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Allergie in aumento, bambini troppo puliti

di Angela Bisceglia - 10.03.2009 - Scrivici

I fattori che hanno causato l'incremento delle allergie sono molteplici. Tra questi, l'eccessiva pulizia in cui vivono soprattutto i neonati e l'uso improprio degli antibiotici.

Non c’è dubbio: le allergie sono un fenomeno in aumento. in Italia, così come in tutti i Paesi sviluppati come l’Italia, il 10% dei bambini al di sotto dei 14 anni soffre di asma bronchiale (nell’80% dei casi provocata da allergie), il 18-20% soffre di rinite allergica, mentre il 10 % può presentare dermatite atopica.

I dati sono emersi nel corso della Quarta Giornata del Bambino Allergico, organizzata a Roma lo scorso 13 febbraio dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Alama (Associazione laziale asma e malattie allergiche), Federasma (Federazione italiana delle associazioni di sostegno dei malati asmatici e allergici) e Siaip (Società Italiana Allergologia e Immunologia Pediatrica).

Un boom di allergie. Delle percentuali sicuramente più alte rispetto al passato: “Nel nostro Paese – mette in evidenza il Professor Giovanni CavagniResponsabile di Allergologia Pediatrica pressol’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - dal 1950 ad oggi, si è passati da un 10% della popolazione colpita in generale da una manifestazione allergica, ad un allarmante 30%, che include bambini ed adolescenti in età scolare. Un vero e proprio boom di al­lergie, tale da considerarle oggi una vera e propria malattia sociale.”

Siamo troppo ‘puliti’. Quali le cause di questo incremento? “I fattori sono molteplici - risponde il prof. Giovanni Cavagni - Innanzitutto il fenomeno va collegato alle condizioni di eccessiva pulizia - per non dire proprio di sterilità - in cui vivono i nostri bambini, soprattutto nei primi mesi dopo la nascita".

“Per carità, sicuramente il miglioramento della qualità della vita e delle condizioni igieniche nelle quali viviamo oggigiorno ha portato a ridurre l’incidenza di alcune malattie anche gravi, come la tubercolosi o l’epatite B, ma col bambino sano non bisogna esagerare a creare preventivamente un ambiente troppo sterile”.

Il sistema immunitario rischia di ‘confondersi’.

“In condizioni normali, infatti, il nostro sistema immunitario riesce a capire bene quali sono i ‘buoni’ e i ‘cattivi’ e, man mano che matura, si adatta a combattere germi, virus e batteri, che riconosce come suoi nemici, mentre impara a tollerare quel che gli fa bene e gli serve per nutrirsi” prosegue il prof. Cavagni. “Se l’ambiente che circonda il bambino predisposto all’allergia è troppo sterile, i ‘cattivi’ vengono meno.

La conseguenza? Il sistema immunitario, non trovando più i bersagli esterni cui è deputato naturalmente, va alla ricerca di nuovi nemici da combattere, e li individua tra le prime sostanze con le quali è venuto a contatto sin dalla vita fetale, ossia gli alimenti assunti dalla mamma durante la gravidanza. E il bello è che il più delle volte si tratta proprio degli alimenti più comuni, come il latte e le uova (non a caso invece tra i Paesi scandinavi l’allergia alimentare più diffusa è quella al merluzzo)”.

Un’igiene intelligente. Insomma, potremmo dire che un eccesso di pulizia fa più male che bene? “La pulizia è un bene, è l’eccessivo uso di prodotti disinfettanti che fa male” precisa l’allergologo. “Se un bambino è sano, non bisogna esagerare a creare preventivamente un ambiente troppo sterile, così come non è corretto isolarlo da tutti i suoi ‘nemici’ e metterlo come in una campana di vetro per prevenire ogni possibile infezione. Bisogna che l’organismo si abitui all’ambiente; un graduale contatto con i germi fa sì che il bambino costruisca giorno dopo giorno la sua memoria immunologia. Più si ritarda questo contatto, più c’è il rischio di ammalarsi.

È bene allora che il bambino giochi e si sporchi: dopo si laverà le mani, ma semplicemente con il sapone. Lasciamo stare detergenti antisettici, che ha senso usare in ambiente ospedaliero o in presenza di una ferita.

Occhio agli antibiotici! Attenzione anche all’uso improprio di antibiotici, spesso somministrati ai bambini troppo alla leggera: attaccare un nemico al primo segnale ‘mette a riposo il sistema immunitario’.e non gli consente di confrontarsi ‘sul campo di battaglia’: l’antibiotico infatti agisce come killer dei germi al posto del sistema immunitario!

Consulenza: Prof. Giovanni Cavagni – Responsabile dell’Unità Operativa di Allergologia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

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