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Bambini: l'importanza di imparare a scrivere bene in corsivo

di Federica Baroni - 23.11.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
A scuola si dà sempre meno importanza alla bella calligrafia. Ma lo scrivere a mano è un atto importantissimo per lo sviluppo del bambino. E soprattutto il corsivo è un gesto che unisce l'abilità manuale a quella intellettuale, costringe il bambino a sperimentare i segni grafici, ad affrontare il caos dello scarabocchio, a superare paure e turbamenti. E, sostiene Marco Belpoliti su Repubblica, "se non si scrive più a mano si smarrisce un altro dei fondamentali riti di passaggio nel processo del diventare adulti"

Nella scuola italiana l'insegnamento della calligrafia è stato abolito nel lontano 1985. Da allora a oggi l'interesse verso la bella scrittura è calato di anno in anno. Tanto che gli scolari delle primarie hanno spesso grafie al limite del leggibile, soprattutto nel corsivo, tanto che le maestre chiedono loro di fare i temi in maiuscoletto.

Nulla di più sbagliato. Infatti sempre più studi stanno dimostrando quanto il corsivo sia fondamentale per l'apprendimento e lo sviluppo cognitivo dei bambini.

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Sul quotidiano Repubblica Marco Belpoliti mette in evidenza l'importanza della bella calligrafia a partire da un dato di fatto: nelle aziende americane all'avanguardia nelle nuove tecnologie (Google, Apple, Yahoo) i figli dei dipendenti frequentano scuole come la Waldorf, dove ogni attrezzatura elettronica è bandita; al tablet e alla lavagna elettronica, la celebre Lim, vengono preferite attività manuali come: scrivere a mano, lavorare a maglia, intarsiare il legno... tutte discipline che favorirebbero maggiormente le capacità di problem solving, di sintesi e soprattutto di coordinamento psico- motorio.

Nell'articolo si legge anche di una ricerca condotta negli Stati Uniti con bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni. Divisi in due, a un gruppo di bambini è stato insegnato a scrivere usando la tastiera, all'altro gruppo a mano.

Risultato: chi aveva imparato a scrivere a mano ha dimostrato una maggior memoria rispetto all’orientamento delle lettere, distinguevano perfettamente la “p” dalla “q”; inoltre sottoposti a risonanza magnetica questi bambini manifestavano un’attività cerebrale simile a quella di un adulto; inoltre leggevano più rapidamente, visto che riconoscevano meglio le lettere rispetto ai bambini istruiti con il computer.

Questo risultato deriva dal fatto che "la scrittura a mano combina insieme vari aspetti complessi: quello linguistico (la lettera come simbolo che si rapporta con il suono), quello grafico (le lettere hanno una loro precisa forma), quello psicologico (la lettera è anche un modo di percepire ed esprimere se stessi)".

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Inoltre il corsivo è la rappresentazione della personalità di chi scrive. E' la forma più evoluta di scrittura: "permette il passaggio immediato dal pensiero al foglio, istituisce, infatti, un rapporto di continuità tra corpo, gesto e segno".

Il gesto dello scrivere a mano armonizza insieme l'attività manuale a quella intellettuale. Scrivere bene è anche un atto fisico di godimento e piacere. Costringe a rallentare e a sperimentare diverse forme grafiche, obbliga i bambini ad affrontare il caos dello scarabocchio, a ordinarlo e renderlo chiaro, in un certo senso insegna ad affrontare paure e turbamenti.

"Se non si scrive più a mano si smarrisce un altro dei fondamentali riti di passaggio, e svanisce insieme la memoria di quante emozioni e sconcerti comporti l’atto dello scrivere nel lento processo del diventare adulti" conclude Belpoliti.

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