendere in mano, niente, non mangia. Canto per lei, gioco, faccio il giocoliere (sul serio!) le do tanti giochi per distrarla ma lei non apre la bocca. Ragazze, sono disperata, piango tanto perché è sottopeso e all'asilo mangia come un leone e io non mi capacito perché sia così difficile da gestire quando è a casa. Negli ultimi 4 mesi ha mangiato a casa solo 4 volte. In un ponte di tre giorni ha mangiato solo latte (e nemmeno tanto). Vi giuro che temo il momento della pappa e nonostante tutto quello che faccio a lei non frega niente e non mangia. I medici ai controlli mi dicono "signora, è molto sottopeso, ma le dà da mangiare?!" e io certo che le do da mangiare ma lei non vuole niente. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Se un giorno mangia sono felicissima ma poi non mangia per una settimana ed è veramente frustrante per me. Mi sento così a terra.
Avete consigli? Io non so più cosa fare". >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Cara mamma,
dalla sua lettera emerge un quadro di ansia abbastanza preoccupante che credo sia uno dei principali motivi per cui il momento della pappa è diventato così difficile per voi. Mi rammarico quindi di non poterle dare altro che una risposta generica, mentre sono convinta che la vostra situazione necessiti di una valutazione più approfondita.
Il “non mangiare” può essere espressione del fisiologico processo di distacco dalla madre che inizia dagli 8-9 mesi. La sua bambina inoltre percepisce la sua preoccupazione e agisce di rimando, il che è dimostrato dal fatto che all’asilo non sembra avere problemi alimentari. Occorre quindi rivedere il comportamento suo e delle altre persone che si occupano della sua bimba (papà, nonni, ecc..), cercando di analizzare le possibili difficoltà psicologiche che vengono espresse nel tema “alimentazione”. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
I bambini, si ricordi sempre, crescono assorbendo le nostre emozioni e principalmente si comportano per imitazione: è necesario quindi che gli adulti caregivers diano il buon esempio creando un clima sereno (non serve fare i giocolieri o distrarre la bambina con mille giochi!), avendo essi stessi un buon rapporto col cibo.
Dal punto di vista pratico, infine, valgono le classiche regole: alternare spesso i cibi e la modalità con cui glieli propone, riproponendo più volte un determinato alimento prima di decretare il fallimento, pranzare il più possibile tutti insieme in un clima sereno.
5) NON MANGIA
"Ciao, sono mamma di un bimbo di 13 mesi e non vuole mangiare niente tranne il latte. Prima mangiava di tutto adesso non più ho provato con la verdura, carne e sputa tutto quando mangia e piange, poi vuole quello che mangiamo noi ma ne mangia poco. Non so cosa fare per farlo mangiare >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Cara mamma,
quella che sta vivendo è una fase di rifiuto molto comune; innanzitutto le consiglio di provare a identificare il motivo del cambio di atteggiamento del suo bambino, perché se prima non mostrava problemi alimentari è possibile che un evento “esterno” (ad esempio l’inizio del nido, la nascita di un fratellino, il ritorno al lavoro della mamma…) abbia contribuito a preoccupare il bambino, che poi “sfoga” questa agitazione nel rapporto col cibo. Cercando di capire le motivazioni del disagio le sarà certamente più facile porvi rimedio. Se invece non ci fossero reali motivazioni, non si scoraggi: come le dicevo, sono fasi che i bambini attraversano. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
La strategia migliore è mantenere la calma, continuare gentilmente a proporre al bambino gli alimenti che mangiate voi (il fatto che li mangi anche se in piccole quantità significa che è stufo delle pappe e pronto per un’alimentazione “da grande”), con il sorriso e senza farne un dramma. Le ricordo peraltro che le porzioni di cui necessita un bimbo di 13 mesi sono piccole, per cui è probabile che suo figlio si autoregoli sulle quantità di cui necessita. Se non intervengono problematiche di scarsa crescita non si preoccupi troppo, vedrà che tutto si sistemerà in breve tempo.
6) IN VACANZA ALL'ESTERO
"Mio figlio ha quasi 15 mesi e mangia di tutto. Fra poco partiamo per una vacanza all’estero. Posso fidarmi a dargli da mangiare le cose preparate dal ristorante o devo portare un’intera valigia con le pappe pronte?"
Cara mamma, suo figlio è ormai grande e ha sicuramente introdotto tutti gli alimenti nella sua alimentazione. Dal punto di vista nutrizionale, non esistono problematiche riguardo la possibilità che il piccolo mangi al ristorante insieme a voi: tutto dipende dalle abitudini che gli avete dato fino ad oggi. Può senz’altro fidarsi a dare il cibo cucinato dai cuochi del locale, e potete senza dubbio chiedere al ristorante di preparare qualcosa che sia più adatto al bambino, senza dovervi assumere l’onere di portare tutte le pappe cucinate da casa.
7) CARNE, PESCE E FORMAGGIO. COME CI SI REGOLA?
"I miei bimbi hanno 18 mesi: ogni quanto in una settimana devo dare carne, formaggio e pesce?"
