Le tappe del linguaggio
“Lo sviluppo del linguaggio avviene progressivamente. Una corretta tabella di marcia prevede che il bambino emetta suoni e gorgheggi nei primi sei mesi. Entro i nove comincia la lallazione, ripetizione di sillabe che non sono ancora parole. A un anno arrivano le prime paroline, entro i 18 mesi dovrebbe conoscerne almeno 50. A 36 mesi, invece, dovrebbe essere in grado di sostenere una conversazione anche con persone che non conosce.
Lessico passivo
“Ci sono termini che i bambini apprendono anche se all'inizio non le ripetono. Il fatto che non le usino mentre parlano non vuol dire per forza che non le conoscano o non ne capiscano il senso”.
L'importanza dei gesti
“Prima delle parole vengono i gesti: è importante stabilire un canale comunicativo extraverbale con il bambino fatto di sguardi, segni e movimenti. A loro viene naturale associare i gesti alle parole e così facendo apprendono prima”.
Non anticipare
“I genitori che provano a forzare i tempi dell'apprendimento sbagliano. Non serve essere pressanti e bisogna evitare i confronti con i figli degli altri”.
Come parlare ai bambini
“È importante parlare lentamente e scandire bene ogni parola, con termini semplici e frasi brevi. Ancora più importante è rivolgersi a loro con amore, trasmettendo sentimenti positivi”.
Evitare di imitarli
“Non bisogna rivolgersi al bambino storpiando le parole o parlando come farebbe lui. Non serve imitare i suoi sforzi, bisogna usare i vocaboli corretti, niente bugibugi o ciaciacia”.
Il dialogo prima di tutto
“Quando si passa del tempo con un bambino è importante mantenere sempre la conversazione. Se si sta facendo un'attività, accompagnare ogni azione con la sua descrizione”.
Scherzi, filastrocche e giochi
“Il gioco è fondamentale nel processo di apprendimento dei bambini. Filastrocche, scherzi e tutto ciò che li faccia sorridere va molto bene”.
La lettura fa bene
“Leggere qualcosa ai propri figli è un'ottima abitudine per due motivi: ai bambini fa molto piacere pensare che il genitore sia lì per lui e ascoltare un racconto li aiuta a sviluppare le capacità logiche. Nessun problema se vogliono sentirsi leggere sempre la stessa storia: dà loro sicurezza”.
Correzione degli errori
“Per correggere gli errori di pronuncia dei bambini non bisogna costringerli a ripetere, né mostrarsi arrabbiati o delusi. Meglio pronunciare la parola correttamente: il bambino la ascolta dalla voce dei genitori e apprende senza percepire un giudizio di valore su di sé”.
Parlare con le emozioni
“Il linguaggio non verbale è molto importante: non bisogna nascondere mai le emozioni. Il riso, il pianto e le smorfie fanno parte a pieno titolo della comunicazione e il bambino li percepisce molto”.
Maschi e femmine, i disturbi del linguaggio
“Ci sono differenze nell'apprendimento fra maschi e femmine. I disturbi del linguaggio colpiscono più i maschietti. Secondo gli ultimi studi, sotto i 4 anni ne soffrono 2 bambini ogni bambina e sopra i 4 anni fra i 3 e i 5 per ogni bambina”.
Maschi e femmine, chi impara prima?
“Tendenzialmente le bambine imparano prima a parlare dei maschi. Questo per una ragione genetica: il substrato dell'area del cervello dedicata al linguaggio è più esteso nelle femmine”.
Segnali preoccupanti
“Ci sono segnali che possono evidenziare un disturbo del linguaggio nei bambini. Se un bimbo non emette suoni nei primi mesi di vita o se dopo il primo anno questi suoni non si trasformano progressivamente in parole, è necessaria una visita. È importante contattare il logopedista prima dei due anni del bambino o comunque prima dell'ingresso alla scuola materna”.
La logopedia
“Le terapie dei logopedisti consistono non solo nel lavoro individuale sul bambino, ma anche nel supporto ai genitori tramite consigli per evitare frustrazione e nervosismo. Di solito un ciclo dura 6 o 12 mesi, ma se i disturbi del linguaggio non scompaiono, si può prolungare”.
Problemi successivi
“Per chi non ha corretto i disturbi del linguaggio da piccolo è più difficile farlo negli anni successivi. Bisogna comunque rivolgersi al logopedista, c'è sempre tempo per migliorare”.
Dislessia e disortografia
“I bambini delle scuole elementari possono presentare disturbi legati alla lettura e alla scrittura. In casi di disortografia, la difficoltà di apprendere regole ortografiche, è necessario lavorare sulla velocità e l'accuratezza”.
Bambini bilingui
“Il bilinguismo non è un ostacolo nel processo di apprendimento del linguaggio. I bambini bilingui però, possono presentare disturbi come tutti gli altri”.
La lingua del cuore
“In caso di bambini bilingui o trilingui, è importante che i genitori mantengano con loro un dialogo nella propria madrelingua. Il genitore deve mantenere autorevolezza quando parla e non può conoscere una lingua peggio di suo figlio. Allo stesso tempo bisogna coltivare la lingua del cuore, quella che si è parlata nei primi mesi della sua vita”.