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In vacanza col pancione, destinazione montagna

di Angela Bisceglia - 14.05.2013 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Le passeggiate in montagna devono essere sempre piacevoli e non devono affaticare, per questo bisogna scegliere zone pianeggianti e non avventurarsi in scarpinate stancanti e pericolose.

In montagna l’aria è fresca e mai afosa, non c’è umidità e il paesaggio, diverso da quello al quale siamo abituati, ha sicuramente un effetto rasserenante.

Attenzione a… Alta quota. Meglio non superare i 1300-1400 metri di altitudine, per due motivi:

- più aumenta la quota, più è facile isolarsi ed allontanarsi da possibili strutture sanitarie. Man mano che si sale, inoltre, possono esserci strade innevate e se capita qualche imprevisto può risultare difficile tornare a valle.

- Quando aumenta l’altitudine, diminuisce la concentrazione di ossigeno nell’aria: meglio evitarlo, perché il sistema placentare ha bisogno di raccogliere più ossigeno possibile dall’organismo materno.

Salite. Le passeggiate in montagna devono essere sempre piacevoli e non devono affaticare, per questo bisogna scegliere zone pianeggianti e non avventurarsi in scarpinate stancanti e pericolose.

Con quale mezzo di trasporto partire? Il migliore è senza dubbio il treno: non dà sobbalzi notevoli e consente alla mamma di muovere qualche passo lungo i corridoi, in modo da riattivare la circolazione. L’auto invece è il mezzo che può stimolare la maggiore attività contrattile, quindi meglio evitare viaggi lunghi in macchina se già ci sono delle lievi contrazioni uterine.

Se devi spostarti in aereo, no problem se si tratta di un volo di mezz’ora-un’ora; se è un viaggio lungo, stare nella stessa posizione forzata per tanto tempo può dare rischio di ristagno del flusso sanguigno, che, in soggetti predisposti, potrebbe causare la formazione di trombi. Prima di mettersi in viaggio, allora, meglio parlarne con il medico, che valuterà se fare una piccola profilassi con eparina, un farmaco ad azione anticoagulante.

Non dimenticarti la tessera sanitaria, la cartella con gli esami e se vai all'estero i documenti dell'assicurazione sanitaria

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(Consulenza: Gabriele Rossi, Dirigente medico della Patologia della Gravidanza presso la Clinica Mangiagalli di Milano)

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Aggiornato il 26.06.2017

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