Cara mamma,
le frequenze con cui può proporre i diversi alimenti sono le seguenti: 2-3 volte alla settimana la carne, 1 volta le uova, 2-3 volte legumi, 2-3 volte il pesce e 1-2 volte il formaggio.
Gli insaccati andrebbero offerti 1-2 volte alla settimana e limitati al prosciutto crudo e a quello cotto senza grasso.
Ad ogni pasto va inoltre proposta una porzione di carboidrati (pasta, pane, patate, riso, mais, farro, orzo), di frutta e verdura di stagione.
8) NON GLI PIACE IL PESCE, COSA FACCIO?
"A mio figlio non piace il pesce. In quale
altro alimento trovo quel che di buono c'è nel pesce, tipo gli omega 3?" >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Cara mamma, il pesce è un alimento importante per l’alimentazione di bambini e adulti perché contiene non solo acidi grassi polinsaturi (omega 3 e omega 6), ma anche micronutrienti quali fosforo, calcio, magnesio, selenio, zinco, ferro, rame, iodio e vitamine; per questo motivo il suo consumo è molto importante in una dieta varia. Se proprio al suo piccolo bimbo il pesce non piace, sappia che esistono altre fonti alimentari: gli omega 3 sono naturalmente contenuti nei pesci e nelle alghe, ma anche nei semi di lino e nel loro olio, nell’olio di canapa e nell’olio di soia; altri alimenti come il latte e le uova possono essere supplementati con omega 3. Per quanto riguarda gli omega 6, sono naturalmente contenuti in alimenti di origine vegetali, come ad esempio nell'olio di girasole, in quello di arachidi, di vinaccioli e di mais.
9) POSSO DARE SALMONE AFFUMICATO?
"Il mio bambino di 16 mesi non ne vuol sapere del pesce. Riesco a dargli solo il salmone, la fettina cruda affumicata, che forse non va mica tanto bene, essendo appunto cruda. Devo evitarlo?"
Cara mamma, il pesce rappresenta un alimento molto importante per completare l’alimentazione del bambino in crescita, soprattutto per la presenza in grandi quantità di acidi grassi polinsaturi. Purtroppo però il pesce crudo nasconde alcune insidie, che per i bambini in particolari possono essere pericolose: per quanto le produzioni industriali garantiscano generalmente buoni standard di igiene alimentare, è bene sapere che tutto il pesce che viene consumato senza cottura deve essere abbattuto a temperature inferiori ai 20° C per almeno 24 ore, in modo da eliminare il rischio connesso alla presenza di microrganismi >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
... patogeni per l'uomo. I sintomi più frequentemente legati all’assunzione di pesce crudo contaminato sono gastroenteriti, reazioni allergiche o dolori addominali anche importanti. In secondo luogo, il salmone in particolare è noto per essere a rischio di contaminazione di mercurio, metallo tossico se assunto in grandi quantità. Ciò detto, se lei conosce la provenienza e la conservazione del pesce che acquista, non potrà che farne godere i benefici al suo piccolo bimbo.
10) FORMAGGIO
"Ciao a tutte, che date ai vostri bambini e come li cucinate?"
Cara mamma, i formaggi devono fare parte della normale dieta dei bambini; generalmente non ci sono limitazioni riguardo i tipi di formaggio che lei può proporre a suo figlio! Il consiglio che posso darle è quello di evitare inizialmente i formaggi con muffa (ad esempio gorgonzola) perché possono contenere batteri pericolosi per la salute dei bimbi. Tenga sempre conto che i formaggi sono alimenti assai proteici, sempre da alternare ad altri piatti proteici come carne o legumi piuttosto che proporli insieme.
11) COME FARGLI MANGIARE IL PESCE
"Ho un bimbo di due anni e sto cercando in tutte le maniere di cucinargli il pesce, con il pomodoro o in bianco niente di niente quando lo mette in bocca lo sputa mangia solo i bastoncini. E voi come fate a dargli il pesce? Qualche consiglio su come cucinarlo?"
Cara mamma, il pesce è un alimento dal sapore forte e spesso non apprezzato dai bambino che sono abituati ad assumere cibi più delicati. I bastoncini sono spesso apprezzati proprio per il loro sapore più dolce, ma dal punto di vista nutrizionale sono piuttosto sconvenienti, anche perché spesso fritti all’origine o conditi con olii poco adatti; piuttosto le consiglio di preparare il pesce impanato in casa, in modo da conoscere ingredienti e preparazione. Perché non prova piuttosto a proporre il pesce associato ad altri sapori più appetibili? >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Per esempio spesso i bambini sono ghiotti di patate: preparare pesce e patate nello stesso piatto è un trucco che dà spesso ottimi risultati. Lo stesso dicasi per le carote e le zucchine, spesso gradite dai nostri piccoli bimbi. Infine, tenga sempre conto che il buon umore a tavola rende l’alimentazione un gioco: se sarà in grado di rendere i piatti divertenti e colorati, suo figlio saprà avvicinarsi con maggiore curiosità! Allora ben vengano piatti come le polpette o l’hamburger di pesce, oppure simpatiche forme nei piatti che possano stimolare la curiosità del piccolo.
