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Banche del latte umano donato (BLUD): che cosa sono e chi può donare

di Angela Bisceglia - 14.07.2021 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Le banche del latte raccolgono e distribuiscono gratuitamente latte umano donato ai lattanti con specifici problemi clinici, in particolare i neonati pretermine

In questo articolo

Il nostro paese è il più attivo in Europa per la presenza di Banche del latte umano donato (BLUD), cioè di strutture sanitarie presenti in alcuni ospedali che hanno la funzione di assicurare una costante e adeguata disponibilità di latte umano donato per i lattanti con specifici problemi clinici, in particolare i neonati pretermine, ma non solo. Vediamo allora come funzionano e perché la donazione di latte umano è così importante per salvaguardare la salute di tanti neonati.

Che cosa sono le Banche del Latte Umano Donato (BLUD)


Proprio come dice il nome, le banche del latte umano donato sono punti di raccolta di latte donato da madri che stanno allattando. Si tratta in pratica di strutture sanitarie correlate in genere ai reparti di terapia intensiva (tin) e di patologia neonatale presenti in ospedali pubblici e hanno una duplice funzione. Da un lato, promuovere la donazione del latte materno e il suo utilizzo nei centri di neonatologia e nelle tin, dall'altro promuovere e diffondere in generale l'allattamento materno.

Le BLUD raccolgono, conservano, controllano, trattano e distribuiscono gratuitamente il latte ai bambini che ne hanno bisogno, su motivata indicazione medica.

"L'allattamento materno è lo standard di riferimento per la nutrizione dei nostri piccoli" premette Claudio Profeti, neonatologo dell'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. "Il latte fresco della propria mamma è l'alimento migliore in assoluto per la salute e lo sviluppo di tutti i bambini, e in particolare di quelli nati prematuri o con malattie. E sempre più studi dicono che se per qualche motivo il latte materno non è disponibile o non è sufficiente, per i bambini più fragili il latte di banca rappresenta il sostituto migliore e il più sicuro".

Se per un bambino nato sano il latte materno è il nutrimento ideale, per tanti bimbi, soprattutto quelli nati pretermine o con determinate patologie, è da considerarsi un vero e proprio supporto terapeutico.

Il latte umano donato è utile soprattutto per i neonati pretermine e con problemi di salute

Il latte della propria mamma è l'ideale per i neonati pretermine, ma purtroppo le mamme con un figlio ricoverato in terapia intensiva subiscono spesso un distacco prolungato dal neonato e sono soggette ad uno stress elevatissimo: due condizioni che possono provocare una riduzione notevole della lattazione fino a farla cessare.

In questi casi la disponibilità di latte di banca è strategica per due motivi:

  • pur essendo latte di un'altra mamma, è da preferire a quello artificiale perché rimane comunque specie-specifico;
  • in quanto latte umano, nonostante i trattamenti di sanificazione che lo rendono più povero rispetto al latte fresco, contiene molte sostanze preziose per la funzione dei vari organi e apparati e per la protezione da varie malattie. Al punto che, secondo tutte le principali società scientifiche, per questi bambini il latte umano donato può essere considerato un vero e proprio farmaco essenziale.

In effetti, le Linee di indirizzo del Ministero della Salute per l'organizzazione e la gestione delle BLUD, oltre a numerosi altri studi scientifici, ricordano proprio che il latte di banca riduce nei bimbi prematuri il rischio di enterocolite necrotizzante, una grave condizione che colpisce tipicamente questi neonati causandone la morte nel 30% dei casi.

Altri vantaggi derivanti dall'utilizzo del latte umano donato nell'alimentazione dei neonati pretermine, soprattutto per quelli di peso molto basso alla nascita, sono:

  • ridotta incidenza di sepsi ed altre infezioni;
  • ridotta incidenza di displasia broncopolmonare.

Oltre ai bimbi prematuri, possono trarre benefici dal latte umano donato altre categorie di lattanti, per esempio bambini con malattie gastrointestinali, metaboliche, cardiache, renali. Spesso infatti questi piccoli pazienti presentano ridotta tolleranza alimentare e necessitano di un alimento che sia il più equilibrato e digeribile possibile. Il latte umano donato è indicato anche in situazioni quali:

  • deficit immunitari;
  • diarrea intrattabile;
  • sindromi con grave malassorbimento;
  • gravi allergie alimentari;
  • insufficienza renale cronica.

