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Boom di matrimoni: gli italiani tornano a sposarsi

di Niccolò De Rosa - 15.11.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay.com
Nel 2015 l'Istat ha registrato una decisa inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, con quasi 5.000 Sì in più rispetto all'anno precedente. Riscontrato anche l'aumento dei divorzi, ora favoriti da procedure più snelle.

In questo articolo

In tempi di crisi anche il matrimonio incontra serie difficoltà.

Questo accade non perché la gente sia diventata più arida e meno propensa al sentimento, ma perché la scelta di unirsi in un vincolo così importante comporta un'infinità di conseguenze che in anni d'incertezza (soprattutto economica) non tutti possono sostenere.

Eppure ora si vede la luce fuori dal tunnel!

Dai dati registrati dall'Istat infatti si nota come nel 2015 siano stati celebrati in Italia 194.377 matrimoni, circa 4.600 in più rispetto al 2014.

Secondo l'ente di ricerca si tratta dell'aumento annuo più consistente dal 2008, nonché una decisa inversione di tendenza rispetto all'arco temporale che dal 2008 al 2014 aveva visto diminuire le cifre al ritmo medio di 10.000 unioni in meno all'anno.

Aumentata anche la propensione alle prime nozze (429 per 1.000 uomini e 474 per 1.000 donne) e alla celebrazione dei matrimoni con rito civile (l'8% in più rispetto al 2014),

che sono arrivati ad incidere dell 45,3% sul totale dei matrimoni italiani.

E I DIVORZI?

I numeri Istat ci svelano anche i numeri degli amori finiti.

La durata media del matrimonio al momento della separazione è di circa 17 anni e l'età dei soggetti si aggira intorno ai 48 anni per i mariti e 45 anni per le mogli.

I matrimoni celebrati con il rito religioso rimangono quelli più stabili ma risulta comunque raddoppiata la quota delle separazioni dei matrimoni di lunga durata, passando dall'11,3% del 1995 al 23,5%. La spiegazione dietro a tale picco potrebbe celarsi dietro la recente normativa sul cosiddetto "divorzio breve" che ha reso decisamente più agile (e meno dispendioso) l'iter per porre fine ad una relazione coniugale.

Nel 2015 infine, le separazioni con figli in affido condiviso sono circa l'89% di tutte le separazioni con affido. Soltanto l'8,9% dei figli è affidato esclusivamente alla madre.

La percentuale di separazioni in cui la casa coniugale è assegnata alla moglie sale al 60% e arriva al 69% per le madri con almeno un figlio minorenne.

Stabile la quota di separazioni con assegno di mantenimento corrisposto dal padre (94% del totale delle separazioni con assegno nel 2015).

FONTE: ISTAT

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