11) FORMAGGIO O FORMAGGINO
"La pediatra dei miei bambini non ha mai voluto che usassi formaggini o vasetti, ma sempre e solo formaggi freschi, tipo ricotta o robiola, diceva che i formaggini formaggini sono gli scarti dei formaggi".
Cara mamma, la sua Pediatra le ha dato un consiglio pertinente! I formaggi freschi sono infatti costituiti generalmente da ingredienti semplici e di provenienza nota, mentre i formaggini e i vasetti contengono spesso sali aggiunti e conservanti, senza peraltro conoscere l’esatta origine degli ingredienti. Le consiglio quindi di prediligere i formaggi (freschi o stagionati), anche per fare in modo che i suoi figli possano conoscere più gusti differenti.
12) COLAZIONE
"Buongiorno, chiedo alle mamme di bambini 20 mesi cosa danno loro a colazione e in che quantità, grazie a tutte per le risposte!"
Cara mamma, la prima colazione è molto importante ed è fondamentale abituare i bambini ad un suo corretto consumo per affrontare la mattinata con le giuste energie. La colazione deve generalmente comprendere una quota di grassi, rappresentata fondamentalmente da yogurt (125 ml) o latte intero (200 ml), e da una quota di carboidrati, che possono comprendere una quota a rapido utilizzo come marmellata (20 g) o miele (15-20 g) e una quota di carboidrati complessi come fette biscottate o pane (30 g) o altri prodotti da forno fatti in casa. E’ possibile variare inserendo ad esempio frutta (in quantità variabile a seconda dei frutti) o cibi salati a seconda delle abitudini alimentari.
13) ALLATTARE FINO A QUANDO
"Salve, ho un bambino di 27 mesi che allatto ancora; verso l'anno volevo iniziare a integrare con un altro tipo di latte oltre al mio, ma non l'ha mai voluto ed è per questo che continuo ad allattarlo. Faccio bene?"
Cara mamma, l’allattamento al seno è quanto di meglio una mamma possa offrire al suo bambino dal punto di vista nutrizionale; proprio per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di proseguire il latte materno fino ai due anni e oltre, senza porre limiti temporali precisi. Se lei vuole continuare ad allattare il suo piccolo di 27 mesi, non ci sono assolutamente controindicazioni, a dispetto di quello che sono i pregiudizi sociali e culturali della nostra Società; più a lungo dura l’allattamento materno, maggiori saranno i benefici di cui il bambino godrà negli anni successivi!
14) DA QUANDO IL LATTE VACCINO?
"Da che età si può dare il latte vaccino? E quale?"
Cara mamma, il latte vaccino è uno dei pochi alimenti la cui introduzione nel primo anno di vita è sconsigliata da tutti gli organismi scientifici per problematiche legate al carico proteico e all’assunzione di ferro; tuttavia, dal compimento dell’anno, nessun problema riguardo al suo consumo. Per quanto riguarda la scelta del tipo di latte, anche il Ministero della Salute consiglia di evitare gli alimenti poveri di grassi, quindi la scelta dovrebbe ricadere sul latte intero: l’assunzione di grassi è infatti fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle membrane cellulari e del sistema nervoso centrale del bambino, e quindi da non limitare!
15) LATTE VACCINO O LATTE DI CRESCITA
"Ho un figlio di un anno. Pensavo di potergli dare il latte vaccino ma la pediatra mi consiglia latte di crescita perché dice che quello vaccino contiene troppe proteine e sali minerali e manca il ferro! Sono perplessa".
Cara mamma, il latte vaccino è considerato unanimemente nel mondo scientifico un alimento da evitare durante il primo anno di vita, ma può essere introdotto in una dieta equilibrata a partire dalle età successive. Proprio per il suo alto contenuto proteico rispetto al latte materno, molti Pediatri consigliano di rimandarne il consumo dopo i tre anni; in verità, una dieta equilibrata con il giusto apporto di nutrienti può essere garantita anche con il latte di mucca, facendo attenzione a ripartire equamente le proteine nei cinque pasti principali. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Il latte di crescita è sicuramente una alternativa, anche se non necessaria: è vero che contiene quantità proteiche minori rispetto al latte intero, rappresentando così un alimento più adatto per la prevenzione del sovrappeso per le età future, ma è altrettanto vero che contiene una quantità di calorie e di zuccheri superiori rispetto al latte vaccino, vanificandone così i benefici di un apporto minore di proteine.
16) LATTE SCREMATO O INTERO?
"Il mio bimbo 20 mesi beve 250 ml di latte
di crescita la mattina, il pomeriggio e la sera, sentendo opinioni discordanti sul latte di crescita da 1 a 3 anni vorrei dargli il latte vaccino che beviamo noi, il dubbio è se darlo parzialmente scremato o intero. Vorrei sentire qualche opinione e le vostre esperienze, Grazie".