Le banche del latte sono indispensabili anche nei rari casi di neonati a termine che per brevi periodi non possono essere allattati dalla propria mamma.

Chi sono le mamme donatrici


Sono mamme che hanno una produzione di latte superiore al fabbisogno del proprio figlio. Il più delle volte vengono a conoscenza della possibilità della donazione grazie a campagne informative e soprattutto al “passa parola” e, spinte dal desiderio di compiere responsabilmente questo generoso atto di solidarietà, si mettono in contatto con la banca.

In una minoranza di casi, sono mamme che hanno il bambino ricoverato e, alla dimissione, lasciano alla banca il latte estratto in eccesso e non utilizzato.

Domande e risposte

Non si corre il rischio di togliere il latte al proprio figlio?

“Assolutamente no, anche perché consigliamo l'estrazione dopo l'allattamento del figlio” risponde Claudio Profeti. “In questo modo la mamma ha la certezza di aver soddisfatto in pieno le esigenze del suo bambino. In più, stimolando e svuotando con regolarità il seno, garantisce una produzione maggiore di latte, vantaggiosa anche per la sua prole”.

I controlli prima di diventare donatrici

Il latte umano donato è un alimento prezioso, ma può essere veicolo di agenti dannosi per i piccoli riceventi. Per questo le banche del latte, seguendo specifiche linee guida formulate dalla Società italiana di neonatologia e dal Ministero della salute, sottopongono le aspiranti donatrici ad un semplice ma accurato controllo medico per verificare rispettino tutti i requisiti necessari per la donazione. Si raccoglie quindi la storia clinica e si eseguono poi alcuni esami per valutare lo stato di salute. Inoltre, alle aspiranti donatrici viene proposta la compilazione di un questionario per individuare situazioni che non permettono la donazione a causa del pericolo di trasmissione di agenti tossici e/o infettivi.

La donazione può avvenire se:

  • la donna è in buona salute e non riferisce comportamenti o condizioni che rischino di trasmettere, con il latte, sostanze tossiche come droghe, farmaci, fumo di sigaretta.
  • gli screening infettivologici (per HIV, epatite B e C, sifilide), effettuati con prelievo di sangue prima della donazione, sono negativi.

Chi non può donare

Ecco in dettaglio tutte le situazioni che secondo le Linee guida del Ministero della Salute costituiscono motivo di esclusione dalla donazione:

  • madri fumatrici o che fanno uso di prodotti medicinali contenenti nicotina, utilizzati per la disassuefazione dal tabagismo;
  • madri che fanno uso di droghe (marijuana, cocaina ecc.);
  • madri che assumono abitualmente quantità molto elevate di sostanze contenenti xantine, ad esempio caffè, tè, cola, cacao;
  • madri che assumono quotidianamente quantità uguali o superiori a 30-40 cc di superalcolici o ad un bicchiere di vino (circa 100 ml) o a 200 ml di birra;
  • madri che hanno avuto, nei 6 mesi precedenti la donazione del latte, rapporti sessuali non protetti con partners sconosciuti o che hanno fatto uso di droghe, che sono HCV, HIV, HBV positivi, o che sono affetti da malattie veneree, o che sono stati trasfusi con sangue od emoderivati;
  • madri che si sono sottoposte, nei 6 mesi precedenti la donazione del latte, a piercing e tatuaggi (se non praticati con strumenti a perdere), ad agopuntura (se non praticata da un medico autorizzato e con l'utilizzo di aghi a perdere);
  • madri che hanno ricevuto, nei 6 mesi precedenti la donazione del latte, trasfusioni di sangue o derivati, o trapianti d'organo;
  • madri con sierologia positiva per epatite B e C, HIV;
  • la positività sierologica per il CMV non controindica la donazione, in quanto il latte donato viene sottoposto a pastorizzazione a + 62,5 °C per 30 minuti;
  • per la sifilide e la tubercolosi è sufficiente la valutazione del dato clinico anamnestico, escludendo le donne con infezione in atto.

Le madri donatrici devono inoltre essere istruite sulla necessità di informare il medico referente della Banca sull'insorgenza di eventuali patologie e/o sull'eventuale assunzione di farmaci.

