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Educazione: 5 dritte molto utili per NON crescere bambini viziati

di Concetta Desando - 29.01.2015 - Scrivici

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Fonte: Contrasto
Qual è il giusto equilibrio tra coccole e autorità per evitare che i vizi abbiano la meglio sull’educazione? Ecco i cinque consigli di Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva: evitare le scuse in caso di delusioni, non mettere in discussione le regole che avete stabilito a casa, insegnare ai bambini l’arte della pazienza, gestire i capricci, dare ai figli incoraggiamento e motivarli invece di sommergerli di regali  

In questo articolo

Che il padre dei vizi sia l’ozio può anche essere vero in generale, ma sicuramente non vale per i bambini: di solito i piccoli sono l’immagine stessa dell’energia e della vitalità. Eppure, si rischia lo stesso di crescerli viziati: magari per troppo amore, perché “mio figlio deve avere tutto ciò che non ho avuto io”; o magari per stanchezza, perché è più facile dire sì piuttosto che no e tenere tranquilli i bambini almeno per un po’. O ancora, dandogliela vinta perché ci si sente in colpa: spesso si sta lontano dai figli tutto il giorno per colpa del lavoro, e quando si sta insieme si tende a concedere loro qualsiasi cosa come “risarcimento” per l’assenza. (Leggi anche I nonni lo viziano!)

Se da un lato, però, tutti i genitori vogliono far felici i loro bambini, dall’altro vogliono anche crescere adulti seri e responsabili.

Qual è, quindi, il giusto equilibrio tra coccole e autorità per evitare che i vizi abbiano la meglio sull’educazione?

“L’equilibrio è dato dalla capacità del genitore di evitare il ‘troppo’: se le coccole non sono più un regalo di mamma e papà ma diventano una dipendenza per il bambino, e se l’autorità non è più semplicemente un modo per stabilire limiti e regole ma diventa qualcosa che spaventa il bambino, allora ecco che l’equilibrio è compromesso” sostiene Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell'età evolutiva e autore di numerose pubblicazioni per genitori.

Pellai dà 5 consigli per evitare di crescere bambini viziati.

1. Niente scuse anche se è deluso

“Scusa” e “mi spiace” sono parole che hanno motivo di esistere in famiglia e, anzi, dovrebbero essere usate più spesso. Ma non vanno bene in ogni occasione. Un genitore non si deve scusare se non si può permettere di comprare al figlio un giocattolo costoso, o se non può portare il figlio al parco perché deve cucinare la cena. Ciò non significa mostrarsi freddi: ma un conto è mostrare di comprendere la delusione del figlio, un altro dargli l’impressione che lui ha ragione e voi torto.

Se il genitore non può o non intende fare o dare una cosa al bambino, non deve affatto scusarsi. Ciò che è importante dare non sono le scuse ma il motivo: bisogna sempre spiegare perché non potete fare o dare qualcosa ai vostri figli” spiega Pellai.

E aiutare un bambino a capire che non può sempre avere tutto ciò che vuole è anche un’importante lezione di vita. Ovviamente, se gli avevate promesso qualcosa e poi non riuscite a tener fede alla parola data, allora le scuse sono necessarie. Quel che è importante, invece, secondo Pellai, è non assecondare l’idea che al bambino tutto sia dovuto. Molte cose, nella vita bisogna conquistarsele. E allora, ad esempio, se proprio vuole quel gioco costoso, potete proporre un compromesso: “Io posso metterci questa cifra: il resto devi riuscire a pagarlo tu con i tuoi risparmi”.

2. Poche regole ma non discutibili


Mai, mai, mai discutere con i figli le regole che ci si è dati come famiglia. Se ad esempio avete stabilito che quando si va in bicicletta bisogna indossare il casco, allora bisogna indossare il casco. Punto. È inutile stare a discutere con loro, perché l’esito della discussione non può che essere uno: avete ragione voi.

Soprattutto le regole di tutela fisica o di protezione non possono e non devono entrare in un dispositivo di negoziazione: per andare in bicicletta si indossa il casco, per andare in macchina bisogna andare sul seggiolino. E i bambini possono piangere quanto vogliono se non vogliono rispettare le regole. Ma su certe cose non si può indietreggiare di un passo” spiega Pellai. (Leggi anche Bambini, come insegnare il rispetto delle regole)

I bambini, insomma, hanno il diritto di essere scontenti o arrabbiati se le cose non vanno come dicono loro, ma i genitori non devono mai ingaggiare una battaglia verbale dato che non c’è nulla di cui discutere.

