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Fertility day: avere un figlio in Italia può costarti il posto di lavoro

di Lorenza Laudi - 07.09.2016 - Scrivici

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In Italia, l'arrivo di un figlio costa il posto di lavoro a una donna su due. E la campagna del Fertility Day, nonostante tutto, è riuscita a porre l'attenzione sulla condizione femminile in Italia. Lo denuncia Il Fatto Quotidiano.

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Uno scivolone per il Ministero della Salute. Il tanto nominato Fertility Day però, non è venuto solo per nuocere e far parlare (male) di sé. In realtà è riuscito a porre l'attenzione dell'opinione pubblica non tanto sulla fertilità in generale quanto più sulla società in cui viviamo e le necessità lavorative a cui una coppia va incontro quando mette su famiglia.

Come riporta Il Fatto Quotidiano in un approfondimento dei giorni scorsi, avere un figlio in Italia può costare caro.

La maternità costa il posto di lavoro. Un'italiana su due con l'arrivo del figlio, è costretta a rimanere a casa, perché licenziata o perché messa nelle condizioni di doversi dimettere. Sia per l'ambiente di lavoro cambiato, sia per la difficoltà di gestire un bimbo piccolo e asili vari.

I dati Istat: 800 mila donne a casa dopo un bambino

Riprendendo i dati Istat, 800 mila donne, con l’arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro.

Spesso a dover stare a casa sono le più giovani, residenti nel Mezzogiorno (10,5 per cento) e le donne con titoli di studio basso (10,4).

Le donne, una volta che il bimbo è grande, tornano a lavorare? Una volta lasciato il lavoro solo il 40,7 ha poi ripreso l’attività. E su 100 donne rimaste a casa dopo la maternità, riprendono a lavorare 15 nel Nord e 23 nel Sud.

La situazione all'estero

E' notizia dei giorni scorsi. La Francia è la patria delle mamme-lavoratrici in Europa. Il Paese si è risollevato dopo un calo demografico avvenuto tra gli anni '70 e gli '80. Ora, il 74% delle madri con figli sotto i 15 anni ha un lavoro e il Paese vanta un aumento del tasso di natalità.

Spingendosi ancora più a nord, in Islanda lavora l’85% delle madri con figli sotto i 15 anni, e in Danimarca l’84%, dove la spesa per le famiglie è l’8,6% e la legge prevede 6 mesi al 100 per cento dello stipendio.

Tutto questo è possibile grazie a un walfare attivo e aiuti alla famiglia.

E dove esiste il congedo per padri, circa l’85 per cento dei neopapà ne fa uso.

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