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Ecografia morfologica: quando si fa e cosa si vede

di Angela Bisceglia - 08.01.2021 - Scrivici

morfologica
Fonte: shutterstock
Morfologica: l'ecografia del secondo trimestre, o morfologica, si esegue intorno alle 20 settimane e consente di esaminare tutti gli organi del feto

In questo articolo

Morfologica

Nel secondo trimestre di gravidanza, viene eseguita una importante ecografia che viene chiamata morfologica (o strutturale) e serve ad osservare nel dettaglio il corpo e gli organi del bambino, la sua posizione e quella della placenta, il cordone ombelicale, il liquido amniotico. Inoltre l'operatore prenderà le misure e confermerà la datazione della gravidanza, andrà alla ricerca di eventuali anomalie della crescita e dello sviluppo e molto spesso potrà dire il sesso del bambino. Vediamo quando va fatta la morfologica in gravidanza e a cosa serve.

Ecografia morfologica: a quante settimane si fa?

L'ecografia morfologica si esegue tra le 19 e le 21 settimane ed è una delle ecografie più importanti di tutta la gravidanza, poiché è quella in cui viene analizzata con più accuratezza l'anatomia del feto. Consente infatti di esaminare tutti gli organi del feto, dalla testa ai piedi.

Nicola Persico, Dirigente Medico di I livello presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica Mangiagalli di Milano, spiega:

Il momento migliore per effettuarla è intorno alle 20 settimane, perché il feto è cresciuto abbastanza e gli organi si possono osservare molto bene. Inoltre, si possono analizzare accuratamente alcune strutture, soprattutto cerebrali, che a 12 settimane, epoca della prima ecografia, non sono ancora completamente sviluppate e che, nelle settimane successive, sarebbero più difficili da analizzare a causa della normale crescita fetale

Proprio per questo è l'ecografia che dura di più, circa 20-30 minuti, praticamente il doppio rispetto alle altre.

Che cosa si vede con l’ecografia del II trimestre

La morfologica consente di fare numerose osservazioni:

Gli organi, infatti, vengono visualizzati e analizzati in una sequenza ben definita: testa, torace, addome, colonna vertebrale, arti.

Così, per esempio, si misurano il diametro biparietale (BPD, il diametro tra le ossa parietali, collocate all'incirca tra le due orecchie), la circonferenza cranica (CC), la circonferenza addominale (CA), l'ampiezza del trigono ventricolare, il diametro trasverso del cervelletto, la lunghezza del femore. In più, si visualizzano alcuni tratti come le orbite oculari, il passaggio naso-labbro superiore, la colonna vertebrale, il situs cardiaco con la scansione delle quattro camere cardiache, le ossa lunghe dei quattro arti e le estremità (mani e piedi) con le dita, che però potrebbero essere nascoste se il bimbo tiene i pugnetti chiusi.

In realtà la presenza o assenza di uno dei due reni nella rispettiva loggia renale non sempre può essere accertata con sicurezza, tuttavia la quantità di liquido amniotico (che è prodotto in prevalenza dalle urine fetali) è un segnale fondamentale della presenza e del buon funzionamento dei reni

spiega Rossana Sarli, specialista in ginecologia e ostetrica a Genova.

Infine, si determina la quantità di liquido amniotico e si visualizza la placenta e la sua localizzazione.

Di recente, infine, si sta facendo strada l'ipotesi di inserire di prassi anche la misurazione della lunghezza del collo dell'utero, che potrebbe aiutare a individuare i casi a rischio di parto pretermine. Al momento, però, questa misurazione non è ancora routine ma viene effettuata solo in donne già a rischio.

Fonti per questo articolo:

  • Linee guida 2010 della Società italiana di ecografia ostetrica e ginecologica (Sieog);
  • ebook Gravidanza ostetrica easy della ginecologa Valentina Pontello,
  • consulenza di Giuseppe Calì, presidente Sieog;
  • consulenza Nicola Persico, Medico Dirigente di I livello presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica Mangiagalli di Milano;
  • consulenza di Rossana Sarli, specialista in ginecologia e ostetricia a Genova.

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Revisionato da Francesca Capriati

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