Cara mamma, senz’altro il suo bimbo di 20 mesi potrà assumere il latte vaccino senza problemi; nella scelta del tipo di latte, le consiglio di utilizzare il latte intero. Infatti non è tanto il consumo di grassi nei primi anni di vita che predispone all’aumento di peso nelle età successive, quanto l’eccesso di proteine, che quindi va evitato. D’altra parte, il consumo di grassi nei primi mesi della vita è fondamentale (e da non limitare) per l’importanza che ricoprono nello sviluppo del sistema nervoso.
17) LATTE FRESCO O UTH
"Il mio bambino ha un anno e la pediatra mi ha detto di passare a un latte a lunga conservazione. Voi mamme che latte date? Lo allungate?"
Cara mamma, a 12 mesi il suo bambino può assumere tranquillamente il latte vaccino fresco, privilegiando quello intero e senza necessità di alcuna diluizione. Non c’è motivo di scegliere un latte a lunga conservazione per il suo bambino, a meno che ovviamente non sia una esigenza di comodità per l’impossibilità di procurarsi il latte fresco.
18) LATTE DI CAPRA O DI ASINA AL POSTO DEL LATTE VACCINO
"Si può dare latte di asina o di capra al posto del latte vaccino? Quali gli eventuali vantaggi?"
Cara mamma,
non ci sono effetti benefici dimostrati nel privilegiare il latte di asina o di capra rispetto al latte vaccino. Il latte d’asina è molto meno proteico rispetto al latte vaccino, avvicinandosi alla composizione del latte materno eccetto che per un tenore lipidico inferiore, il che durante l’età infantile non costituisce un vantaggio; il latte di capra ha una composizione simile al latte vaccino in termini di concentrazione proteica e contiene acidi grassi di tipo diverso, che lo rendono digeribile ma ne caratterizzano il sapore rendendolo non gradito a tutti.
19) LATTE DI RISO AL POSTO DEL LATTE VACCINO
"Mio figlio di 18 mesi beve solo latte di riso senza zuccheri aggiunti. Ha iniziato a berlo verso l'anno perché il latte vaccino non l'ha mai accettato! La pediatra mi ha detto che non ci sono problemi".
Cara mamma,
il latte vaccino non è un alimento indispensabile nella dieta del bambino a patto che venga comunque assicurato il corretto apporto di calcio attraverso l’assunzione di yogurt, latti fermentati o formaggi. Il latte di riso è un latte vegetale, che ha caratteristiche molto diverse rispetto al latte vaccino o alle formule artificiali, avendo un tenore proteico nettamente inferiore e una maggiore concentrazione glucidica: va, quindi, adeguatamente bilanciata l’alimentazione del bambino, al fine di evitare squilibri nutrizionali.
20) LATTE DOPO I 2 ANNI
"Che tipo di latte date ai vostri bambini di 2 anni?"
Cara mamma, dopo i 2 anni di vita il suo piccolo può consumare tranquillamente qualsiasi tipo di latte, salvo motivazioni mediche che ne limitino l’assunzione. In particolare, il latte vaccino intero è un alimento completo ed equilibrato per i bambini dopo l’anno di vita; in commercio esistono anche latti formulati chiamati di crescita che sono modificati a partire dal latte vaccino e adattati per i bambini fino a tre anni con supplementazione di ferro e zinco e meno proteine. Tuttavia, il loro contenuto di glucidi e il loro apporto calorico sono superiori allo stesso latte di mucca; per questo motivo non forniscono sicuro beneficio ai piccoli in crescita.
21) INTOLLERANTE AL LATTOSIO: ALTERNATIVE
"Buongiorno vorrei chiedere alle mamme che come me hanno bimbi intolleranti al lattosio e latticini. Il mio bimbo ha 2 anni. Vorrei sapere chi usa latte di riso,mandorla,cocco,avena,vaniglia! Sono veramente disperata: singolarmente non gli piacciono tanto, vorrei sapere se qualcuno li mischia e quali sono i mix più buoni!"
Cara mamma,
i latti vegetali non contengono lattosio e possono costituire un’alternativa al latte come bevanda nel caso in cui il bambino, abituato ad assumerla, ne soffra la mancanza. Vanno però integrati adeguatamente nell’ambito di un’alimentazione corretta per evitare squilibri nutrizionali soprattutto in termini di apporto di calcio e vitamina D.
22) BEVANDE GASATE
"Quando avete fatto assaggiare le bevande gasate ai vostri bimbi? Io sono piuttosto contraria a darle. Credete sia troppo rigida?"
Cara mamma, la bevanda migliore per il suo bimbo è sicuramente l’acqua naturale, già da sola necessaria e sufficiente per l’idratazione quotidiana del nostro organismo; l’acqua frizzante è un’alternativa sicuramente meno valida, anche perché contiene gas che possono distendere stomaco e intestino procurando sazietà o dolori addominali. Per quando riguarda le altre bevande, ne sconsiglio il consumo a tutte le età, ma soprattutto nei primi anni di vita: per la quantità di zuccheri semplici in esse contenuti, sono infatti tra i principali indiziati nello sviluppo di sovrappeso e diabete di tipo 2 nelle età successive.
