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Bonus Irpef 2014, a chi spetta

di Centro studi Sintesi - 13.05.2014 - Scrivici

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La misura è a favore dei lavoratori dipendenti e assimilati e prevede un credito pari a 640 euro per il periodo d’imposta 2014. Il reddito annuo da lavoro dipendente deve essere compreso tra 8.145,32 e 24.000 euro, mentre spetta in misura ridotta tra 24.000 e 26.000 euro.

Bonus Irpef, che cos'è

É entrato in vigore il 24 aprile 2014 il cosiddetto Bonus Irpef, voluto dal Governo per rilanciare l’economia attraverso una riduzione della pressione fiscale.

La misura è a favore dei lavoratori dipendenti e assimilati (soci di cooperative, co.co.co., etc.) e prevede, qualora l’imposta lorda sui redditi da lavoro dipendente e assimilati sia superiore alle detrazioni da lavoro spettanti, quindi escludendo altre detrazioni come i carichi familiari, un credito pari a 640 euro per il periodo d’imposta 2014 (da cui la somma di 80 euro ottenuti per rapporto tra l’ammontare totale e i mesi restanti da aprile a fine anno).

Chi ha diritto al bonus Irpef

Hanno diritto a tutto il bonus coloro in possesso di reddito annuo da lavoro dipendente o assimilato (per esempio un compenso da collaborazione coordinata e continuativa o a progetto) inferiore a 24.000 €, mentre spetta in misura ridotta fino all’azzeramento a coloro che hanno reddito complessivo compreso tra 24.000 e 26.000 euro. Al di sopra di quest’ultimo importo non spetta più alcun bonus.

Il bonus è riconosciuto automaticamente senza bisogno di fare alcuna richiesta

L’abitazione principale è esclusa dal calcolo del reddito.

Alcuni casi particolari

Chi ha perso il lavoro dopo l’inizio dell’anno - Chi è rimasto disoccupato dopo l'inizio dell'anno, ha diritto a percepire il bonus in proporzione ai mesi effettivamente lavorati nel 2014. Esempio: chi ha avuto un occupazione fino al 30 aprile, avrà diritto a circa un terzo del bonus di 640 euro, poiché risulta essere stato occupato per 4 mesi su 12. Mancando il datore di lavoro lo sconto fiscale verrà erogato nel 2015, nella dichiarazione dei redditi relativa al 2014.

Cassaintegrati, disoccupati e persone in mobilità - La circolare 9/E dell'agenzia delle Entrate spiega che il credito Irpef scatta anche per i lavoratori che percepiscono somme indirizzate a sostegno del reddito, come la cassa integrazione guadagni, l'indennità di mobilità e di disoccupazione. Il diritto al bonus, infatti, è da considerare «automatico», perché le somme percepite costituiscono proventi comunque conseguiti in sostituzione di redditi di lavoro dipendente, quindi assimilabili alla stessa categoria di quelli sostituiti. In particolare, l'entità del credito va calcolata in riferimento alle erogazioni effettuate nel 2014, tenendo anche conto dei giorni che danno diritto alle indennità. Naturalmente, spetta all'ente erogatore, in qualità di sostituto d'imposta, il compito di determinare in via automatica la spettanza del credito e il relativo importo sulla scorta dei dati in suo possesso.

Colf e badanti - Hanno diritto al bonus anche colf e badanti nel caso abbiano un reddito superiore agli 8.000 ed inferiore ai 26.000 euro. Ma in questo caso, spiega la circolare dell’Agenzia delle Entrate, i lavoratori possono richiedere il credito nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo di imposta 2014, in quanto i datori di lavoro domestico non sono sostituti di imposta.

Chi è escluso - Risultano esclusi dunque gli incapienti, ossia coloro la cui imposta lorda è inferiore alle detrazioni di lavoro spettanti, dunque tutti coloro con un reddito complessivo inferiore a 8.145 euro.

Sono esclusi i disoccupati che non percepiscono la disoccupazione, le Partite Iva ed i pensionati.

Quando arriva l’aumento

I datori di lavoro pagheranno il Bonus Irpef ai dipendenti a partire dallo stipendio di maggio. Chi non riuscirà a versare la somma spettante nel mese prossimo, dovrà farlo a partire dalla mensilità di giugno. In questo caso, il lavoratore percepirà tutto il bonus di 640 euro.

Obbligo di restituzione

Chi percepisce il Bonus Irpef pur non avendone diritto, deve darne comunicazione al datore di lavoro, che provvede poi a recuperare dalla busta paga le somme liquidate indebitamente. E' il caso, per esempio, di un dipendente che ha un reddito da lavoro inferiore a 26mila euro ma che oltrepassa questa soglia grazie alla presenza di altri compensi (come un canone di affitto o la rendita catastale di una casa, diversa dall'abitazione principale).

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