Nel nostro paese il ricorso alle tecniche di PMA è regolamentato dalla legge 40 del 2004. Negli anni questa legge ha subìto vari cambiamenti, che hanno reso possibili tecniche prima vietate.
In particolare, la legge consentiva l'accesso alla PMA solo alle coppie infertili - e non a quelle fertili portatrici di malattie genetiche - e vietava:
- la diagnosi genetica preimpianto, con selezione degli embrioni sani da impiantare;
- il congelamento di eventuali embrioni prodotti in sovrannumero rispetto a quelli da impiantare;
- la fecondazione eterologa, con ricorso a gameti (ovociti o spermatozoi) esterni alla coppia e ottenuti grazie a donazioni.
Tutte pratiche consentite invece in molti altri paesi, verso i quali "migravano" le coppie con necessità particolari.
Grazie a una serie di interventi successivi della magistratura, con varie sentenze della Corte Costituzionale, oggi tutti questi divieti sono caduti.
In Italia dunque oggi è possibile:
1. L'accesso alle tecniche di PMA non solo da parte di coppie infertili, ma anche da parte di coppie fertili portatrici di malattie genetiche;
2. La diagnosi genetica preimpianto per la ricerca di eventuali anomalie geniche o cromosomiche nell'embrione. Questo permette di individuare e impiantare solo gli embrioni sani ed è appunto consentito sia per coppie infertili sia per coppie fertili.
3. Il ricorso alla fecondazione eterologa, che è stata anche inserita come prestazione ambulatoriale nei nuovi LEA, i livelli essenziali di assistenza. Le tariffe per l'accesso alla pratica sono stabilite dalle singole Regioni.
Ma attenzione: l'accesso alla fecondazione eterologa è consentito solo a coppie eterosessuali. resta il divieto per coppie omosessuali o donne single.
4. Il congelamento (crioconservazione) degli embrioni prodotti in eccesso, che potranno eventualmente essere usati in un secondo momento, nel caso in cui il primo impianto non vada a buon fine o la coppia desideri altri figli.
Cosa è ancora vietato
Oltre alla fecondazione eterologa per donne single e coppie omosessuali, resta in vigore il divieto di maternità surrogata, che consiste nel ricorrere a una donna esterna alla coppia per portare avanti la gravidanza. In questo caso, l'embrione ottenuto dalla coppia o con fecondazione eterologa viene impiantato nell'utero di un'altra donna.
In alcuni paesi la pratica è utilizzata nel caso in cui la donna non possa portare avanti una gravidanza oppure da coppie omosessuali.
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Aggiornato il 25.05.2017