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Esclusi dalle graduatorie al nido? Arriva l'asilo autogestito

di Concetta Desando - 03.09.2013 - Scrivici

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È un asilo autogestito per bambini dai sei mesi ai tre anni. Aperto dal lunedì al giovedì per sette ore al giorno, una mamma a turno prepara il pranzo e le rette da pagare sono più o meno a metà tra il minimo (180 euro) e il massimo (480 euro) della quota prevista dagli asili nido comunali.

Non è un vero e proprio asilo nido e neanche un baby parking dove lasciare i bebè in caso di emergenza. Ma un progetto di cura dei piccoli del tutto autogestito e nato proprio da un’emergenza. La causa si chiama Ugo, l’effetto è il Laboratorio Sottosopra.

Ugo è un frugoletto di un anno escluso dal nido di Milano per un problema di residenza. Maddalena, la sua mamma, ha cercato una soluzione alternativa: con l’amica Emanuela ha creato un laboratorio permanente per i piccoli lasciati fuori dal nido del Comune.

“Sì è proprio un laboratorio – spiega Emanuela Leva, educatrice, - perché se in un nido tutto è standardizzato con un certo fasciatoio, la cucina fatta in certo modo e tutte le cose eseguite seguendo un iter e determinate regole, da noi tutto è in costruzione: i genitori partecipano nella realizzane dei mobili, una mamma a turno prepara il pranzo e per i bimbi abbiamo pensato a un laboratorio in cui costruire i giocattoli”.

Niente di più alternativo, insomma. Non a caso il Laboratorio Sottosopra è una delle poche realtà di asili autogestiti in Italia, e il primo con bimbi così piccoli in età da nido, da sei mesi a tre anni. Il laboratorio, nato come associazione, si trova a Medionauta, uno spazio nella zona Isola di Milano e accoglie i bambini dal lunedì al giovedì per sette ore al giorno. I genitori sono parte attiva dell’iniziativa: tutti sono soci dell’associazione, si occupano del pranzo, possono sostituire l’educatrice in caso di malattia e almeno una volta al mese partecipano alle riunioni per valutare insieme alle educatrici il percorso formativo dei figli. Le rette da pagare sono più o meno a metà tra il minimo (180 euro) e il massimo (480euro) degli asili nido comunali. Così, non solo il genitore ha la possibilità di risparmiare qualcosa, ma anche di partecipare attivamente alla cura del piccolo.

Insomma, un asilo anche partecipativo: “La nostra pedagogia si ispira al metodo pizzigoniano e alla scuola non autoritaria, vogliamo creare uno spazio dove la formazione sia un’esperienza collettiva” continua Emanuela. (LEGGI ANCHE: IL PRIMO DISTACCO DALLA MAMMA)

Per il momento è prevista un’educatrice ogni cinque bambini, ma non è esclusa la possibilità di crescita. “Se entro settembre raggiungeremo un numero elevato di adesioni all’iniziativa contatteremo altre educatrici” spiega Emanuela. Il progetto, però, non vuole certo fermasi a Milano: “Sarebbe bello creare una rete in tutta Italia: dopo aver fatto circolare la notizia di sui social network, molte mamme ci hanno scritto per sapere come creare un progetto simile a S.O.S. Non è escluso, quindi, che nascano altre iniziative. Del resto, sono molti i bambini esclusi dal nido, soprattutto se figli di mamme freelance o partite ive, non considerate lavoratrici a tempo pieno”.

Per contattare il laboratorio e aderire all’iniziativa oppure per avere delucidazioni su come creare una realtà di questo tipo potete contattare le responsabili a questo indirizzo mail: sottosopra.laboratorio@gmail.com

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