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La diagnosi preimpianto

di Cristina Ferrario - 07.06.2012 - Scrivici

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La legge 40 ha vietato il ricorso a questa tecnica ma diverse coppie hanno ottenuto sentenze che hanno dichiarato l'illegittimità della norma. Intanto molti centri continuano a rifiutarsi di praticarla. In attesa che si faccia chiarezza, è bene che le coppie interessate si informino sulla policy seguita dal centro prescelto

Attenzione

: questo articolo è stato scritto nel 2012. Negli anni successivi ci sono state nuove modifiche alla situazione, con ulteriori modifiche alla legge 40. Per avere un quadro attuale, vai all'articolo Diagnosi genetica preimpianto e screening genetico preimpianto: che cosa sono, quando farli

Se una coppia sa di essere a rischio di trasmettere malattie congenite di origine genetica con una elevata percentuale di probabilità, può ricorrere alla cosiddetta diagnosi preimpianto, che prevede di prelevare una cellula dall'embrione ottenuto con tecniche di fertilizzazione in vitro. Su questa cellula vengono effettuati test morfologici e genetici e solo gli embrioni che risultano sani vengono impiantati nell'utero materno.

Prima della legge 40 del 2004, l'Italia era considerata all'avanguardia nel mondo per lo sviluppo delle tecniche di diagnosi preimpianto anche a causa della diffusione di alcune malattie ereditarie come l'anemia mediterranea. La legge 40 ha vietato il ricorso a questa tecnica e sebbene diverse coppie abbiano da allora ottenuto sentenze che hanno dichiarato l'illegittimità della norma alla luce della nostra Costituzione, molti centri continuano a rifiutarsi di praticarla.

È bene ricordare anche che, poiché la legge 40 limita la rimborsabilità delle tecniche di procreazione assistita a coppie che abbiano una diagnosi chiara di infertilità, le coppie che devono ricorrere alla diagnosi preimpianto non possono essere seguite a spese del Sistema sanitario nazionale.

Questo perché sarebbero in grado di concepire autonomamente ma non possono farlo per il rischio di mettere al mondo un bambino gravemente malato. In attesa che si faccia chiarezza su ciò che accade intorno alla legge 40, è bene che le coppie interessate si informino bene su che cosa il centro al quale si stanno rivolgendo è disposto a fare per loro.

Esiste infatti un elenco dei centri di procreazione assistita sul sito dell'Istituto superiore di sanità ma non specifica se sono attrezzati per la diagnosi preimpianto. Dovendo pagare tutti i trattamenti di tasca propria, a volte preferiscono rivolgersi all'estero.

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