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Dopo la morte del marito, Mariana vorrebbe ricorrere alla PMA per avere un figlio da lui

di Niccolò De Rosa - 26.04.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay.com
Una corsa contro il tempo per poter avere un figlio dal marito defunto. Mariana Gomez-Turri, spagnola e sposata con un italiano, non riesce ad utilizzare il seme del marito perché la legge francese (ii gameti del marito si trovano a Parigi) non ammette la fecondazione post-mortem.

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Mariana Gomez-Turri, 30 anni, e Nicola Turri si erano conosciuti nel 2012 a Londra, nel ristorante italiano dove lavoravano. Scoccata la scintilla, i due migranti (lei spagnola, lui originario di Trento) si sono trasferiti a Parigi in cerca di migliori prospettive, tra lavoro, fatiche e amore.

Nel 2013 però a Nicola viene diagnosticato un tumore, un linfoma non-Hodking, una neoplasia maligna del sistema linfatico e per prevenire la possibile sterilità causata dai cicli di chemioterapia, congela il suo seme. (Leggi anche: bimba nata da seme congelato)

La voglia di vivere e avere una famiglia è tanta, ma nonostante la grande forza della coppia nel luglio 2015, un mese dopo il matrimonio, la malattia si porta via Nicola. Lui aveva solo 30 anni.

Un figlio per Mariana: una corsa contro il tempo

Ecco allora che inizia un nuovo calvario per Mariana, ritornata intanto in Spagna e desiderosa di dare alla luce il figlio di Nicola, perché la legislazione francese le impedisce di entrare in possesso del seme in vitro del defunto compagno. In Francia, a differenza della Spagna, la fecondazione post-mortem è vietata.

«Nicola era più di mio marito, Nicola era la mia metà» confessa la donna al quotidiano online francese LeMonde.

Ora la donna sta portando avanti la sua battaglia legale e dopo un ricorso rigettato da un tribunale amministrativo, il caso è arrivato al Consiglio di Stato.

«Siamo pronti a proseguire fino alla Corte Europea dei diritti dell’uomo» spiega sulla Stampa.it David Simhon, avvocato francese che segue il caso. Il tempo però stringe, perché una volta che saranno trascorsi 12 mesi dal decesso (9 luglio 2015), la pratica sarà illegale anche in Spagna.

«L’unica cosa che conta oggi nella mia vita, nel mio futuro, è quella provetta. Voglio che Mariana possa farne l’uso che vuole se questa leucemia dovesse essere fatale per me (ma non succederà perché io credo di poter guarire!)»

Queste le righe scritte da Nicola poco prima della sua dipartita ed è proprio in nome di questa volontà che Mariana continua a lottare.

FONTE: lemonde.fr

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