23) MERENDA/SPUNTINO
"Salve, mia figlia (14 mesi) a merenda non vuole mangiare lo yogurt e raramente la frutta (che preferisce per lo spuntino del mattino). Qualche consiglio/idea per una merenda merenda altrettanto sana?"
Cara mamma, le possibilità per una merenda sana per la sua piccola bimba di 14 mesi sono molteplici: deve comunque trattarsi di uno spuntino leggero e ricco in carboidrati a pronto utilizzo, per spezzare il digiuno tra pranzo e cena. Se la frutta e lo yogurt non sono di suo gradimento, può alternare fette biscottate con marmellata, merendine non farcite, dolci fatti in casa con pochi zuccheri o biscotti secchi e frollini, oppure le merende “salate”, cioè composte da pane con creme di verdure o con olio extravergine di oliva. Può anche eventualmente provare con grissini.
24) CELIACHIA/INTOLLERANZA AL GLUTINE
"Salve, quali sono i sintomi e quali gli esami per scoprire se il bambino è celiaco?"
Cara mamma, la celiachia è una malattia complessa con molte sfaccettature e gradi variabili di manifestazioni; mentre un tempo la sua prevalenza nella popolazione sembrava essere molto bassa, negli ultimi anni è stato dimostrato come anche sintomi lievi possano nascondere la malattia. La forma classica della patologia si manifesta principalmente dopo l’introduzione del glutine con rallentamento della crescita, diarrea e anemia; possono però associarsi con frequenza variabile altri sintomi come astenia, vomito, dolori addominali, dermatite o qualsiasi altra cosa legata al malassorbimento. La diagnosi è piuttosto semplice, e viene fatta con un esame del sangue che metta in evidenza la presenza di autoanticorpi. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
E' buona norma confermare successivamente la mattina con l’esecuzione di un esame più invasivo come la gastroscopia, che metterà in luce la presenza di alterazione della mucosa duodenale, tipiche della patologia.
25) OLIO SPECIFICO PER I BAMBINI
"Vorrei chiedervi consiglio su quale tipo di olio usare. E' necessario un olio specifico per bambini, che sono addizionati con sostanze varie, tipo vitamine e luteina?"
Cara mamma, a tutte le età della vita l’olio extravergine di oliva a crudo rappresenta il migliore condimento per il nostro organismo: esso infatti è ricco di acidi grassi, fondamentali per la crescita e lo sviluppo delle pareti cellulari e del sistema nervoso centrale, contiene vitamina D, utile per fortificare le ossa, ed è facilmente digeribile. Non è realmente necessario proporre olii formulati apposta per bambini, perché vitamine e micronutrienti saranno assunti in quantità adeguata in una dieta equilibrata e varia.
26) DIETA VEGANA A DUE ANNI
"Ho 18 anni e sono vegana da un anno, ho una bimba di due anni e vorrei che anche lei diventasse vegana, dato che nonostante io provo a darle la carne non la mangia, o la mangia a fatica....voi con i vostri bimbi come vi siete mosse ? Ovviamente chiederò alla pediatra, ma volevo un confronto."
Cara mamma, l’inserimento degli alimenti nella dieta di un bimbo rappresenta sempre una difficoltà, soprattutto se si tratta di cibi poco dolci; per questo la carne è spesso un alimento poco gradito dai nostri piccoli bambini. La dieta vegana in senso stretto è una dieta particolarmente restrittiva che generalmente viene sconsigliata per un organismo in crescita, che invece avrebbe bisogno di attingere da diverse fonti, animali e vegetali, i fondamenti per il suo benessere. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Per questo perseguirei con calma e pazienza nell’introduzione degli alimenti di origine animale, lasciando alla sua bimba la possibilità di scegliere in futuro con consapevolezza quello che più gradirà mangiare.
27) DIETA VEGETARIANA A 1 E 2 ANNI
"Ciao a tutti, io mi sto affacciando da poco alla dieta vegetariana e vorrei farla seguire anche alle mie bambine di 2 anni e mezzo e 1 anno. Devo rivolgermi ad un pediatra esperto nel settore?"
Cara mamma, l’alimentazione del bambino in crescita dovrebbe essere varia e abbracciare tutti gli alimenti che la nostra dieta fornisce. La dieta vegetariana può essere un’alternativa all’alimentazione onnivora a tutte le età; tuttavia, sia per adulti che per bambini, è sempre presente il rischio di creare squilibri nutrizionali, per la carenza di macro e micro nutrienti che la dieta vegetariana può dare. Se la sua convinzione culturale è quella di fornire una dieta vegetariana a suo figlio, le consiglio di rivolgersi ad un Medico esperto in nutrizione pediatrica: in tal modo sarà sicura di non fare mancare nulla.
28) NON VUOLE LA FRUTTA
"Ho un bimbo di 2 anni e ultimamente di magiare la frutta non ne vuole sapere, prima ovviavo dandogli lo yogurt alla frutta ma adesso sembra che non gradisca più neanche quelli. Consigli?"
