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I papà italiani di oggi: ecco chi sono

di Francesca Amè - 21.05.2014 - Scrivici

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Sempre più coinvolti nella cura dei figli (coccole e pannolini compresi), anche se ancora si aspettano che sia la mamma a fare più sacrifici nella conciliazione famiglia-lavoro. Sullo stile educativo sono ancora in cerca di un modello: non gli va più bene quello autoritario dei loro padri, ma hanno capito che non funziona nemmeno essere troppo amici dei figli. E' quanto emerso dal sondaggio condotto da Eurispes per nostrofiglio.it e Focus, a cui hanno risposto 2.292 persone

Coinvolti nella cura dei figli e informati, i padri italiani degli anni Dieci sono molto diversi dai loro genitori. Ma non chiamiamoli mammi. Si stanno costruendo un’identità nuova, forse un po’ ibrida e confusa, che oscilla tra il desiderio di partecipare al meglio alla crescita dei figli (coccole e pannolini compresi) alla paura di non esserne all’altezza. Eccoli, i papà di oggi, uomini in ansia per il troppo o troppo poco lavoro, consapevoli dei sacrifici che la compagna compie per conciliare vita familiare e lavoro, uomini convinti di passare più tempo (e di miglior qualità) con i figli di quanto non abbiano fatto i loro padri, ma alla fine timorosi di aver perso un po’ di autorità paterna.

E’ questo il quadro che emerge da un sondaggio on line commissionato a Eurispes per nostrofiglio.it e il mensile Focus: sono state intervistate 2.292 persone, uomini e donne (il 51% dei quali padri di famiglia) di età compresa tra i 30 e i 44 anni e residenti in tutta Italia. Ne è uscita una fotografia interessante, di come sta cambiando oggi, nel nostro Paese, il "mestiere di padre".

TESTO COMPLETO DELL'INDAGINE SUI PAPA' ITALIANI DI OGGI

Genitori quasi interscambiabili nella cura dei figli. Però lei deve sacrificare di più la sfera lavorativa

Per il 91% dei papà italiani è “normale” dare da mangiare ai propri figli e cambiare loro il pannolino. L’88% del campione ama raccontare le favole della buona notte ai suoi bambini, l'85% accompagna i figli alle attività extrascolastiche.

Viene considerato normale anche lavare e vestire i bambini, seguirli nei compiti. Insomma, è vero che i padri di oggi sono molto più partecipi di quelli della generazione precedente nella cura dei bambini ma va detto che 1 intervistato su 5 dichiara di adempiere a questi compiti per necessità legate alla contingenza, in particolare all’assenza della madre da casa per motivi di lavoro.

Nel caso di malattia del bimbo piccolo, la stragrande maggioranza del campione inoltre ritiene sia giusto che la madre “si sacrifichi” per restare a casa dal lavoro piuttosto che il padre.

Padri partecipi dunque, ma entro certi limiti. Meglio che il lavoro lo sacrifichi lei.

Eurispes inoltre fa notare una visione più tradizionale del ruolo maschile e femminile e più rigida della divisione dei compiti nella famiglia tra i soggetti meno scolarizzati.

La parola più associata all'idea di paternità: PROTEZIONE. Seguono amore e guida

“Che parola associ all’idea di paternità?” è stato chiesto agli intervistati: la quasi totalità del campione maschile ha pensato alla parola protezione. L’idea è comune tra i genitori trentenni come tra i sessantenni. Seguono le parole amore, guida, responsabilità, modello. Pochissimi evocano parole come autorità e sacrificio.

Lo stile educativo: ancora da definire tra autorità e complicità

Le risposte fanno pensare che da autoritaria la figura del padre si stia facendo più autorevole, e dunque maggiormente salda poiché il rispetto non viene dal timore della figura genitoriale ma da una forma di stima. Infatti solo il 27,7% dei figli obbedisce ai padri di meno di quanto questi non facessero con i propri e solo il 21,6% li rispetta di meno. (Eurispes)

I padri italiani si sono interrogati sul loro stile educativo: meglio permissivi o autoritari? Non emerge una risposta univoca e questo la dice lunga sullo stato di confusione e forse di mancanza di modelli e riferimenti dei padri di oggi.

Se infatti la quasi totalità del campione (il 98.8%) crede che con il buon esempio e regole da rispettare si possano educare i propri bambini, grande parte (l’81%) si dice favorevole alle punizioni e alle sgridate.

