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Cosa fare se il bambino si perde

di Alice Dutto - 19.05.2017 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Il bimbo si è perso? Non colpevolizzatevi e, quando lo ritrovate, usate un tono rassicurante e calmo. Affrontare nel giusto modo una situazione di questo tipo è la chiave per evitare problemi futuri al piccolo

In questo articolo

A volte basta davvero un istante. Al parco, al supermercato, in spiaggia. Il tempo di cercare il portafogli in borsa o di allacciarsi una scarpa e il bambino in un attimo scompare dal nostro campo visivo. Quello che segue è, in genere, una reazione di paura, angoscia e ansia, nell'adulto, ma anche nel piccolo. Nella maggior parte dei casi, però, l'esperienza si supera in modo naturale, senza troppe problematiche.

Tuttavia, è importante reagire bene a questi eventi per evitare che abbiano ripercussioni future anche importanti sui bambini. Abbiamo chiesto consiglio a Isabel Fernandez, presidentessa dell'associazione Emdr per il trattamento del trauma e di problematiche legate allo stress, soprattutto allo stress traumatico.

UN MOMENTO MOLTO CRITICO

Perdersi

evento molto traumatico

Già i bambini più grandicelli, che vanno all'asilo o alla scuola materna, hanno più capacità. Sanno che, nonostante l'assenza di qualche ora, rivedranno i loro genitori.

In entrambi i casi, è comunque molto importante affrontare correttamente la situazione per evitare conseguenze anche molto gravi: «l'ansia da separazione da piccoli è un fattore di rischio per futuri disturbi d'ansia o da attacco di panico».

CHE COSA È BENE EVITARE

Innanzitutto, evitate di colpevolizzavi. Farsi prendere dall'angoscia è controproducente, perché potrebbe portare a un'eccessiva apprensione, che però è negativa per lo sviluppo dell'autostima e dell'indipendenza del bambino. «Non si può controllare tutto: un evento del genere può accadere a tutti, anche ai genitori migliori del mondo».

Evitate poi di farvi vedere spaventati o arrabbiati con il bambino quando lo ritrovate. «Questo gli trasmette ancor più insicurezza, che reagirà con rabbia o sviluppando problematiche legate alla separazione».

Detto questo, è anche sbagliato mentire: «Perché i bambini se ne accorgono subito. Il fatto di reagire bene non vuol dire mascherare la propria preoccupazione, ma evitare di farla diventare un'ansia troppo grande».

Ci sono poi alcuni genitori o nonni che, per “educare” i bambini al distacco, simulano la perdita del bambino: «Non c'è niente di più pericoloso, perché si vanno a toccare nuclei molto profondi dell'emotività dei piccoli ed è bene non prendere alla leggera ciò che una situazione del genere può provocare in loro».


CHE COSA FARE

Quando si ritrova il bimbo, è bene trasmettergli un senso di tranquillità e sicurezza: «I genitori, infatti, sono i regolatori delle emozioni dei piccoli: se loro sono calmi e tranquilli, lo saranno anche i bambini».

Dal punto di vista pratico, una volta ritrovato, «lo si deve prendere in braccio, perché il contatto fisico è molto importante per i piccoli, e poi farlo parlare raccontando che cosa gli è successo. Dopo, spiegategli che eravate preoccupati, ma che vi siete attivati e che avete chiesto aiuto anche ad altri adulti per ritrovarlo. Per questo, eravate sicuri che tutto sarebbe andato per il meglio».

In più è bene sottolineare anche cosa lui ha fatto di buono, anche se si è solo messo a piangere. «Questo per dargli fiducia e fargli capire che anche se è da solo non è completamente in balia degli eventi».

Se, al contrario, ci spaventiamo il bambino sarà molto più impaurito dalla nostra reazione piuttosto che dal fatto stesso di essersi perso. Dopo, può essere molto utile «fare qualcosa di bello insieme per allontanare i brutti pensieri e riportare la serenità».

Anche quando, più in là nel tempo, si ritornerà sull'episodio, va sempre riproposto in questo modo.

LE CONSEGUENZE

Reagire in questo modo è un investimento per il futuro del piccolo. «Se rimane un'esperienza emotiva negativa, potrà influire su altri aspetti della sua vita che ne determineranno anche lo sviluppo. Se, invece, la ricorderà come un'avventura, senza un dramma eccessivo, le conseguenze saranno meno drammatiche per la regolazione delle sue emozioni».

STRUMENTI UTILI



Quando i bambini sono un po' più grandi, è bene prepararli: «Dategli un riferimento sicuro: ditegli che se non vi vedete più vi ritrovate in un punto preciso. Oppure, dategli una figura di riferimento a cui chiedere aiuto in caso di necessità: dai cassieri del supermercato a un negoziante se si perde per strada. Un'alternativa è chiedergli di non muoversi: in questo modo, sarà molto più facile ritrovarlo».

Una aiuto può arrivare anche dalla tecnologia. In commercio, ad esempio, esistono dei braccialetti intelligenti, come quelli proposti da Semiperdo e Follow Kids. I primi permettono di inviare un sms di emergenza al cellulare dei genitori e sono in grado di geolocalizzare il bambino, comunicandone la posizione esatta allo smartphone degli adulti abilitati. I secondi, oltre alla geolocalizzazione, permettono anche di regolare la distanza massima entro cui allontanarsi e manda un segnale d'avviso in caso di immersione in acqua.

Oppure, lo smartwatch HereO, dai colori vivaci e Gps integrato. Non è ancora possibile comprarlo, ma è prenotabile sul sito del produttore.

Un'alternativa più soft è un braccialetto identificativo antismarrimento. Ludilabel ne propone uno colorato e impermeabile in cui vengono riportati i dati del bimbo e dei suoi genitori.

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Aggiornato il 19.06.2018

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