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Chemioterapia e radioterapia: i bambini possono visitare i parenti in cura?

di Valentina Murelli - 09.06.2016 - Scrivici

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Fonte: Science Photo Library
In molte famiglie ci sono persone malate di tumore, che si sottopongono a chemioterapia o radioterapia. Per i bambini che vanno a trovarli non ci sono problemi: a parte alcuni casi specifici, i farmaci non provocano effetti a chi sta vicino ai pazienti. Bisogna però valutare se la visita dei piccoli è davvero opportuna, per loro e per gli ammalati.

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Una nonna, uno zio, un caro amica di famiglia, a volte addirittura un genitore: in molte famiglie succede di avere a che fare con una persona ammalata di tumore

, che dunque si sottopone a terapie percepite come "pesanti" e pericolose perfino per gli altri: chemioterapia e radioterapia. Che fare, in questi casi? I bambini possono andare a trovare la persona in terapia? I farmaci e le radiazioni utilizzate sono sicuri o possono rappresentare un rischio per la loro salute? Ecco l'opinione dell'oncologo Giuseppe Procopio, responsabile del dipartimento di oncologia genitourinaria dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano.

Chemio e radio del tutto sicure per i visitatori


"Diciamolo chiaramente: la persona che sta facendo una chemioterapia o una radioterapia non rappresenta alcun pericolo per chi le sta intorno. Non è in alcun modo contagiosa o infettiva né i farmaci o le radiazioni che assume possono danneggiare chi la va a trovare" spiega Procopio.

Dunque il messaggio è chiaro: se il nonno o la zia sono malati, stanno facendo la chemio e avrebbero piacere di vedere il nipotino, per il piccolo - come per tutti gli altri visitatori - non ci sono problemi. "Questo vale sia per le chemioterapie tradizionali, sia per quelle più innovative, come l'immunoterapia o la terapia con farmaci biologici" sottolinea l'oncologo. Idem per la radioterapia: via libera alle visite.

"L'unica eccezione riguarda i casi in cui vengono assunte sostanze radioattive, come avviene per certi esami diagnostici come la scintigrafia ossea o per certe terapie. In questi casi il paziente deve evitare di stare vicino ad altre persone per un certo numero di ore e bisogna prestare attenzione a eventuali contatti con urine e feci, che potrebbero contenere residui della sostanza radioattiva. In ogni caso, al momento del trattamento lo specialista gli spiegherà esattamente come bisogna comportarsi".

In generale, se proprio sussiste il dubbio, la cosa migliore da fare è chiedere al medico che somministra la terapia se ci sono rischi per eventuali visitatori.

Una questione di opportunità


"Posto che radioterapie e chemioterapie non danno problemi ai visitatori, bisogna valutare caso per caso, specialmente quando si tratta di visite in ospedale, se l'incontro con il bambino è davvero opportuno" afferma Procopio.

In ospedale, infatti, è facile venire in contatto con agenti infettivi e per il bambino questo potrebbe rappresentare un rischio, soprattutto se è piccolo.

Se non c'è urgenza, forse si potrebbe rimandare la visita a quando il parente malato sarà tornato a casa.

"L'altro problema riguarda invece il malato stesso" sottolinea l'oncologo. "Chi sta facendo chemioterapie o radioterapia è un soggetto fragile: un bambino potrebbe essere veicolo di infezioni innocue per lui ma più pericolose per il parente malato". Anche in questo caso, può valere la pena sentire il medico per valutare se ci sono le condizioni per una visita.

Altre fonti per questo articolo: Materiale informativo su OncoLink; Materiale informativo su Cleveland Clinic.

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