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Dove partorire: in ospedale

di Angela Bisceglia - 14.05.2013 - Scrivici

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Fa sentire ‘al sicuro’, in un ambiente dove in pochi minuti si può far fronte a un’eventuale emergenza. Non tutti gli ospedali però consentono di fare il rooming-in (cioè di tenere il bebè nella propria stanza 24 ore su 24) e questo potrebbe interferire con il buon avvio dell’allattamento.

PARTORIRE IN OSPEDALE, CI SI SENTE AL SICURO MA ... CHE VIAVAI NELLA STANZA!

Vantaggi: fa sentire ‘al sicuro’, in un ambiente dove in pochi minuti si può far fronte a un’eventuale emergenza (un parto cesareo, per esempio) perché si può contare sempre sulla presenza di ostetrica, ginecologo e anestesista. Negli ospedali grandi inoltre, in genere, c'è sempre un reparto di neonatologia pronto ad accogliere subito il bebè se ci dovessero essere problemi. Inoltre nei giorni successivi al parto, il bambino viene accudito, lavato e cambiato dalle puericultrici del nido, e questo consente alla neomamma di riposarsi e imparare un po’ per volta il ‘mestiere di mamma’

Svantaggi: non tutti gli ospedali consentono di fare il rooming-in (cioè di tenere il bebè nella propria stanza 24 ore su 24) e questo potrebbe interferire con il buon avvio dell’allattamento: per favorire da subito l’allattamento esclusivo al seno, infatti, il piccolo deve potersi attaccare alla mamma tutte le volte che vuole, senza orari fissi. Il più delle volte la stanza (e quindi anche il bagno) deve essere condivisa con altre mamme e, se l’ospedale consente il rooming in, con altri neonati, e questo potrebbe interferire con l’esigenza di riposo, intimità e silenzio che si ha dopo il parto. Nelle ore delle visite inoltre ci sarà il viavai di parenti e amici e anche lo spazio per i tuoi parenti potrebbe essere un po’ ridotto. Verifica almeno che gli orari vengano rispettati, così non rischi di trovarti gente intorno a tutte le ore! Anche se quasi tutti gli ospedali si stanno adeguando, in alcuni non è ancora possibile far entrare in sala parto il futuro papà o un altro parente.

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