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Il bambino è allergico agli acari della polvere

di Angela Bisceglia - 10.02.2022 - Scrivici

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Il bambino è allergico agli acari della polvere: come diagnosticare e curare l'allergia agli acari della polvere. Cosa fare e come prevenire

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Il bambino è allergico agli acari della polvere

Hai appena fatto il prick test al tuo bambino e il responso è stato: allergico agli acari della polvere. E adesso che si fa? Cerchiamo di capire quali sono i sintomi che possono farci pensare ad un'allergia di questo tipo, cosa fare e come avviene la diagnosi.

Gli acari: che cosa sono e dove vivono

Gli acari della polvere sono minuscoli animaletti, parenti stretti dei ragni, invisibili a occhio nudo, con dimensioni variabili da 0,2 a 0,4 millimetri. Hanno un ciclo vitale di circa un mese e mezzo, durante il quale crescono, si riproducono, muoiono: uova, feci e resti dei loro organismi sono tutti fonti di allergeni, cioè sostanze che possono provocare allergie.

"Si possono tranquillamente definire nostri coinquilini, dal momento che vivono in tutte le nostre case" fa notare Elio Novembre, responsabile della Struttura di allergologia dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Che prosegue: "Gli acari si nutrono delle scaglie di pelle che perdiamo di continuo durante il normale ricambio cellulare, e vivono bene a temperature temperate (20-30°) e con un tasso di umidità superiore al 50%. Per questo, imbottiture di materassi e cuscini sono ambienti ideali per la loro proliferazione".

Di per sé non sarebbero 'cattivi': il problema è che hanno un elevato potere allergizzante e, se il bambino risulta allergico, possono causargli parecchi fastidi.

I sintomi dell'allergia agli acari della polvere

Sono possibili essenzialmente due forme di allergia agli acari: la rinite allergica (una sorta di raffreddore) e, nelle forme più gravi, l'asma bronchiale.

"La comparsa dei sintomi è preceduta da una fase di sensibilizzazione, in cui l'organismo si prepara a reagire ma ancora non ci sono manifestazioni" commenta Novembre. "Dopo questa fase, compaiono i disturbi. In genere si comincia con la rinorrea, il classico naso che cola, accompagnata da starnuti e prurito al naso e agli occhi. Se la sensibilizzazione aumenta, le mucose si gonfiano ed il bambino ha spesso il naso chiuso, in più compaiono attacchi di tosse stizzosa.

Come gradino successivo può presentarsi il broncospasmo, con il classico 'fischietto' durante la respirazione, fino al vero e proprio attacco asmatico. In questo caso si vede proprio che il bambino ha 'fame d'aria', poiché aumenta la frequenza respiratoria e si può vedere una rientranza alla fossetta centrale della gola (il giugulo) durante l'inspirazione".

Come si fa la diagnosi

Per sapere se si è allergici agli acari della polvere - o ad altre sostanze - basta fare un semplice test cutaneo con il quale si applicano sulla pelle i principali possibili allergeni. In caso di allergia agli acari, dopo qualche minuto si formano due pomfi in corrispondenza delle due specie utilizzate nel test, il Dermatophagoides Pterorissinus ed il Dermatophagoides Farinae.

Il test si considera positivo se il pomfo è di diametro superiore a 3 mm e, quanto più grande è il diametro, tanto maggiore è la sensibilizzazione allergica

Cosa fare in casa per sconfiggere gli acari

Tocca sostituire letto e materasso e dire addio a peluche, tende e tappeti, magari in tutta la casa? In realtà non è il caso di essere così drastici, però alcune accortezze dovranno essere adottate. Se il bimbo risulta allergico, infatti, la prima cosa che il medico raccomanda di fare è la bonifica ambientale. Niente paura: si tratta solo di prendere una serie di accorgimenti per limitare il contatto del piccolo con gli allergeni. Ecco quali.

1. Controllare l'umidità

Gli acari hanno difficoltà a sopravvivere se l'umidità scende sotto il 50-55%. Per misurare il tasso di umidità è sufficiente un normale igrometro (si trova anche nei centri commerciali).

