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"La scuola a prova di privacy": come si rispetta la riservatezza tra i banchi di scuola

di Niccolò De Rosa - 10.11.2016 - Scrivici

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In un mondo dove con un telefonino si possono reperire qualsiasi tipo di informazione, cosa è ammissibile rendere pubblico all'interno del contesto scolastico? Ce lo dice il Garante

Che piaccia o no, quasi tutti i ragazzi ormai vanno a lezione con uno smartphone in tasca, ed è quindi doveroso che l'ambiente scolastico si attrezzi per fa conoscere cosa sia e cosa non sia lecito "rendere pubblico" per salvaguardare quel sempre più prezioso diritto alla riservatezza.

Ecco perché il Garante per la Privacy, la massima autorità statale in merito, ha pubblicato un libello di 40 pagine intitolato La scuola a prova di Privacy, in cui si orientano studenti, genitori e docenti nell'arduo campo della protezione dei dati.

Il testo mette in evidenza alcuni aspetti da tenere a mente per non ingfrangere, magari anche senza cattive intenzioni, la riservatezza di qualcun altro. Ecco alcuni punti salienti.

Registrate e far circolare video di eventi scolastici (Gite, laboratori, recite...)

È consentito, ma tutto deve rimanere in un ambito famigliare o quantomeno controllato, soprattutto se postato su qualche Social Network. In questi casi dunque, è bene informare i partecipanti (o i loro tutori) che appaiono nel contenuto e richiederne il consenso per la diffusione

Voti ed esiti di esami

Sul tema che già in passato aveva sollevato qualche polemica, il Garante ribadisce il carattere pubblico degli scrutini del collegio docenti, a patto che non vengano fornite altre informazioni riguardo le condizioni personali dei singoli studenti.

È vietato invece pubblicare esiti di prove differenziate per portatori di handicap o soggetti affetti da disturbi nell'apprendimento. Solo i diretti interessati (e le loro famiglie) possono aver accesso a questa tipologia di informazioni.

Registrare o riprendere un professore durante la lezione

È consentito (può essere un valido supporto didattico per chi non può prendere appunti) a patto però che l'insegnante ne sia informato e che il contenuto non venga riprodotto sul web o altri mezzi di diffusione estesa.

Rendere pubblici video girati in classe

Non si può fare a meno che tutti i soggetti che vi compaiono non abbiano dato il loro esplicito assenso. La rete potrebbe appropriarsi del contenuto e rendere virali scene o situazioni lesive della dignità di qualcuno dei protagonisti del filmato.

Ma allora si possono registrare audio e filmati in aula?

Sì, ma nel rispetto delle regole dell'Istituto (se per esempio questo nega la possibilità di portare simili dispositivi in classe, diventa automaticamente implicito il divieto di fare foto o girare video) e della volontà di chi viene ripreso o registrato.

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