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Febbre di origine sconosciuta: che cos'è, come comportarsi

di Valentina Murelli - 14.03.2024 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
In genere, la febbre ha cause precise. Non sempre però. Si parla in questi casi di febbre di origine sconosciuta. Scopriamo di cosa si tratta

In questo articolo

Febbre di origine sconosciuta: la FUO

Mamme e papà lo sanno bene: la febbre è uno dei sintomi più comuni nei bambini. Nella grande maggioranza dei casi, la febbre dipende da qualche infezione comune, virale o batterica, per esempio un'infezione respiratoria oppure intestinale.

Più raramente, però, ci sono situazioni in cui la causa della febbre non risulta chiara, nemmeno dopo alcune indagini diagnostiche. Si parla in questi casi di febbre di origine sconosciuta (FUO, dall'espressione inglese Fever of Unknown Origin). Il che non significa che non si saprà mai di che cosa si tratta, ma che per scoprirlo occorre seguire un percorso diagnostico che può anche essere lungo e che di sicuro richiede qualche accertamento specialistico in più.

Che cos'è una febbre di origine sconosciuta

"Tecnicamente, si ha una febbre di origine sconosciuta quando il bambino mostra una temperatura superiore a 38,3° C che si presenta più volte in un arco di tempo di tre settimane e che rimane senza una causa identificata, nonostante le prime indagini per saperne di più" spiega la pediatra Romina Gallizzi, ricercatrice presso l'Università di Messina e specialista in immunologia e reumatologia pediatrica. "In genere si comincia a parlare di FUO se non ci sono risultati dopo una settimana di approfondimenti, o dopo tre giorni nel caso in cui il bambino sia ricoverato in ospedale". (Leggi anche: termometro per bambini, quale scegliere)

Tutte le cause possibili

Al di fuori delle infezioni più banali, capire esattamente l'origine di un rialzo di temperatura può essere complicato, considerato che può dipendere da più di 200 cause differenti. Comunque, nella grande maggioranza dei casi si riesce prima o poi ad arrivare una diagnosi.

"A volte si tratta di altre infezioni, magari poco diffuse o con sintomi poco chiari, come la mononucleosi o l'infezione da citomegalovirus" spiega Susanna Esposito, responsabile dell'Unità di pediatra ad alta intensità di cura del Policlinico di Milano, dove è appena stato inaugurato un nuovo centro multidisciplinare proprio per la gestione dei piccoli pazienti con febbri misteriose.

In alcuni casi, la febbre dipende da malattie autoimmuni, reumatiche o infiammatorie croniche, come l'artrite, il morbo di Crohn, o forme decisamente più rare. "È il caso delle cosiddette malattie autoinfiammatorie, che possono dare febbri periodiche ricorrenti, come la febbre mediterranea familiare o la febbre da iper IgD" spiega Gallizzi. Anche la malattia di Kawasaki potrebbe essere una causa autoimmune - e sempre rara - di febbre sconosciuta. "È un'infiammazione dei vasi sanguigni di piccole e medie dimensioni di tutto l'organismo, che potrebbe portare a complicazioni cardiovascolari" specifica Esposito.

Infine, cause possibili di febbri "misteriose" potrebbe essere certe forme tumorali.

Dal pediatra al centro specialistico: il percorso da seguire

La presenza di una febbre "strana" di sicuro genera molta ansia e preoccupazione nei genitori, anche perché spesso vedono i loro bambini ricoverati, senza che si riesca ad arrivare velocemente a una soluzione del problema. Ma attenzione: anche in questi casi non bisogna pensare subito al peggio. Come abbiamo visto, le cause possibili possono essere diverse, non necessariamente tutte gravi.

"A volte, specialmente nei ragazzini più grandi e se il rialzo di temperatura è lieve, potrebbe trattarsi addirittura di forme di febbre simulata, per attirare l'attenzione, evitare situazioni problematiche a scuola o altro" sottolinea Esposito. "Tutti casi che richiedono qualche approfondimento da parte di specialisti neuropsichiatri". Di sicuro, quello che occorre fare è cercare di capire il prima possibile da che cosa dipenda una febbre anomala.

"Il primo passaggio è con il pediatra di famiglia" afferma Gallizzi. "È lui che deve sospettare l'esistenza di una FUO e indirizzare le prime indagini: alcuni esami del sangue, tamponi, coltura delle urine, una lastra del torace, il test per valutare eventuale infezione da tubercolosi". Se questa prima batteria di indagini non dà risultato si passa ad ulteriori approfondimenti, che possono comprendere esami anche invasivi, a seconda del sospetto: test genetici, colonscopia, tac del torace, ecografia dell'addome, scintigrafia ossea.

Naturalmente, sono esami da svolgere in centri di riferimento di alto livello, per esempio policlinici pediatrici che abbiano la possibilità di approfondire i vari aspetti possibili (reumatologici, infettivi, eventualmente tumorali e così via), oppure in centri specializzati come il nuovo ambulatorio di Milano per le febbri di origine sconosciuta.

Ulteriore fonte per questo articolo: Pagina web del Lurie Children's Hospital di Chicago.

Guarda anche il video sulla febbre nei bambini

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