Per abbassare l'umidità occorre: aerare spesso gli ambienti, specialmente la camera del bambino e le stanze in cui se ne produce di più, come bagno o cucina; evitare l'uso di umidificatori; evitare di stendere in casa i panni bagnati. Inoltre, se in casa tendono a formarsi muffe o condense è bene utilizzare un deumidificatore.

2. Foderare materassi e cuscini con rivestimenti antiacaro

"Poiché materassi e cuscini sono i nidi per eccellenza degli acari, questa è una delle misure ritenute più efficaci dalla comunità scientifica" raccomanda Novembre.

I rivestimenti antiacaro sono fodere certificate realizzate da ditte specializzate, a trama molto fitta in microfibra liscia, che avvolgono completamente materassi e cuscini, con una chiusura a cerniera che li isola completamente. Ogni settimana va comunque passato sulle fodere un panno umido per rimuovere la polvere superficiale. Se nella cameretta del bambino allergico dorme anche un fratellino, lo stesso rivestimento dovrà essere utilizzato anche per il letto di quest'ultimo. Anche i piumoni andrebbero rivestiti con copertura antiacaro, oppure sostituiti con coperte sintetiche lavabili a 60°C. I rivestimenti antiacaro vanno lavati ogni 4-6 mesi a 60°C.

Cuscini o coperte al sole: utile solo in estate
Esporre all’aria coperte e cuscini è sempre una buona abitudine, ma per uccidere l'acaro ci vorrebbe il sole caldo dell’estate, al quale la biancheria dovrebbe restare esposta per almeno tre ore.

3. Eliminare la polvere dalle superfici e da pavimenti e tappeti

È un'altra delle raccomandazioni basilari: bisogna rimuovere, possibilmente ogni giorno, la polvere dalle superfici e da pavimenti/tappeti. Le operazioni di pulizia devono essere effettuate quando il bambino non è in casa, dal momento che si solleva polvere che poi impiega circa 1-2 ore per depositarsi nuovamente.

Per le superfici è consigliabile adoperare un panno umido, che asporta la polvere senza sollevarla, mentre per il pavimento va usato un aspirapolvere con filtri efficienti.

Dalla cameretta del bambino inoltre vanno eliminati tendaggi pesanti (vanno bene le tendine a vetro), moquette, tappeti e librerie a vista (i libri vanno eventualmente messi in vetrinette chiuse o in scatole con coperchio). Tutto questo perché da pavimenti, arredi e oggetti la polvere deve poter essere rimossa facilmente.

Pulizia a vapore? Discutibile
È vero che il vapore, raggiungendo temperature elevate, può uccidere gli acari, tuttavia per essere sicuri della sua efficacia bisognerebbe posizionarlo per almeno 30 minuti su ogni singola zona da pulire” commenta l'allergologo Elio Novembre. “In più, gli elettrodomestici a vapore diffondono nell’ambiente una notevole umidità, che resterebbe intrappolata tra le fibre di materassi o divani, favorendo la crescita di acari e di muffe”.

4. Peluche in lavatrice a 60° ogni 15 giorni

Se il bambino è abituato a dormire con un peluche, non è il caso di privarlo del suo compagno, ma bisogna ricordare che dovrà fare un 'bagnetto' in lavatrice a 60° per almeno 30 minuti ogni due settimane. Meglio ancora se prima del bagnetto è stato in freezer per 24 ore.

5. Niente lotta con i cuscini

Certo, soprattutto se ci sono fratellini, fare la lotta con i cuscini o saltare su letti e divani può essere molto divertenti, ma sarebbe meglio evitare.

E a proposito di divano: l'ideale sarebbe se fosse rivestito in pelle, altrimenti si può coprire con un copridivano in tessuto spesso, da lavare periodicamente a 60°, o, meglio, con un tessuto in microfibra simile a quello utilizzato per le fodere dei materassi.