(Potrebbe interessarti 8 regole per rimproverare il bambino)

3. Resistete alla tentazione di cedere ai capricci

Quando si cede davanti ai capricci, ai pianti e agli strilli si insegna ai bambini solo una cosa: che piangendo ottengono ciò che vogliono. “Bisogna sempre rimanere coerenti con la posizione genitoriale. È il genitore che decide se il bambino ha bisogno o meno di una cosa.

Certo, poi ci sono le eccezioni, che però vanno concesse al bambino purché non vi sia pretesa da parte sua” spiega Pellai. E puntualizza: “la relazione tra genitore e figlio non è un gioco alla fune in cui potete far vincere il piccolo pur di non sentirlo lamentare. Perché così coltiverete la sua illusione che sono i piccoli a vincere”. (Potrebbe interessarti Come rimproverare il bambino e farlo sentire amato)

Certo, a nessuno piace sentire le lamentele di un bambino che piange continuando a ripetere “Lo voglio, lo voglio, lo voglio, lo voglio” fino a portarvi all’esaurimento. Ma secondo lo specialista dargli ciò che vuole è anche peggio. Se invece lo ignorate (prima o poi) smetterà. E quando imparerà che con voi questa tattica non funziona, sarà meno probabile che vi ricorra nuovamente. (Leggi anche Fa i capricci? Tu mantieni la calma)

4. No al tutto subito


I bambini viziati sono convinti non solo di aver diritto di volere qualsiasi cosa, ma anche di poterla avere subito. Del resto, viviamo in una società touch-screen, dove si cerca la gratificazione immediata e dove la vita scorre sempre più veloce. E anche la tecnologia può fare la sua parte: voglio vedere la nonna? La chiamo via Skype. Voglio sapere qualcosa?

Chiedo a Google (o a Siri, che è anche peggio). Voglio vedere un cartone animato? C’è YouTube. Voglio un gioco elettronico? C’è l’AppStore. Tutto facile, semplice, immediato. E tutto ciò crea nei bambini aspettative non realistiche sulla possibilità di ottenere quello che vogliono quando vogliono.

Spesso - spiega Pellai - il capriccio del bambino non corrisponde a un bisogno ma un desiderio. E, di fronte ai desideri, il genitore può scegliere tre vie: dire un sì immediato, ritardare la risposta affermativa spiegando al bambino perché sarà sì ma tra una settimana o un mese, dare una risposta negativa spiegando perché alcuni desideri non si possono realizzare”.

Anche il rapporto dei genitori con la tecnologia, tra l'altro, spesso non aiuta: non è forse vero che vi mostrate scocciati, impazienti e nervosi quando una pagina internet non si carica all’istante? O quando il computer si impalla? "Ecco, la tecnologia non fa altro che accelerare i tempi del desiderio - continua l'esperto - coltivando nel bambino l'idea del voglio tutto e subito".

Ma anche nel mondo reale certi comportamenti possono dare idee sbagliate. Davanti a richieste innocenti come possono essere una caramella, un adesivo, un giochino a poco prezzo, per far sorridere un bambino siamo tentati di dire sì più spesso di quanto si dovrebbe. Ma questo comportamento non aiuta i bambini a imparare a essere pazienti. Se invece a volte si oppone (spiegandolo) un rifiuto o quantomeno li si fa aspettare, si insegna loro a sviluppare autodisciplina e ad apprezzare di più ciò che ricevono. (Guarda anche Un bambino di due anni può avere pazienza?)

5. Più incoraggiamento, no alle ricompense per ogni piccolo traguardo

Genitori, puntate più su attestazioni di stima ed esperienze da condividere e meno sugli oggetti materiali. Regalate ai vostri figli regali che hanno un valore affettivo e non materiale” dice Pellai. (Leggi anche Complimenti ai figli, sì ma senza esagerare)

Perché un bambino che riceve una ricompensa per ogni piccolo traguardo che raggiunge, perderà il naturale stimolo a fare sempre meglio. Invece, frasi di incoraggiamento (come “bravo, hai lavorato sodo e così hai raggiunto il risultato”) motivano i bambini e li stimolano molto di più.

Naturalmente non c’è nulla di male nel premiarli di tanto in tanto anche con un regalo, che però dev’essere presentato come un festeggiamento per il risultato raggiunto, e non come una ricompensa.

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Aggiornato il 03.11.2016

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