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Asilo nido, il rischio infezioni

di Maria Cristina Renis - 09.01.2012 - Scrivici

La scelta dell'asilo nido comporta inevitabilmente la possibilità per il bimbo di essere contagiato da varie infezioni. I consigli del pediatra ai genitori

"Frequentare l’asilo nido, e quindi fare un debutto vero e proprio in una comunità, comporta inevitabilmente per il bambino la possibilità di essere contagiato da varie infezioni, più o meno gravi, dell’albero respiratorio” avverte Marco Pandolfi, vice direttore dell’unità operativa di pediatria presso l’Ospedale Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano. “Per fortuna non tutti i bambini sono uguali: c’è il bambino più predisposto e cagionevole e quello più resistente, ma bisogna tenere presente che il sistema immunitario raggiunge la maturità tra il quinto e il sesto anno di vita, e quindi i vari episodi di bronchiti, faringiti e tonsilliti ma anche otiti durante la frequenza dell’asilo nido (ma anche in occasione del primo anno di scuola materna, soprattutto per i bambini che non hanno frequentato il nido) sono da tenere in preventivo”. Leggi tutto sui Malanni di stagione

“I problemi più seri insorgono quando le infezioni virali non sono curate bene e aprono le porte a batteri potenzialmente patogeni, trasformandosi perciò in infezioni batteriche, quindi dopo un episodio infettivo è consigliabile che il bambino ritorni all’asilo solo quando è pienamente guarito per evitare ricadute o contagi”, suggerisce Pandolfi.

E aggiunge: “Esistono una serie di vaccinazioni (facoltative) contro i batteri più feroci come l’emophilus, lo pneumococco e il meningococco, così come anche i cosiddetti “immunostimolanti” che però trovano il tempo che trovano perché ci sono ancora pochi studi scientifici in merito che ne dimostrano l’attendibilità. Insomma, diciamo che una prevenzione vera e propria non esiste”.

Conclude il pediatra: “Ritengo comunque che la frequenza dell’asilo nido sia un’esperienza molto positiva per un bambino, perché impara a relazionarsi con gli altri e, a meno che un bambino abbia un deficit immunitario accertato, non ci sono controindicazioni alla frequenza. Se però la famiglia non ha la possibilità di accudirlo personalmente o di affidarlo a una nonna e quindi è costretta a ricorrere alla scelta del nido, è bene tenere presente che quello delle infezioni è una sorta di percorso obbligato.

Come pediatra valuto di volta in volta la risposta singola del bambino al numero di infezioni severe e ripetute nel tempo che lo costringono ad assenze anche prolungate dall’asilo nido, e nel caso si valuta il ritiro come ultima alternativa”.

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