Salite a Champedraz, nel villaggio di Covarey e fermatevi al Centro Visitatori del Parco. Tanti pannelli informativi, immagini, video e giochi interattivi per i più piccoli.
Tra i tanti pannelli, a noi è piaciuto il pannello delle Farfalle: lo sapevate che le farfalle divengono più piccole e scure mano a mano che si sale in quota?
Il Parco spicca per la sua flora: è endemico del territorio il Pino Uncinato, che forma delle vere e proprie foreste caratterizzate dagli unicini che si trovano sulle squame dei coni, a cui si affiancano larici e pino cembro che colorano di giallo rossastro il paesaggio che abbiamo visto nel corso della nostra passeggiata autunnale.
Vi sono oltre 100 specchi di acqua fra laghi, laghetti e acquitrini. Una peculiarità unica, insieme alla particolare composizione acida di questo suolo.
Fate una sosta al Parco Animalier: non è molto grande e il percorso si esaurisce in poco meno di un’ora, ma è l’occasione per ammirare gli animali locali da vicino. Si tratta di animali che hanno subito traumi e incidenti, arrivano da centri di recupero. Ci sono daini, marmotte, gufi reali (uno dei due presenti attualmente è completamente cieco e quindi sarebbe impossibile lasciarlo libero), stambecchi, lepri, scoiattoli, volpi...
Fate una tappa notturna nella “casa del bosco”. Noi abbiamo ribattezzato così il piccolo Chambres d’hotes che ci ha ospitato a Brusson, La Luge d’Antan. Gentilezza, atmosfera magica e poche camere tutte arredate con gusto locale in un vecchio granaio del ‘700 riportato a nuova vita.
Prevedete un assaggio della cucina locale. Potete fermarvi ad Arnad per acquistare formaggi e il celebre lardo locale che prende il nome dal paesino, fare merenda all’osteria Arcaden, ai piedi del Forte di Bard oppure prenotare una fondue di carne o formaggio in un ristorante della zona (per noi cena al Ristorante Al laghetto di Brusson).
Ecco altre foto scattate dalla giornalista Miralda Colombo al Parco Mont Avic.