Complici o nemici? Di tutto un po’: per il 60% del campione il padre deve essere soprattutto “amico” (solidale, scherzoso, giocoso) dei propri figli ma quasi il 52% degli stessi si dice pronto a usare le “maniere forti” con i pargoli (in particolare gli schiaffi).

Insomma l'immagine del papà di oggi appare molto articolata: dovrebbe riuscire a mettere insieme la funzione educativa a quella affettiva, alla complicità e al rispetto dell'autorità. "Un connubio e un equilibrio evidentemente difficili da raggiungere e mettere in pratica," commenta Eurispes.

Nella maggioranza delle coppie non c'è pieno accordo sullo stile educativo

Anche alle madri intervistate è stato chiesto di dare un giudizio sullo stile educativo dei padri di oggi e, va detto, la risposta non è delle più incoraggianti: il 65% delle intervistate si dice “perplessa” sul fatto che i papà capiscano e sappiano interpretare correttamente i loro figli.

Un altro dato significativo emerge incrociando le risposte di padri e madri: solo il 15% delle coppie ha uno stile educativo completamente condiviso. Detto in altri termini, spesso uno dei due partner non approva il comportamento dell’altro (sul fronte di sgridate, divieti, concessioni) nei confronti dei figli.

I papà degli adolescenti: controllo e affiancamento

I papà di figli preadolescenti e adolescenti si contraddistinguono per un aspetto: prendono il bello dell’esperienza, ma si tirano indietro quando c’è da fare “il lavoro sporco”. Spieghiamo: i papà passano nell’94% dei casi molto più tempo libero con i loro figli di quanto non abbiano fatto i loro padri quando erano ragazzini, ma perlopiù per fare sport (nel 70% dei casi) o per parlare di scuola (nel 65% dei casi). Per il 35% dei padri è la moglie/compagna quella che “capisce meglio” e “comunica meglio” con i loro figli.

E tutto il resto? Paiono padri insicuri su temi più sensibili, come la politica, la salute, i problemi derivanti dalla droga. Il 23.3% del campione non parla mai a suo figlio di sesso, quasi un terzo degli intervistati non si sofferma nemmeno a riflettere su amore, amicizia, relazioni sentimentali.

Il campione ritiene importante un controllo in certi ambiti concreti della vita dei figli, come quello degli orari di rientro e le vacanze. Più libertà ai figli invece per la scelta del partner, le idee politiche e le future scelte lavorative. Sulle scelte scolastiche invece ritengono opportuno intervenire di più.

I padri contemporanei appaiono molto presenti nella vita dei figli, come figure che offrono cure e beni materiali (persino in misura eccessiva) che aiutano i figli a risolvere i problemi lasciando loro poco spazio per affrontarli in prima persona, che indirizzano il percorso di vita intervenendo nelle scelte fondamentali, anche nel tentativo di far raggiungere ai ragazzi obiettivi che loro non erano riusciti a conseguire. Nella percezione generale i padri sono oggi non solo protettivi ma forse un po' invadenti, con il rischio che i figli non acquisiscano la capacità di superare da soli le difficoltà, sopportare rinunce, assumersi la responsabilità delle scelte fondamentali della propria vita. (Eurispes)

Più tempo con i figli e più ansie per il futuro

In media, i padri di famiglia spendono tre ore al giorno con i loro figli e solo il 5% del campione dichiara di vederli “raramente”. La categorie più penalizzate sembrano essere i liberi professionisti e i genitori single.

Più consapevoli del loro ruolo, pronti a dedicare tempo ed energie all’educazione dei figli, ma anche dilaniati da mille perplessità: il 78.6% del campione di padri intervistati ammette candidamente di non sapere quale sia il comportamento migliore da tenere con i propri figli, specie in situazioni di criticità (capricci, problemi scolastici o altro). Il 58% dei padri non si sente all’altezza del compito ma in questo va detto che gli uomini sono ampiamente battuti dalle madri sul terreno dell’autocritica: ben il 62% delle mamme intervistate “non si sente all’altezza del ruolo”.

Mancanza di autostima, paura per un futuro che la crisi economica rende fosco, timore che qualche comportamento sbagliato possa avere influenze nefaste sulla crescita dei figli: i genitori di oggi, uomini o donne che siano, paiono parecchio ansiosi, suscettibili, ipersensibili.

I papà si confrontano con altri papà

I papà trovano un po’ di conforto tra gli amici: a differenza della mamme, più propense a rivolgersi a un medico o a uno specialista nel caso di problemi comportamentali con i figli, i papà preferiscono ‘fare branco’ ovvero parlare del problema con amici nella stessa situazione (solo il 55% del campione si confida con i propri genitori).

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