Cara mamma, se suo figlio non riesce ad assumere la frutta in alcun modo bisogna trovare dei diversivi per fargliela accettare, visto la sua importanza all’interno di una alimentazione varia ed equilibrata. In primo luogo può provare a proporla in modi simpatici, tipo giocando con i colori o con le forme dei frutti per fargli dei simpatici piatti appetibili; può provare anche a fare dei gustosi spiedini di frutta, che spesso sono più graditi del frutto intero. Un’altra possibilità è quella di tentare di proporre la frutta omogeneizzata, meglio se fatta in casa; in questo modo potrà mantenere intatte le proprietà della frutta.
29) OBESITA' IN FAMIGLIA
"Salve il mio pulcino, di 1 anno, mangia molto; la mia paura è che diventi obeso, visto che nella mia famiglia tutti lottiamo con il peso. È vero che c’è una predisposizione familiare?"
Cara mamma, il sovrappeso e l’obesità sono condizioni la cui origine è multifattoriale, ovvero vi concorrono fattori genetici e ambientali. In una famiglia in cui i genitori abbiano problemi di peso, i bambini saranno sicuramente maggiormente predisposti allo sviluppo di sovrappeso per motivi biologici, ma probabilmente anche per il fatto che all’interno della famiglia non si segue un’alimentazione corretta. Per questo le consiglio di rivolgersi ad un Nutrizionista che possa fornirle le giuste indicazioni per una alimentazione corretta, in modo che tutta la famiglia regoli le proprie abitudini secondo le giuste quantità e qualità di alimenti.
30) COME CALCOLARE SE IL BIMBO E' OBESO
"Oggi la mia pediatra ha detto che mia figlia (25 mesi e mezzo) è obesa! Pesa 17 kg per 88 cm! Sono consapevole che sia in sovrappeso, ma obesa? Cosa ne pensate?"
Cara mamma, il sovrappeso e l’obesità infantili sono condizioni ben definite da parametri numerici precisi. A partire dai due anni di età esistono infatti delle curve di percentili per l’Indice di Massa Corporeo (BMI), che rappresenta un buon indice di valutazione del peso misurando il rapporto tra peso e altezza al quadrato. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Per quanto riguarda sua figlia, il valore di BMI è pari a circa 22 Kg/m2, valore che si assesta effettivamente nella fascia dell’obesità. Questo non vuole essere un’etichetta per la sua bimba, ma vuole soltanto rappresentare un parametro oggettivo di rischio per le patologie che in età adulta possono essere correlate al peso; per questo la sua Pediatra saprà senz’altro consigliarle come aggiustare questo valore attraverso una corretta alimentazione e un’adeguata attività fisica, in modo da permettere alla sua bella bimba di rientrare nelle curve di crescita consone all’età.
31) QUANTI PASTI AL GIORNO
"Salve, un bimbo di due anni quanti pasti deve fare al giorno? Grazie".
Cara mamma, l’alimentazione di un bambino di due anni è ormai molto simile a quella di un adulto, e da essa differisce fondamentalmente soltanto per le quantità di alimenti assunte. Il processo di passaggio dall’alimentazione del neonato e del lattante a quella di un bambino più grande è molto variabile a seconda del contesto familiare, ma il consiglio che posso darle per suo figlio di due anni è quello di ripartire la sua alimentazione in 5 pasti giornalieri, che sono rappresentati dai tre principali (colazione, pranzo e cena) intervallati dai due spuntini di metà mattinata e del pomeriggio.
32) FA I CAPRICCI CON LA MAMMA
"La mia bambina ha 15 mesi e quando ci sono io non vuole mangiare. Quando le dava da mangiare mia madre finiva tutto il piatto e senza capricci! A me dice no! E vuole mangiare da sola col cucchiaino! E butta tutto per terra o sul seggiolone... lo fa apposta? Perché?"
Cara mamma, i capricci a tavola sono spesso una tappa della crescita dei bambini, e possono sottintendere molte cose: paura della novità, del distacco dalla madre, bisogno di attenzione, possono essere risposte a stress momentanei, magari vissuti lontano dall’ambiente familiare, per esempio a scuola, o con gli amichetti…possono essere, cioè, espressione di un reale disagio del bimbo, ed in questo caso va assolutamente capita la causa del capriccio, prima ancora di procedere a castighi o punizioni. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Che, per la verità, non sortiscono quasi mai l’effetto sperato: molto meglio, quindi, cercare di spiegare/dimostrare al piccolo la nostra presenza, il nostro affetto, e piuttosto premiare il comportamento “giusto”. La differenza di atteggiamento con la nonna dimostra che la sua bambina ha una “questione” aperta con lei, per cui cerchi di analizzare la vostra situazione familiare e sono convinta che riuscirà a capire l’origine del disagio.
Per quanto riguarda l’atteggiamento della sua bimba che vuole mangiare da sola, si tratta di un atteggiamento normale espressione della crescita e del bisogno di autonomia; non deve partire dal presupposto che lo faccia apposta, e il prezzo da pagare sarà sicuramente un po’ di caos in cucina!
