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Vaccino per la parotite

di Daniela Ovadia - 14.02.2012 - Scrivici

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I rischi della parotite, quando fare il vaccino, le controindicazioni e i possibili effetti collaterali

Che cos'è la parotite e i rischi della malattia

La parotite è un’infezione provocata da un virus che si trasmette attraverso le gocce di saliva e gli sternuti. La malattia è comunemente chiamata anche “orecchioni” per via del gonfiore delle ghiandole parotidee, posizionate proprio sotto l’orecchio all’interno della guancia.

La parotite dura in genere una settimana circa ma è gravata da complicanze frequenti e gravi. In un caso su 20 si manifesta una meningite asettica benigna (che quindi non lascia strascichi).

In un malato su 25 si manifesta pancreatite acuta, che può predisporre alla comparsa di diabete. Provoca sordità in un caso su 30mial ed encefalite in un caso su 50mila.

Nell’adulto può causare un’orchite (infiammazione dei testicoli) in quattro maschi su 10 e un’infiammazione delle ovaie nel 5%delle donne colpite. In due casi su un milione può essere mortale (soprattutto per via dell’encefalite).

Il vaccino: a chi è consigliato e le controindicazioni

Il vaccino è costituito da virus vivo attenuato, cioè reso innocuo pur mantenendo la capacità di stimolare le difese dell’organismo. È sempre combinato con il vaccino del morbillo e della rosolia. Devono essere vaccinati i bambini dopo l’anno di età e coloro che non sono mai stati vaccinati in precedenza.

 

Le controindicazioni assolute alla vaccinazione sono le allergie ai componenti e la alterazioni del sistema immunitario dovute a malattie o a farmaci (chemioterapie, cortisone, immunosoppressori). In caso di malattia acuta grave o moderata è bene attendere la guarigione. Anche le donne in gravidanza o in cerca di un figlio e le persone che hanno da poco ricevuto trasfusioni o immunoglobuline dovrebbero ritardare la vaccinazione.

 

L’allergia all’uovo, un tempo considerata una controindicazione, non lo è più. L’Accademia Americana di Pediatra ha effettuato studi che hanno dimostrato come l’uso di uova embrionate di pollo per la produzione dei vaccini non li renda pericolosi per le persone sensibili. Tali indicazioni sono state recepite anche dal Ministero della salute che ha stabilito l’obbligo di vaccinare anche i bambini allergici senza effettuare procedure di desensibilizzazione.

 

La vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia prevede due dosi di vaccino: una tra 12 e 15 mesi e una intorno ai sei anni. L’efficacia del vaccino supera il 95% (ciò significa che in cinque casi su cento, anche dopo la vaccinazione, il bambino non sviluppa immunità verso la malattia). È un tasso di efficacia un po’ più basso di quello del vaccino per la parotite (che raggiunge il 98%) e per la rosolia (che sfiora il 100%).

 

I dati sugli effetti collaterali

In otto casi su dieci non si manifestano effetti collaterali. Quando compaiono sono per lo più di tipo locale (arrossamento e gonfiore trattabili con impacchi freddi e paracetamolo). Nel 10% circa dei vaccinati si sviluppa febbre fino a 38,5 °C, in genere tra 5 e 12 giorni dalla vaccinazione, in corrispondenza con il periodo di replicazione dei virus nell’organismo. La seconda dose dà in genere meno reazioni avverse della prima.

 

Se la febbre dura più di 48 ore è bene chiamare in medico, perché potrebbe avere una causa diversa dalla vaccinazione. In tre casi su 10mila i bambini possono sviluppare convulsioni da febbre alta e in tre casi su 100mila si può verificare una trombocitopenia (riduzione delle piastrine del sangue) con conseguente difetto di coagulazione che può portare a piccole emorragie.

 

Lo shock anafilattico colpisce un bambino vaccinato ogni milione, mentre non si verificano casi di encefalite.

 

Fonti: le informazioni sull'efficacia e le indicazioni dei vaccini, e i dati epidemiologici contenuti nelle schede informative sui singoli vaccini sono basati su documenti ufficiali dell'Istituto superiore di sanità e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA)

 

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