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Vaccini in calo per campagne di disinformazione

di Nostrofiglio Redazione - 10.07.2014 - Scrivici

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L’allarme della Società italiana d'igiene: in alcune zone fino a -25% per morbillo e rosolia per le campagne di disinformazione. Il ministro della salute Lorenzin: "E' facile pensare: io il vaccino a mio figlio non lo faccio, lo farà il mio vicino di casa". Ma è solo con una copertura pressoché completa che sono state debellate alcune malattie

Le campagne denigratorie e le sentenze di alcuni giudici hanno fatto scendere la copertura vaccinale in Italia con picchi che in alcune zone, raggiungono il -25%.

E’ quanto ha denunciato nei giorni scorsi la Società italiana d’igiene (Siti) durante la conferenza stampa ‘L’importanza di vaccinarsi’, organizzata in occasione dell'anno di vita del portale informativo www.vaccinarsi.org, patrocinato dalla SItI, insieme al Ministero della Salute e all'Istituto Superiore di Sanità.

Negli ultimi anni “a causa delle campagne di controinformazione antivaccinale, assistiamo a un calo pauroso della copertura, con picchi anche del 25% in meno per morbillo e rosolia,” ha detto il presidente Siti Michele Conversano.

Se, infatti, negli ultimi anni in Italia si registra, in media, una perdita di un punto percentuale annuo, "i cali sono più evidenti nelle località in cui queste associazioni sono più attive e in prossimità di convegni", specifica Antonio Ferro, responsabile della Campagna VaccinarSi' della Siti.

"Siamo inondati di informazioni ma, paradossalmente, molto disinformati", dice il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "E' facile - sottolinea - pensare: io il vaccino a mio figlio non lo faccio, lo farà il mio vicino di casa".

Ma è solo con una copertura pressoché completa che sono state debellate, in Italia, poliomelite e vaiolo. E, laddove "la copertura è insufficiente, le malattie ritornano". Per questo sui vaccini "non possiamo abbassare la guardia né in Italia né in Europa" e "ho inserito il tema nel programma del semestre europeo".

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Conferma la preoccupazione per le stime il Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Pierpaolo Vargiu, “dimostrano che le campagne di disinformazione, figlie anche di allarmi infondati lanciati da alcune procure, ci spingono lontano dal progresso scientifico e dalla necessaria attenzione alla prevenzione. Un doppio salto all'indietro mentre il Sistema Sanitario Nazionale dovrebbe solo cominciare a preoccuparsi di come garantire la sostenibilità dei nuovi vaccini innovativi”.

In Italia non vige l'obbligo di vaccinazione per malattie come morbillo e rosolia che, nonostante sembrino innocue, possono avere conseguenze anche molto gravi.

La prima può originare complicanze che possono portare alla morte, la seconda, in caso il contagio riguardi donne in gravidanza, può comportare malformazioni al feto. Affinché sia efficace la copertura vaccinale dovrebbe coprire il 95% dei bambini. Tuttavia la realtà è ben diversa e, come molti altri aspetti della sanità, si differenzia molto da regione a regione. "In genere – spiega Ferro - è maggiore al Nord dove, in Regioni come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, raggiunge il 90-92% di copertura. Mentre al Sud scende ben al di sotto.

In particolare in Campania siamo all'80% del totale".

Eppure, ad esempio per quanto riguarda il morbillo, negli ultimi 18 anni, grazie a vaccinazioni 'su larga scala' sono stati evitati 2 milioni di casi di contagio e 2000 di decessi.

Vaccinare in larga scala, inoltre, "fa risparmiare" il Sistema Sanitario, ricorda Renato Soncini, presidente Gruppo Vaccini Farmindustria. "Secondo uno studio dell'Università Tor Vergata di Roma - specifica - vaccinando contro l'influenza tutte le persone tra 50-64 anni, si spenderebbero 76 milioni di euro ma se ne risparmierebbero 746 milioni in cure e diagnosi".

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