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Primogeniti più intelligenti? Sì, ma di poco...

di Nostrofiglio Redazione - 20.07.2015 - Scrivici

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Fonte: alamy
I primi nati hanno un quoziente di intelligenza superiore ai fratelli minori, ma la differenza è talmente piccola che nessuno potrebbe rilevarla davvero. Quindi l'ordine di nascita non ha alcun effetto significativo nella vita pratica. A dimostrarlo è uno studio condotto dall'università dell'Illinois (Usa).

In questo articolo

Per coloro che credono che l'ordine di nascita possa influenzare la personalità e l'intelligenza, uno studio fatto su 377.000 studenti delle scuole superiori dà una buona notizia: sì, è vero che i primogeniti hanno un QI (quoziente di intelligenza) più alto e tratti della personalità diversi rispetto a quelli nati dopo, tuttavia, secondo i ricercatori, le differenze tra i primogeniti e i fratelli minori sono così piccole che non hanno rilevanza pratica nella vita delle persone.

"Questo studio è stato condotto su un campione molto ampio" ha detto il professore Brent Roberts, dell'University of Illinois (Usa), che ha condotto l'analisi insieme a Rodica Damian.
"E' il più grande della storia riguardo l'ordine di nascita e lo sviluppo della personalità.

L'analisi ha rilevato, confermando un precedente studio fatto su larga scala, che i primogeniti godono di un punto di QI in più rispetto ai fratelli minori. La differenza è statisticamente significativa, ma insignificante nella vita pratica" ha detto Damian.

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L'analisi ha rivelato alcune differenze di personalità tra primogeniti e fratelli minori. I primogeniti tendono a essere più estroversi, più simpatici e coscienziosi, e con meno ansia rispetto ai secondogeniti.

"Ma queste differenze sono comunque "infinitamente piccole ", pari ad una correlazione di 0,02" ha detto Roberts. (Leggi anche: figlio unico, un mito da sfatare)

Una correlazione dello 0,02 nella personalità è una differenza che non è riscontrabile a occhio nudo. Significa che le differenze tra fratelli non possono essere percepite da nessuno.


Inoltre ci potrebbero essere dei fattori che influenzano il risultato dello studio, come ad esempio la situazione economica di una famiglia, il numero di bambini e l'età relativa dei fratelli al momento della ricerca.
Ad esempio, le famiglie più ricche tendono ad avere meno figli rispetto alle altre famiglie, e quindi hanno una maggiore percentuale di primogeniti con accesso a più risorse che possono influenzare il loro quoziente d'intelligenza o la personalità.

Questo studio si differenzia dagli altri perché non si limita a confrontare i figli di una stessa famiglia ma analizza bambini di nuclei familiari diversi.

"Gli studi che analizzano i rapporti tra fratelli all'interno della stessa famiglia hanno un limite: il primogenito è sempre il più grande. E' normale quindi che sia più responsabile e affidabile degli altri, è il maggiore.

Uno studio ideale dovrebbe seguire le famiglie per molto tempo, in modo da raccogliere il QI di ogni bambino alla stessa età e poi confrontare i dati"


E se ci sono più fratelli? Cambia poco...

Il team di ricercatori dell'Illinois ha valutato anche un sottoinsieme di bambini, quelli con esattamente due fratelli e che vivono con due genitori. Questo ha permesso ai ricercatori di cercare differenze specifiche tra primi e secondi nati, e tra secondi e terzi nati.


I risultati confermano quanto visto nello studio più ampio, con specifiche differenze tra il più grande e il secondo e tra il secondo e il terzo bambino. Ma la dimensione delle differenze, anche in questi casi, è minuscola.


"Quindi l'ordine di nascita non dovrebbe influenzare il vostro modo di essere genitori, perché non è significativamente relazionato alla personalità o al QI dei bambinio" conclude Damian.

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Fonte: Università Illinois

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