Come si raccoglie il latte

Una volta "arruolate", le donatrici vengono informate sulle corrette modalità di estrazione e di conservazione del latte, in modo da preservarne più possibile le qualità biologiche e ridurre il rischio di inquinamento. Prima dell'estrazione del latte, ad esempio, è importante lavare le mani con cura e le mammelle sono con un po' di acqua corrente. Poi si procede con l'estrazione che può essere eseguita con la spremitura manuale o con un tiralatte fornito gratuitamente dalle banche del latte. Il latte viene raccolto e conservato in biberon sterili monouso, opportunamente etichettati, forniti anch'essi gratuitamente dalle BLUD. La maggior parte delle banche del latte effettua la raccolta programmata a domicilio, quindi basterà una semplice chiamata per concordare il ritiro.

Una volta giunto presso le banche, il latte viene sottoposto a test batteriologici e, per garantire il miglior compromesso tra sicurezza e qualità biologica, viene sempre pastorizzato e conservato a una temperatura di - 20°C. Solo a questo punto è pronto all'uso e può essere conservato per un periodo non superiore ai 3 mesi.

Quanto latte si dona e per quanto tempo dura la donazione


Ogni donna può donare per il tempo desiderato, anche se le donatrici ideali sono quelle che garantiscono una certa continuità di rapporto e una produzione complessiva accettabile, visti i costi sostenuti per le procedure di arruolamento, raccolta domiciliare ecc.

La quantità di latte fornita varia molto da donna a donna, poiché dipende dalla produzione e dal tempo che può essere dedicato all'estrazione.

“Ma ogni goccia è importante, specialmente se è di madre che ha partorito prima del termine o da poche settimane” sottolinea Profeti. “Il latte, in questi casi, ha caratteristiche ottimali per le esigenze dei neonati più fragili".

Il neonatologo, comunque, ricorda che "per soddisfare il più possibile i fabbisogni nutrizionali dei bambini molto piccoli o con problemi, il latte può essere addizionato con integratori e per questo anche il latte donato da donne che hanno partorito da vari mesi, se fortificato in modo personalizzato, risulta adeguato ed è sempre da preferire al latte artificiale”.

Come si fa ad usufruire del latte umano donato


Un concetto da chiarire è che il latte donato non è una "comoda alternativa" all'allattamento materno, ma va dato solo a chi ne ha effettivo bisogno. "Considerati i costi elevati e la ridotta disponibilità, il latte donato viene destinato attualmente solo a neonati pretermine o patologici ricoverati in ospedale e a pazienti dimessi, ma in casi selezionati" puntualizza il pediatra. Per questo viene distribuito dalle banche in base a una scala di priorità, per il periodo strettamente necessario e in modo assolutamente gratuito".

Per poter garantire il latte a un numero maggiore di neonati, ad esempio per quelli fisiologici in attesa della montata lattea materna, servirebbe che le donatrici aumentassero, ma purtroppo per via della pandemia le donazioni alle banche del latte hanno subito una forte riduzione. Ad esempio, la Banca "Nutrici" della Mangiagalli a Milano ha registrato un calo delle donatrici del 47%, mentre la Banca del Latte dell'Ospedale Sant'Anna a Torino del 23% e la Banca del Latte dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma dell'8%.

Un atto di generosità, non un business


Un altro concetto fondamentale è che la gestione del latte umano in Italia segue criteri di solidarietà e gratuità e quindi non è fatta oggetto di commercializzazione. Come invece sta succedendo con alcuni siti internet che, soprattutto negli Stati Uniti, promuovono scambi e vendite di latte materno.

"Oltre ad essere una pratica discutibile da un punto di vista etico - commenta Profeti - è anche rischiosa per il ricevente, poiché in genere si tratta di latte non controllato e quindi non sicuro".

Sempre per quanto riguarda gli aspetti economici del latte donato, uno studio del 2017 ha stimato che, nonostante i costi di gestione di questo alimento, il latte donato faccia risparmiare i servizi sanitari. Grazie al latte donato, infatti, è possibile ridurre l'incidenza dell'enterocolite necrotizzante, un disturbo pericoloso per il neonato, ma anche molto costoso per gli ospedali.

Dove sono le banche del latte

Nel mondo si contano oltre 750 banche del latte umano donato che ogni anno forniscono questo alimento a circa 800.000 neonati. Quasi la metà di queste banche è ubicata in Europa (270 banche operative). Il nostro paese al momento è al primo posto in Europa per il numero di banche del latte umano donato. L'Italia ne ospita infatti 39, seguita dalla Francia che ne conta 36. Ecco qui la lista completa e aggiornata con indirizzi e recapiti.

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Revisionato da Francesca De Ruvo

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