La scelta del nome è regolata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 396/2000: è vietato imporre al bambino lo stesso nome del padre vivente, di un fratello o di una sorella viventi, un cognome come nome. Il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso e può essere composto al massimo da tre elementi, anche separati. È inoltre vietato imporre al bambino “nomi ridicoli o vergognosi”, per evitare situazioni discriminanti e difficoltà di inserimento della persona nel contesto sociale: lo scorso anno, è così stato negato a una coppia di chiamare il proprio figlio Venerdì, imponendo di mutare il nome in Gregorio, il santo del giorno di nascita del piccolo.
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Accoppiamenti strani. La situazione, però, si complica quando si sommano nome e cognome, o viceversa. Per esempio, una coppia di genitori che portano il cognome Chiappa, ha chiamato la propria figlia Rosa; i signori Silvestre hanno chiamato il figlio Pino e i Voltaggio hanno battezzato il loro piccolo Massimo. E così si trovano anche Perla Madonna, Vera Vacca, Guido Collauto, Rosa Pantera, Benedetta Topa, Leon Cino e tanti altri. Felice Mastronzo ha invece deciso di cambiare il proprio cognome in Mastranzo.
Fonte: Focus Domande&Risposte
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