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Musica per i neonati: volume moderato

di Franco Teruzzi - 20.05.2013 - Scrivici

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L’intensità sonora eccessiva può far riportare delle conseguenze serie all’udito dei neonati, in certi casi anche traumatiche. Indipendentemente dalla scelta del tipo di musica, quindi è bene moderare il volume.

Consulenza di Leonardo Trevisan, docente e musicologo veneziano della Fondazione Premio Altino.

 

VOLUME MODERATO E MUSICA TONALE NON DRAMMATICA

 

"Innanzitutto occorre ricordare che l'apparato uditivo nei piccoli è estremamente delicato - dice Trevisan - L’intensità sonora eccessiva può far riportare delle conseguenze serie all’udito dei neonati, in certi casi anche traumatiche». Indipendentemente dalla scelta del tipo di musica, quindi è bene moderare il volume.

 

Poi, occorre scegliere la musica giusta. "Nel 1981 ho voluto comporre una musica elettronica da sperimentare come ascolto terapeutico - racconta Trevisan - Questo per capire bene quale altezza sonora, intensità, timbro strumentale, melodia, armonia e ritmo dovevo usare nelle composizioni da realizzare per il neonato e la gestante.

 

Il risultato è stato un ascolto terapeutico puramente negativo sia per il neonato sia per la gestante. Il brano conteneva una ritmica, una melodia, un’armonia, un’altezza sonora, una timbrica e un’intensità fuori dai soliti schemi appartenenti alla musica tonale classica e leggera e il suo ascolto faceva aumentare l’agitazione, l’eccitazione, l’inquietudine e, in alcuni soggetti, persino, il battito cardiaco".

 

Oltre ai brani composti appositamente per i neonati, come quelli presentati dallo stesso Trevisan, la musica più adatta è quella che tecnicamente si definisce come “musica tonale non drammatica”. Guarda la playlist

 

Se l'educazione al suono e all'arte musicale avvengono fin dalla gestazione o dalla primissima infanzia, presto (si suggerisce solitamente a partire dai tre anni di età, ma secondo Trevisan questo momento può anche essere anticipato), si potrà ampliare lo spettro delle proposte musicali, uscendo tranquillamente dagli schemi della musica classica per approdare anche ai veri generi della “leggera”.

 

"A questo punto io darei un consiglio ai genitori» propone Trevisan. «Quello di far giocare i bambini, fin da piccolissimi, con strumenti musicali, di far canticchiare canzoncine e far ascoltare molta musica, iniziando dai brani più adatti e spaziando poi al rock e al pop (con l'accortezza di evitare le canzoni aggressiva o di protesta, e in genere quelle con sonorità eccessivamente “violente”).

All’età di 3-4 anni insegnare loro la musica e la danza con l’aiuto di scuole specializzate. Questo aiuta moltissimo a sviluppare la sensibilità, l’eleganza, la raffinatezza dei movimenti, la personalità e soprattutto la formazione culturale».

 

Forse non si alleverà un musicista prodigio ("Le doti innate non si insegnano - concorda Trevisan) ma certo si sarà fatto molto per i propri figli.

 

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