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Sos bimbo in affido

di Nostrofiglio Redazione - 09.12.2011 - Scrivici

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"La mia famiglia d'origine ha preso in affido un bimbo tre anni fa. Ora ha dieci anni e fa la quinta elementare. Io l'ho sempre seguito molto con i compiti ma tra due mesi partorirò la mia bimba e sono preoccupata perché avrò meno tempo da dedicargli." Una lettrice chiede consiglio a Adriana, la nota tata del programma tv Sos tata.

Salve Adriana, la mia famiglia ha preso in affido Mattia tre anni fa, ora il bambino ha 10 anni e fa la quinta elementare. Finché anche io ero in casa lo seguivo nei compiti quotidianamente, ma da due anni mi sono sposata e sono andata a vivere a 20 km di distanza. Ora vado da lui due pomeriggi alla settimana per controllargli i compiti. Quando sa che ci sono io fa tutti i compiti, ma con mia madre (che lo segue in linea generale) no. Anche farlo studiare è molto complicato, cerca sempre di 'fregarci' e devo sgridarlo un po' di volte prima di fargli studiare le materie. A scuola va bene, prende degli ottimi voti, ma perché lo seguo molto. Sono preoccupata perché tra due mesi partorirò la mia bimba e temo che avrò meno tempo da dedicare al suo studio. Come posso fargli acquisire una sua autonomia nello studio? Io ho già provato con altri compiti di punizione, sgridate, spiegazioni, ma non ho ottenuto molto. Come posso fare? La ringrazio anticipatamente per l'attenzione, perché le assistenti sociali non mi aiutano molto, mentre io credo che nel suo futuro questo possa essere un problema. Infatti suo padre biologico non lavora perché non ne ha bisogno e così anche Mattia ritiene che non sia necessario nella vita impegnarsi, nonostante nella mia famiglia abbia tutt'altro esempio di vita. Grazie

Cara “mamma in attesa”,

prima di tutto non anticipare i tempi: fra due mesi partorirai e vedrai cosa succederà, ma adesso non è preoccuparti anzitempo. Non mettere ansie su cose che ancora devono accadere e soprattutto su Mattia. Tutte le mamme provano questa sensazione in genere con l’arrivo del secondo figlio e tu provi una emozione simile, come se stessi tradendo Mattia.

Il tuo è un ruolo delicato: è difficile destreggiarsi tra due ruoli, ma hai fatto un buon lavoro e comunque Mattia ha la figura di tua mamma come riferimento e questo va incoraggiato, mostrando fiducia anche in lei.

Se ci saranno gelosie, vuol dire che dovranno venire fuori: si tratta di una emozione umana e naturale e Mattia andrà aiutato a gestirla. Se tu ti sentirai tirata tra la tua figura di neo mamma e di aiutante dei compiti…anche questa emozione è naturale ed umana e andrà affrontata con serenità.

Prova a vederla sotto un ottica diversa: sarà un’opportunità per Mattia per testare la sua capacità e se sei stata una brava aiutante, avrà ormai in sé le capacità per farcela da solo! Meglio affrontare questa novità quest’anno, in quinta, che non il prossimo in prima media, dove già le novità saranno tante.

I suoi voti sono buoni, anzi ottimi, quindi anche in caso di calo “fisiologico” non rischia nulla.

Se anche ti sentirai di perdere il controllo dei compiti, se anche Mattia arriverà a scuola senza averli fatti, sarà una situazione che imparerà a gestire e si confronterà con la maestra.

Ricordati comunque che dare altro studio e altri compiti come punizione è da evitare: come incoraggiare all’amore per lo studio usando lo stesso studio come punizione! E’ come dire che i broccoli fanno bene e darne un piatto per punizione!

Non conosco la situazione di Mattia, né la sua storia, ma così per esperienza personale, il fatto che i ragazzi prendano la scuola come un obbligo e non un privilegio e che cerchino di svignarsela il prima possibile (per non parlare degli sbadigli sui compiti!!) …mi suona veramente familiare.

Forse sarà una questione generazionale, forse sarà che noi eravamo così ma non ce lo ricordiamo (anche perché in realtà i nostri ricordi scolastici partono che eravamo già più grandi e consapevoli), forse sarà che non tutti i bambini sono uguali e non tutti amano lo allo stesso modo …. sarà ma a un certo punto bisogna avere fiducia e lasciarli che gestiscano i loro impegni.

Ovviamente non vanno lasciati a loro stessi: è giusto interessarsi, confrontarsi, dare regole e limiti (orari di studio ecc).

Per quanto riguarda la mia esperienza con i miei figli, fare sempre i compiti insieme aveva un po’ intaccato il nostro rapporto (discussioni, tempo passato insieme solo a fare compiti). Abbiamo quindi pensato di appoggiarci a un tutor: un ragazzo in gamba e poco più grande, che venisse ad aiutare ad organizzare i compiti e che potesse essere anche un buon esempio ed un momento di confronto con un altro ragazzo.

Parlane comunque con Mattia e anche con tua madre e mettete giù un “piano” su come gestire la nuova situazione, ma, mi raccomando, la cosa va presentata non come punizione ma come nuova opportunità.

Un abbraccio,

adri

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