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Esercizi di meraviglia, il libro per le mamme che non hanno bisogno di istruzioni

di Alice Dutto - 04.05.2016 - Scrivici

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Fonte: vittoria baruffaldi
"Perché essere madri significa reimparare lo stupore, è un esercizio di meraviglia", così scrive Vittoria Baruffaldi nel suo libro dedicato alle mamme (e non solo), che vogliono riflettere sulla maternità

In questo articolo

«Ovunque si trovano informazioni pratiche su come fare la mamma: come mettere a letto il bambino, quando dargli da mangiare, a che età deve dire la prima parola, camminare e così via. Quello che manca totalmente è un approccio che affronti la maternità da un punto di vista del pensiero» esordisce così la mamma e insegnante di filosofia torinese, Vittoria Baruffaldi.

Ecco perché le è venuto in mente di scrivere Esercizi di Meraviglia (Einaudi), un libro che si differenzia dagli altri «perché non vuole insegnare a nessuno come fare la madre». Nel volume, invece, si affronta da un punto di vista filosofico questa condizione, dalla gravidanza fino a quando il bambino è grande. «Alla fine rimangono più domande che risposte, ma sono tutti gli interrogativi e i dubbi che ogni madre ha e su cui ha bisogno di riflettere».

Vi presentiamo tre punti che tocca il libro e da prendere in considerazione.


1 - Maternità senza competizione

L'assunto di partenza è che bambini e filosofi siano molto simili: li accomuna il fatto di essere in grado di guardare il mondo con stupore e meraviglia.
«Per noi adulti è impossibile fare come loro, perché siamo carichi di sovrastrutture – continua la scrittrice –. Ma è importante tentare di farlo, perché ci può aiutare a vivere la maternità non come una competizione o una gara, ma come un bellissimo fatto dell'esistenza».

Bisogna dunque smettere di pensare che fare la mamma sia raggiungere degli obiettivi, «piuttosto è un cammino che si fa insieme e che porta da qualche parte, che non è lo stesso punto di arrivo per tutti. Ogni madre e bambino, infatti, devono trovare una loro strada, non quella che qualcuno dice che sia quella giusta».

2 - Vedere il mondo come i bimbi: senza paura o vergogna

Non dobbiamo avere paura di seguire i nostri figli nella loro scoperta del mondo

Uno dei più grandi esercizi che i piccoli fanno è quello di rendere quotidiani e concreti grandi temi filosofici come la libertà, la felicità e l'amore. «

Per loro, ad esempio, la felicità è immanente: ce l'hanno fra le mani. La vedono da vicino, mentre faticano ad avere un quadro più completo. Il contrario di quello che accade agli adulti: aspiriamo alla felicità, ma non la viviamo mai. Ecco perché dobbiamo lasciarci contagiare dal loro modo di essere, perché la felicità non bisogna lasciarla andare, ma bisogna sentirla qui e ora».


3 - Le qualità di una (buona) madre

Per essere una buona madre «serve una notevole apertura del pensiero, che porti ad accogliere l'altro. Perché il proprio figlio è altro da noi, ma anche questo è un percorso di crescita. All'inizio, si accoglie l'altro nel gioco delle somiglianze, ma poi lo si accetta sempre di più per ciò che è nella sua essenza e diversità».

Ciò che è più difficile è trovare la giusta distanza. «Di essere mamma non si finisce mai, ma poi bisogna lasciar andare i figli. E la distanza in questo senso non è lontananza, bensì una misura d'amore, perché da lontano ci si comprende meglio».

Esercizi di meraviglia

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