33) A 2 ANNI MANGIA SOLO PASTINA E OMOGENEIZZATI
"Salve, sono disperata, mio figlio di quasi 27 mesi mangia solo pastina piccola e omo, quando provo a fargli la pasta più grande con la salsiccia non mastica e non ingoia. Come posso fare?"
Cara mamma, il suo bimbo presenta una sorta di desiderio di rimanere “piccolo”, probabilmente si tratta dell’espressione della difficoltà di affrontare i cambiamenti insiti nella crescita, tra cui quelli dell’alimentazione. Il suo bimbo a mio avviso presenta la necessità di sentire vicina la sua mamma, di essere coccolato, di rinforzare la sua certezza che lei ci sarà sempre ad accompagnare la sua crescita. Credo, quindi, che la migliore strategia sia quella di proporre gradualmente le novità con serenità e affetto, cercando di sminuzzare gli alimenti in pezzi piccoli in modo che lui non abbia difficoltà di approccio; cerchi inoltre di variare le proposte e non aver fretta, rispettando i tempi del suo bambino.
34) MANGIA SOLO PAPPINE
"Ho un bimbo di 15 mesi che mangia ancora le pappine. Mia suocera e le mie cognate mi stressano perché ritengono che sia abbastanza grande per mangiare esattamente come i grandi ma tutte le volte che provo a dare carne a pezzettini, pasta e non pastina, e frutta a pezzi si stravolge in viso e rigurgita tutto! Adora invece passati di verdure ed omogeneizzati. Io piuttosto che vederlo rovesciare, preferisco ancora assecondarlo, ma quando sono da mia suocera mi vengono quasi i sensi di colpa, quasi che trattassi mio figlio ancora da neonato". >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Cara mamma, il suo bimbo presenta una sorta di desiderio di rimanere “piccolo”, probabilmente si tratta dell’espressione della difficoltà di affrontare i cambiamenti insiti nella crescita, tra cui quelli dell’alimentazione. Il suo bimbo a mio avviso presenta la necessità di sentire vicina la sua mamma, di essere coccolato, di rinforzare la sua certezza che lei ci sarà sempre ad accompagnare la sua crescita. Credo, quindi, che la migliore strategia sia quella di proporre gradualmente le novità con serenità e affetto, cercando di sminuzzare gli alimenti in pezzi piccoli in modo che lui non abbia difficoltà di approccio; cerchi inoltre di variare le proposte e non aver fretta, rispettando i tempi del suo bambino.
35) LATTE E BISCOTTI, INFLUENZA E NASCITA FRATELLINO.
"Mio figlio di due anni non vuole più mangiare niente e vuole solo il biberon con latte e biscotti a colazione, pranzo e cena. Prima mangiava normalmente (anche se tutto frullato perché i pezzi non li ha mai graditi), ma adesso non ne vuole sapere più niente, si mette a piangere appena vede il piatto. Tutto è iniziato dopo una brutta influenza con febbre alta. Aggiungo che gli è nato un fratellino 3 mesi fa".
Cara mamma, spesso gli eventi stressanti nella vita dei nostri bambini (nel suo caso la nascita del fratellino) provocano scombussolamenti di grande entità nei loro processi interiori e quindi nella loro capacità di adattarsi ai cambiamenti. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Il suo bimbo presenta sintomi di “regressione” che si correlano con la gelosia nei confronti del fratellino piccolo (che mangia solo latte) che gli ha rubato l’attenzione della mamma. Le consiglio di cercare di dedicargli più tempo e attenzioni possibile, cercando di farsi aiutare nella riorganizzazione della nuova gestione familiare in modo da ritagliare il tempo da dedicare al suo bambino “grande”, per coccolarlo molto cercando di rassicurarlo sulla sua presenza. Dovrà armarsi di pazienza ma vedrà che se si sentirà sicuro di non essere stato messo da parte il suo bimbo tornerà a mangiare come prima!
36) COME FARA' ALLA SCUOLA MATERNA?
"Ho un bimbo di 30 mesi che a settembre andrà alla scuola materna. Ancora adesso mangia tutto frullato, brodo vegetale e dentro carne frullata, pesce frullato. Mangia l'uovo cucinato esclusivamente a la "coque", mangia bastoncini di pesce e mangia supplì. Quando gli proponiamo qualcosa di diverso non vuole assolutamente assaggiarla. E poi è ancora imboccato e quando mangia deve essere distratto in mille modi altrimenti non apre la bocca. Allora mi domando: come farà quando andrà all'asilo? Starà sempre a digiuno?"