6. Condizionatori, occhio ai filtri

I condizionatori possono essere usati, anche nella stanza del bambino allergico, purché siano dotati di filtri efficienti, che vanno comunque rimossi e puliti periodicamente (la frequenza dipende dall'utilizzo che se ne fa).

7. Niente fumo!

Non fumare in casa. Il fumo infatti è un agente irritante, che può aggravare le manifestazioni allergiche del bambino. Meglio evitare anche odori molto intensi, per esempio di vernici e colori, di fiori, di profumi e cosmetici e vapori di combustione di carbone e legna.

Bombolette con acaricidi: meglio evitarle

Esistono da tempo in commercio bombolette spray contenenti sostanze acaricide, come benzoati o permetrine . "Il loro utilizzo è controverso sia perché, spruzzate su materassi e imbottiture varie, distruggono solo gli acari in superficie, sia perché contengono sostanze chimiche che alla lunga possono risultare tossiche per cute e mucose" sottolinea l'allergologo Elio Novembre. Inoltre, va sottolineato il fatto che - se non viene rimosso - anche da morto l'acaro può continuare a diffondere le sue sostanze allergizzanti.

Che cosa succede se il bambino continua ad essere esposto agli allergeni?

“Dipende da fattori genetici individuali e da fattori ambientali” risponde l’allergologo: “c’è chi, pur allergico, non ha disturbi se non una leggera rinite, e chi, specie se esposto frequentemente ad ambienti in cui c’è molta polvere (l’esempio classico è quello delle soffitte o delle camere con moquette o delle biblioteche), può sviluppare sintomi più fastidiosi ed intensi, come l’asma. In generale, meno il bambino allergico è esposto agli allergeni, meglio sta e meno gravi possono diventare nel tempo i suoi sintomi”.

Trattamenti e terapie farmacologiche

Ma che cosa si può fare per far star meglio un bambino con sintomi allergici? "La raccomandazione di base è quella di effettuare al bisogno lavaggi nasali con soluzione fisiologica, sia per rimuovere le secrezioni sia per pulire le superfici mucose" afferma Novembre.

Per quanto riguarda i medicinali, l'approccio terapeutico varia ovviamente a seconda dei sintomi e va definito sempre dal pediatra o dall'allergologo. "Per gli attacchi di rinite acuta, con rinorrea, starnuti e prurito nasale, si possono somministrare localmente per alcuni giorni cortisonici spray oppure antistaminici spray o per bocca" spiega l'esperto.

"Se invece il sintomo è l'asma bisogna innanzitutto valutare l'entità del problema. Per l'attacco asmatico sono utili farmaci broncodilatatori come il salbutamolo, da somministrare per nebulizzazione o spray con distanziatore, più eventuali cortisonici per bocca; se, oltre all'asma, è presente anche un'infiammazione a livello bronchiale indotta dall'allergia, si deve ricorrere cortisonici inalatori a basso dosaggio per un periodo di tempo adeguato".

La desensibilizzazione

La desensibilizzazione si prende in considerazione quando, nonostante una bonifica ambientale fatta bene e nonostante la terapia farmacologica (che in ogni caso deve prevedere pochi medicinali e cicli di breve durata) il problema non si risolve ed i disturbi sono di entità significativa.

La desensibilizzazione consiste nella somministrazione continuativa - in genere per via sublinguale o sottocutanea - di estratti purificati derivati proprio dagli acari della polvere, che riducono nel tempo i sintomi e la sensibilizzazione. È una terapia efficace ma impegnativa, dato che dura almeno tre anni; in più, il costo è variabile a seconda delle regioni (in alcune il costo può essere a totale carico del paziente). Si tratta quindi di un aspetto da discutere preventivamente con i genitori.

Fonti per questo articolo

  • consulenza di Elio Novembre, responsabile della Struttura di allergologia dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze
  • materiale informativo sulla rinite allergica dell'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù;
  • materiale informativo del Servizio sanitario inglese sulle allergie.

Revisionato da Francesca Capriati

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