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Dieci dita alla scoperta del mondo

di Nostrofiglio Redazione - 08.07.2008 - Scrivici

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Già nei primi mesi i bambini provano ad afferrare tutto quello che riescono a raggiungere con le braccia. Un anno dopo diventano dei virtuosi in materia di destrezza.

Il primo esperimento riuscito

Gli esperimenti dimostrano che i bambini afferrano prima gli oggetti di quanto si pensasse alcuni anni fa. Probabilmente i loro primi tentativi di afferrare iniziano subito dopo la nascita. Il ricercatore della percezione Martin Grunwald, dell’Università di Lipsia afferma: "I movimenti dei neonati non sono casuali. Già dall’inizio hanno un sistema, un obiettivo. Con un esercizio sempre maggiore diventano sempre più sicuri."

I piccoli ricercatori usano la bocca e le mani

A tre o quattro mesi i piccoli sono già piuttosto abili: vedono un oggetto che li attira e ora lo vogliono afferrare. Perché nelle settimane precedenti hanno acquistato una capacità importante: la vista della spazialità, il presupposto della presa sicura nei bambini. Il marmocchio prende il giocattolo ancora con tutte e due le manine e nella maggior parte dei casi se lo mette in bocca. Quindi l’oggetto viene accuratamente leccato e ispezionato a fondo con labbra e lingua. Nel fare ciò al bimbo non importa se si tratta di uno straccio sbavato, di un asciugamano bagnato e sfilacciato o di una durissima anatra di legno. Gli scienziati hanno rilevato che in questo modo i neonati costituiscono già presto un’immagine precisa delle cose, e che le riconoscono se le rivedono.

Già a sei mesi il bimbo è in grado di tenere in mano un cubetto di legno e di sentire il materiale di cui è fatto.

Il piccolo analizza materiale e peso

Le dita maneggiano sempre più abilmente. Già a sei mesi il bimbo è in grado di tenere in mano un cubetto di legno e di sentire il materiale di cui è fatto. Le dita toccano entusiaste il ruvido rivestimento del divano o la superficie piana del tavolo. Migliaia di sensori sui polpastrelli avvertono il cervello di come è fatta la superficie. I genitori faranno la gioia del loro amato figlio dandogli da prendere molte cose di materiali diversi.“Sentendo e toccando, un bambino impara a distinguere e a classificare cose dure, molli, piatte e scivolose", afferma la scienziata di Gottinga Christiane Kiese-Himmel. La scienziata presume che il tatto stimoli lo sviluppo linguistico del bambino, specialmente l’acquisizione di parole che definiscono le cose.

Tra l’ottavo e il decimo mese il bambino è già in grado di passare un giocattolo da una mano all’altra. Con questa nuova capacità è in grado di distinguere se un oggetto è leggero o se è pesante. "Per fare ciò il bambino deve pesarlo con le mani“, afferma Kiese-Himmel. Verso la fine del primo anno di vita il bambino non afferra più con l’intera mano, ma con pollice e indice – la cosiddetta "presa a pinzetta" – sviluppando così una destrezza affinata: Briciole, perline e pelucchi di lana: alle abili ditine non sfugge quasi più nulla!

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