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Il bambino visto da lui (il cane)

di Simona Cannas - 12.12.2013 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
L’amico a quattro zampe non vede il bambino come un piccolo umano, ma come qualcosa di diverso. Gli odori, i suoni e i movimenti sono del tutto diversi da quelli propri di una persona adulta. Queste caratteristiche poi cambiano durante la crescita del bambino, mettendo il cane di fronte a un essere in continuo divenire.

Siamo portati a pensare che il cane veda il bambino come lo vediamo noi: una “persona piccola”. In realtà non è proprio così. I bambini hanno degli odori, emettono suoni e hanno movimenti completamente differenti da quelli di una persona adulta. Inoltre suoni, odori e attività locomotoria cambiano a seconda dell’età del bambino, rendendo ogni fase di crescita differente agli occhi del cane.

Le fasi di crescita del bambino viste con gli occhi del cane

Gravidanza. Già dal periodo di gravidanza della donna, il cane di casa percepisce dei cambiamenti che pare arrivino tramite le vie olfattive (feromoni). (LEGGI ANCHE COME FAR ACCETTARE A UN CANE L'ARRIVO DI UN NEONATO)

Neonato. Ma è quando il neonato arriva fisicamente tra le mura domestiche che per il cane si concretizza un evento decisamente nuovo, portatore di molti cambiamenti. L’ambiente sarà invaso da odori nuovi che probabilmente prima l’amico a quattro zampe non aveva mai sentito: quello del bambino e di tutti i prodotti utilizzati per lui, l’odore dei pannolini, delle pappe delle creme ecc. Tutti questi stimoli olfattivi sono molto forti e tendono a coprire e invadere quelli che prima “dominavano” in casa. LEGGI ANCHE: Cane e bambini, consigli per una convivenza sicura

Pensiamo poi ai nuovi stimoli acustici: vagiti, pianti, urla, risate del bambino, sono tutti suoni nuovi e inaspettati per il cane. E poi c’è l’interazione fisica, fattore particolarmente delicato.

Gattonamento. Con il passare dei mesi migliora l’attività motoria del bambino che inizia a gattonare, ad avvicinarsi al cane e a cercare di interagire con lui anche tirandogli il pelo, le orecchie o la coda. Questo potrebbe indurre dolore e stress nell’amico a quattro zampe che cercherà di sottrarsi al contatto.

Il cane viene quindi esposto a nuovi comportamenti messi in atto dal bambino che sono spesso del tutto imprevisti da parte sua, come per esempio il tentare di prendere in bocca la zampa del cane.

Il bambino infatti, come sappiamo, nella fase di esplorazione, tende a mettere tutto in bocca, un po’ come fa il cucciolo che tende a esplorare il mondo con la bocca, masticando e mordicchiando.

In certe situazioni il cane può “scambiare” il bambino per una piccola preda proprio a causa dei movimenti scoordinati e delle vocalizzazioni emesse. Sarà perciò molto importante una costante supervisione dei genitori nel momento in cui cane e bambino si trovano insieme.

Bambino di 2 anni. Con il passare del tempo si modifica ulteriormente la situazione: intorno ai due anni il bambino sviluppa migliori capacità motorie anche se i movimenti rimangono ancora scoordinati e instabili.

Inoltre, in questa fase cresce notevolmente la curiosità del piccolo anche che tuttavia non ha ancora la capacità di capire le conseguenze delle sue azioni. I bambini possono cercare di cavalcare il cane, oppure possono arrivare a giocare con il cibo dell’amico a quattro zampe, assaggiarlo, nasconderlo e possono disturbare il cane mentre dorme. Tutte situazioni potenzialmente a rischio elevato: il cane, soprattutto se agitato o spaventato, può arrivare a reagire in modo aggressivo o comunque fare del male pur senza cattive intenzioni, vista la delicatezza della pelle del bambino. (LEGGI ANCHE:COME SCEGLIERE IL CANE DI CASA)

Altre volte il cane vede nel bambino un “animale” da proteggere e difendere, per questo spesso si vedono quattro zampe che tendono a proteggere il bambino da estranei o adulti in generale.

Bambino a 5 anni. Quando il bambino arriva ai cinque anni di età, entra nella cosiddetta fase dei giochi sociali e inizia a vedere il cane come un compagno di divertimenti. I bambini presentano ancora un elevato grado di curiosità, movimenti rapidi, a scatti e tendono a urlare frequentemente. In questa fase però la sorveglianza dei genitori diminuisce, mentre sarebbe bene che il controllo rimanesse costante sulle interazioni bambino-cane.

Tutto ciò premesso al fine di assicurare la massima sicurezza, secondo gli esperti, la presenza di un cane è utile per lo sviluppo del bambino, che viene responsabilizzato e trova in esso un compagno di giochi molto stimolante per l’apprendimento. Gli animali possono influenzarne il senso di sicurezza, la percezione di sé, l’autostima, lo sviluppo cognitivo e del linguaggio e l’intelligenza emozionale. Il cane inoltre offre un’incondizionata accettazione a differenza di ciò che si verifica nelle relazioni interpersonali. Non a caso, l’amico a quattro zampe viene utilizzato nei programmi di Pet therapy indirizzati a bambini con problemi sia fisici che psichici.

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