Dividono i compiti con il partner
Partiamo da un esempio del nord Europa.
In Danimarca il capofamiglia è un ruolo condiviso tra uomo e donna. Spartendosi compiti e responsabilità e aiutandosi a vicenda, riescono entrambi a lavorare e a dedicare tempo ed energie alla propria famiglia. In questo senso, le pari opportunità sono una questione che i danesi prendono molto sul serio.
Urlano meno
Capita che le mamme italiane urlino per farsi ascoltare dai figli (con relativo senso di colpa successivo nei confronti dei bimbi). Secondo il pedagogista Daniele Novara, il genitore di oggi morbido e non autoritario va in crisi davanti a un bambino che non fa quello che deve. Non sa come agire, vorrebbe convincere il piccolo senza obbligarlo ma poi alla fine urla e si arrabbia. Ma all'estero non è sempre così. “Nella mia esperienza in Germania, noto che le mamme qui si preoccupano di molte meno cose rispetto a noi mamme italiane. Per esempio, la cena di solito è un pasto freddo, se i vestiti dei bambini non sono stirati non è un tragedia e nessuno è ossessionato dalla “maglietta della salute”. E’ forse per questa ragione che, alla fine, risultano più serene nella quotidianità”, dice Roberta P., 33 anni, un figlio, ricercatrice a Berlino e intervistata dal Corriere.it.
Rendono i figli più indipendenti
Le straniere sono più tranquille e sicure quando si tratta di contribuire alla costruzione dell’indipendenza dei propri figli. In Italia due under 35 su tre vive ancora a casa con i suoi. Un motivo in parte dettato dalla situazione economica e dalle difficoltà a trovare un lavoro. Ma non sempre... I ragazzi restano a casa anche se lavorano. Secondo i dati Eurostat, in Italia restano a casa soprattutto i maschi (il 57,5% tra i 25 e i 34 anni) mentre le femmine che rimangono in famiglia sono il 41,1%. Le percentuali sono dimezzate, per Francia e Regno Unito. Danimarca al 15,8%.
Le mamme fanno più sport
Italiane a rischio sedentarietà. Anche troppo. Secondo uno studio pubblicato da Lancet, il 61% delle donne italiane conduce una vita sedentaria. Diversa la percentuale all'estero: vale per il 47% delle americane, il 40% delle australiane, il 37% delle francesi e il 28,5% delle tedesche. E a giovarne non è solo la salute, ma anche l'esempio che si dà ai figli.
Con il freddo non si rinchiudono in casa
Soprattutto nel nord Europa, le mamme sembrano avere un rapporto più pragmatico con il clima: freddo, neve e pioggia condizionano meno la vita dei bambini. In Finlandia, per esempio, ai genitori è consigliato di lasciare i figli a fare il pisolino fuori all'aperto. Con temperature di certo non temperato. Come dice alla BBC
Brittmarie Carlzon, insegnante di scuola materna:
"Specialmente d'inverno quando i bimbi rischiano di ammalarsi di più, sembra funzionare". Anche quando le temperatura vanno a -15 gradi. Per maggiori info: http://www.bbc.com/news/magazine-21537988
Hanno più figli
Le mamme in Francia, Norvegia, Svezia e Finlandia fanno più figli della media europea, circa 1,8 contro 1,58 dei dati Eurostat. Le italiane seguono con una media di 1,4 figli.
Lavorano entrambi i partner
La Danimarca detiene una delle più alte percentuali di donne lavoratrici di tutta Europa e il dato colpisce ancora di più se lo si paragona con quello italiano, un misero 47%. A permetterlo è una flessibilità che si traduce nella possibilità di riproporsi sul mercato del lavoro in modo più facile, anche dopo aver avuto un figlio. Inoltro, secondo uno studio della Harvard Business School, e condotto in 25 Paesi su 50mila adulti ha dimostrato che i figli di madri che lavorano saranno avvantaggiati da adulti. Soprattutto un vantaggio che riguarda le bambine che, una volta cresciute, guadagneranno in media il 23% in più delle coetanee figlie di madri casalinghe.
I papà si occupano più dei figli
Torniamo all'esempio della Danimarca dove lui gode di un lungo e ben pagato congedo di paternità di ben due settimane. Inoltre in neo-papà può scegliere il part-time senza essere giudicato male.
Al contrario, è incentivato a farlo perché sa di poter contare anche sul salario della donna che, a differenza dell'Italia, non è affatto inferiore a quello dell'uomo. In Italia, 38 minuti è il tempo medio dei papà trascorso coi figli, ogni giorno, contro le 4 ore e 45 minuti per le madri (dati Sirc). E' vero, qui non ci sono sempre le condizioni lavorative per consentire ai papà di stare più a casa, ma, quando sono a casa... lasciamoli un po' di più con i pargoli!
Pensano meno alla moda
I bimbi sono bimbi. Devono poter giocare e divertirsi. Senza preoccuparsi troppo del vestito che hanno. Troppa attenzione alla moda o al vestitino nuovo addosso rischia di limitare la libertà di movimento dei più piccoli. Inoltre, i brand non sono fatti per i piccini. Per i bambini - mette in guardia uno studio del Dipartimento di sociologia dell’Università di Leicester -, il brand può diventare un mezzo per la costruzione della propria identità già dai cinque anni. E la famiglia gioca un ruolo importante nel trasferire la consapevolezza dei marchi.
Viaggiano, viaggiano, viaggiano
Il primato indiscusso di viaggiatori, spetta agli USA, con 32,9 milioni di partenze verso l’estero nel 2015, secondo un report di Tourism Intelligence International pubblicato sul Corriere.it. E sapete che i bambini sono i primi a beneficiare delle partenze? Uno studio di lungo periodo condotto dal Dipartimento dell’Educazione americano, che ha analizzato oltre 21mila bambini, ha evidenziato una relazione positiva fra la durata del viaggio e i risultati accademici.