Cara mamma, per aiutare il suo bimbo ad abituarsi ai “pezzetti” può proporglieli gradualmente, non pretendendo che ne mangi un intero piatto ma proponendogli un alimento che sicuramente gli piace all’inizio del pasto, che sarà poi seguito dalla sua solita pappa. Lo stesso per il discorso dell’imboccamento: gli lasci dei pezzettini nel piatto con cui il bimbo possa giocare, succhiandoli, pasticciandoli, dovrà mettere in conto un po’ di caos in cucina ma renderà più divertente e stimolante l’approccio del suo bimbo al cibo. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Sicuramente lei e il suo bimbo dovrete dedicare a questi aspetti tanta energia e attenzione, in modo da arrivare il più possibile preparati al momento dell’ingresso alla scuola materna; tenga presente però che spesso l’ingresso in comunità costituisce esso stesso uno “sblocco”, perché il piccolo potrà vedere ed imitare ciò che fanno i compagni: se riuscisse quindi a far frequentare gradualmente la comunità al suo bimbo (per esempio uno spazio gioco, una ludoteca…), per poche ore alla settimana e se possibile comprendendo i pasti, lui sicuramente ne gioverebbe.
37) CIBO E NIDO
"Ciao a tutte! Ho una bimba di 15 mesi e da sempre sul cibo è una lotta. Da neonata era pigra a tirare il latte, sempre sottopeso con lo svezzamento il rapporto con il cibo è andato migliorando, anche se non riesco a togliere il biberon del tutto. Mia figlia però riuscivo a tenerla a tavola nel seggiolone sia a pranzo che a cena, pasti in cui siamo presenti sia io che il mio compagno. Con il suo piattino ha sempre voluto mangiare da sola e tutto andava bene finché non è iniziato il nido a fine settembre. Lei frequenta il nido solo due giorni a settimana, ma sono bastati per avere ricevuto un trauma da pappa. Di punto in bianco dopo tre settimane dall'inizio del nido, Lara ha rifiutato con pianti, urla di sedersi nel seggiolone a mangiare e in più non voleva saperne di mangiare nel piatto...speravo che il nido mi aiutasse nell'alimentazione, invece ha peggiorato la situazione.
Ad oggi non riesco a far andare Lara nel seggiolone. Mangia con noi seduta su una sedia accanto, super-vigilata, ma non è quello che sarebbe meglio per lei. Non so come fare per risolvere questa situazione e tornare anche a farle apprezzare il cibo. Sto provando a inventarmi piatti e impiattamenti accattivanti, ma il più delle volte è un fiasco...Per l'età di Lara (15 mesi) c'è una quantità di latte di accrescimento massima che dovrebbe prendere o posso tranquillamente darne in abbondanza?"
Cara mamma, da quello che racconta mi sembra che Lara stia vivendo un periodo di particolare stress emotivo, probabilmente correlato all’inizio del nido; il suo comportamento non mi stupisce affatto, ed è assolutamente compatibile con il comportamento di una bimba della sua età. >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Il cibo è spesso la valvola di sfogo dei bambini, quindi su questo fanno leva per dimostrare il loro disagio nei confronti di qualsiasi cosa; dal vostro punto di vista, non dovete assecondare i capricci in quanto tali, ma cercare di comprendere quali possono essere le soluzioni più utili per Lara. Sicuramente tenerla seduta vicino a voi, purché vigilata, la farà sentire più tranquilla senza che questo sviluppi cattive abitudini. Per quanto riguarda il latte di crescita, va considerato alla stregua di qualsiasi altro cibo, trattandosi in tutto e per tutto di un alimento e non di una semplice bevanda; peraltro, considerando il solo potere calorico, è addirittura superiore rispetto al latte vaccino. Per questo le consiglio di non eccedere in quantità, fornendo un massimo di circa 500 ml al giorno di latte di crescita, più che sufficiente per le richieste nutrizionali della piccola Lara.
38) CAPRICCI
"Ciao a tutte, mio figlio ha 17 mesi che ha un discreto appetito ultimamente ogni volta che deve mangiare non vuole farlo. In realtà tutto il giorno mangia brioche, succhi, io cerco di oppormi a tutto ciò ma poiché è una testa dura come la madre o quello o non mangia. Ho tentato anche di non farlo mangiare ma poi si sveglia durante la notte e sono costretta a fargli il biberon a volte lo ammetto perdo la pazienza (divento nervosa e più cattiva). Ma poi ci soffro tantissimo! Aiutatemi!" >>>> CONTINUA NELLA PAGINA SUCCESSIVA>>>>
Cara mamma, i bambini vanno spesso incontro ad alternanza di periodi con un buon feeling con il cibo ad altri di rifiuto pressoché totale senza che apparentemente vi siano motivi. I bambini conoscono perfettamente ansie e punti deboli dei genitori e sanno come giocarci; accontentarli in tutto con “premi” nutrizionalmente sbagliati porta più svantaggi che benefici, soprattutto in vista di un’abitudine alimentare che verrà perpetrata anche in futuro. Anche il digiuno punitivo è poco educativo e non raggiunge lo scopo di abituarlo a mangiare adeguatamente. Piuttosto cerchi di capire se questi periodi possono essere correlati con particolari stress del bambino, e cerchi di affrontare questi momenti con allegria e buon umore: il bambino deve vivere il momento del pasto con spensieratezza. Alternare spesso cibi diversi e proporli in maniera simpatica può essere un buon inizio!