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Bullismo e cyberbullismo, le linee guida del Miur

di Emanuela Mei - 22.04.2015 - Scrivici

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Il ministero dell'Istruzione stanzia 2 milioni di euro per contrastare la continua crescita di questi fenomeni. Centrale sarà il ruolo della scuola, chiamata alla prevenzione con lezioni di web sicuro e una formazione adeguata da parte dei docenti. Ma anche la famiglia può fare molto.

Per contrastare la piaga del bullismo e del cyberbullismo, il Miur detta le sue Linee di orientamento, un documento inviato alle scuole italiane, chiamate a svolgere un ruolo centrale nella prevenzione di fenomeni in continua crescita.

Realizzato da circa 30 Enti e Associazioni aderenti all’Advistory Board dell’iniziativa Safer Internet Centre (Centro nazionale per la Sicurezza in Rete) coordinata dal MIUR, questo documento che si rivolge a una platea piuttosto vasta - dalle famiglie ai docenti fino agli stessi studenti - vuole dare continuità alle politiche già esistenti su questo fronte ma anche essere al passo con le nuove esigenze culturali e tecnologiche in particolare.

Vittime del bullismo e del cyberbullismo sono sempre più spesso adolescenti su cui gravano stereotipi che scaturiscono da pregiudizi discriminatori dovuti a etnia, religione, caratteristiche pisco-fisiche, genere, orientamento sessuale e persino legati a particolari realtà famigliari.

Tra i più colpiti ci sono i ragazzi con disabilità fisiche e psico-fisiche come l'autismo che per la loro mancanza di abilità sociale e difficoltà comunicativa, vengono sopraffatti sia fisicamente che verbalmente dai bulli che li condannano ad un totale isolamento. (Leggi anche Bullismo, consigli ai genitori)

In questi casi, quando le vittime sono inermi e particolarmente fragili, servono interventi mirati sui compagni più sensibili per renderli consapevoli di avere in classe un soggetto particolarmente vulnerabile e bisognoso di protezione ma anche sugli insegnanti perché prendano consapevolezza di questa come di altre “diversità”.

Di fondamentale importanza, quindi, secondo il Piano nazionale scuola, è una formazione adeguata dei docenti sia sul piano psico-pedagogico che su quello relativo alle nuove tecnologie e al loro utilizzo critico e consapevole da parte degli studenti.

Per quanto riguarda in particolare il cyberbullismo, fenomeno che negli ultimi anni sta crescendo in maniera esponenziale anche tra gli studenti più giovani, il ministero chiede alle scuole di realizzare interventi mirati alla prevenzione offrendo lezioni di web sicuro all’interno di specifici moduli didattici da inserire nel piano dell’offerta formativa, e di aggiornare il regolamento scolastico con una sezione dedicata all’uso degli smartphone e dei pc.

Quello che occorre fare è un'opera di informazione e conoscenza per garantire un uso corretto della Rete. In questo senso può aiutare un maggior uso didattico della tecnologia e dei social network (i media più usati dai cyberbulli), utilizzandoli come strumenti di comunicazione efficaci, ad esempio, per la divulgazione dei materiali didattici o per capire quale è il grado di interesse e soddisfazione degli studenti per determinate attività scolastiche.

Forum di discussione, sportelli di ascolto, percorsi di formazione tenuti da esperti e rivolti ai genitori, blog e lezioni on line possono diventare preziosi strumenti di supporto, nella singola scuola ma anche in connessione con le altre. Quello che invece si chiede alle famiglie, spesso lasciate sole in situazioni di disagio, è di collaborare non solo educando i propri figli, ma vigilando sui loro comportamenti: una sorta di alleanza, quella tra genitori e docenti, che abbia come fine quello di proteggere i ragazzi e di prevenire il più possibile episodi di violenza.

Diverse, infine, sono le modalità attraverso cui le scuole potranno segnalare episodi di bullismo e cyberbullismo ed essere accompagnate con assistenza specializzata: dal numero verde 1.96.96 messo a disposizione dal Telefono Azzurro, alla Hotline “Stop It” di Save The Children.

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