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Come rimproverare il bambino e farlo sentire amato

di Nessia Laniado - 30.04.2013 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
E' possibile rimproverare il bambino senza fargli dubitare del nostro amore? Sì, ed è un metodo messo a punto da uno psichiatra infantile americano. Si chiama 'la sgridata da un minuto' e si è rivelata valida in famiglia e a scuola.

In questo articolo

Esiste un modo efficace per rimproverare un bambino e fargli cambiare atteggiamento dandogli contemporaneamente la sicurezza di sentirsi amato? Sì, e lo ha messo a punto lo psichiatra infantile americano Gerard E. Nelson, che è riuscito a dare al rimprovero tutta la dignità di un metodo.

Si chiama The one minute scolding, la sgridata di un minuto, e si è rivelata valida in famiglia e a scuola con i "teppistelli" della classe per migliorare in modo drastico i rapporti tra bambini e adulti.

Leggi anche Le otto regole per rimproverare in modo efficace

Come rimproverare il bambino senza fargli dubitare del nostro amore

È stato scientificamente provato che la capacità di attenzione di un bambino è molto breve e che ha bisogno di stimoli continui per rinnovarsi. Niente prediche, ricatti, accuse o punizioni.

La sgridata “funziona” se è breve

La sgridata deve essere stringata, non più di un minuto, orologio alla mano. La capacità di attenzione di un bambino è molto breve e ha bisogno di stimoli continui per rinnovarsi.

Come spiega Nelson, “dopo un po’ il bambino spegne l’audio e diventa impermeabile a qualsiasi messaggio”. Ecco perché le lunghe spiegazioni e le prediche sono del tutto inutili e controproducenti.

La sgridata “funziona” se... è immediata

La sgridata va fatta al momento, appena il fatto è accaduto. Il bambino vive in un eterno presente ed è incapace di proiettarsi nel futuro o di risalire al passato.

Frasi del tipo: “Vedrai quando viene papà”, oppure “Questa sera niente dolce” non hanno per lui alcun senso. Non riesce a capire che ce l’abbiamo con lui per un evento già scomparso nel tempo. Così come trova inconcepibile essere puniti in differita, quando il papà torna a casa e l’atmosfera è tranquilla, per qualcosa che quasi non ricorda più.

La sgridata “funziona” se... si limita a un singolo episodio

Sotterrato da una valanga di malefatte, il bambino si sente impotente: “Non gli va bene niente”, pensa, “Inutile sforzarsi”.

E non solo. Se la sgridata si suddivide in rimproveri diversi, finisce che inviamo tanti messaggi, tutti deboli. Imponendoci invece di non superare il minuto, saremo costretti a puntare su un unico obiettivo, con il risultato di essere chiari ed efficaci.

La sgridata “funziona” se... avviene in intimità

Biasimare un bambino di fronte ad amici o estranei è quanto mai avvilente e indebolisce il suo fragile senso di competenza. Se dobbiamo rimproverarlo, prendiamolo da parte: ci sarà grato per avergli risparmiato un’umiliazione. In molti casi, sarà anche più disposto ad accettare osservazioni che, se fatte davanti ad altre persone, sarebbero respinte.

È questo il motivo per cui molti bambini, quando sono ripresi davanti a estranei, negano spudoratamente per non fare brutte figure.

Spesso, per “vendicarsi” dell’umiliazione, volutamente diventano trasgressivi e strafottenti.

La sgridata “funziona” se... è rassicurante

Tutti sanno che arrabbiarsi con i propri figli  non significa avere smesso di amarli. È vero piuttosto il contrario: ci arrabbiamo proprio perché li amiamo. Il bambino però non lo sa. Per questo, insieme alla severità, è importante manifestare contemporaneamente amore, stima e fiducia.

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Come insegnare il rispetto delle regole

E ora proviamo ad applicare le 9 regole per rimproverare in modo efficace

  1. Descrivere i fatti separati dalle emozioni
  2. Descrivere quello che proviamo
  3. Dirgli che capiamo ciò che prova
  4. Spiegare la regola infranta
  5. Presentare gli svantaggi del suo comportamento
  6. Fare una pausa
  7. Sottolineare quello che sa fare
  8. Proporre un'alternativa
  9. Dirgli che abbiamo fiducia in lui

1. Descrivere i fatti separati dalle emozioni

Descriviamo in modo esplicito quale delle sue azioni è oggetto di rimprovero: “Hai dato uno spintone al tuo amico e lui è caduto.”

Sembra banale, ma si tratta di una precisazione necessaria perché il bambino può anche non capire le ragioni del rimprovero. Per lui è istintivo e naturale dare uno spintone a chi lo ha fatto arrabbiare.

2. Descrivere quello che proviamo

Spieghiamogli quello che proviamo di fronte al suo comportamento:
“Quando ti vedo picchiare gli altri, mi fai veramente irritare”.

3. Dirgli che capiamo ciò che prova

"Capisco che volevi salire subito sullo scivolo." In tal modo il bambino si rende conto che non siamo "contro", ma "con" lui. Non è lui a essere cattivo, ma solo il suo comportamento, ed è questo che chiediamo di cambiare.

3. Spiegare la regola infranta

“Ti ho già detto che non si picchiano gli altri”.

Anche se gliel’abbiamo ripetuta mille volte, non stanchiamoci di ribadirla: le regole non fanno parte dei comportamenti innati, ma sono oggetto di apprendimento, come lo sono per noi le norme grammaticali di una lingua straniera. Ricordiamoci di non usare parole che gli negano la possibilità di cambiare e migliorarsi: “ non sei mai…” “sei sempre…”, “tutte le volte…” “il solito”...

4. Presentare gli svantaggi del suo comportamento

Perché il bambino capisca a fondo il messaggio, è importante presentargli la marachella come un comportamento svantaggioso per lui prima ancora che per noi: "Se continui a picchiare gli altri bambini, poi non vorranno più giocare con te".

Solo in questo modo potrà capire che le sue azioni hanno delle conseguenze precise.

Leggi anche Punizioni, meglio insegnare l'autodisciplina

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Aggiornato il 15.03.2020

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