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Fate la nanna: Estivill ritratta

di Angela Bisceglia - 03.10.2012 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Lo scorso 27 settembre è uscita un’intervista sul sito della rivista spagnola “El Paìs” in cui Eduard Estivill pare smentire la validità scientifica del suo metodo sull’addormentamento dei bambini, basato sulla cosiddetta ‘estinzione graduale’.

Incredibile ma vero: quelle che si leggono nell’intervista digitale di ‘El Paìs’ del 27 settembre sono proprio le parole di Eduard Estivill, noto neuropsichiatra spagnolo che nel 1999 ha pubblicato un famosissimo libro sui metodi per ‘insegnare il sonno’ ai bimbi piccoli; un metodo che in sintesi suggerisce di mettere il bambino a letto ancora sveglio e di ‘educarlo’ ad addormentarsi da solo, attendendo intervalli di tempo ben precisi prima di ritornare da lui, anche se piange.

 

Ebbene, rispondendo alle domande di alcuni utenti (in occasione, tra l’altro, dell’uscita di un suo nuovo libro rivolto stavolta al sonno degli adulti!), alla domanda 10, una mamma chiede da che età si può iniziare ad applicare il metodo e come si concilia con l’allattamento al seno a richiesta di un neonato.

 

Questa la risposta di Estivill:

 

“Di recente abbiamo pubblicato il libro 'A dormire', che costituisce un aggiornamento sulle conoscenze riguardanti il sonno infantile. In esso spieghiamo alcune regole per insegnare ai bambini a dormire correttamente conciliando l'allattamento al seno; infatti gli studi scientifici che abbiamo pubblicato sulla rivista spagnola di pediatria sono stati condotti in bambini allattati al seno a richiesta. Nel cervello dei bambini c'è un gruppo di cellule che è il nostro orologio biologico e che ci indica che dobbiamo dormire di notte e stare svegli durante il giorno. Come altre strutture del cervello infantile, questo orologio biologico alla nascita è immaturo. Pertanto i bambini dormono a tratti e, fino a sei mesi di età, non possono dormire di fila per tutta la notte.

 

Le regole spiegate in 'Fate la nanna’ valevano per i bambini a partire dai tre mesi* che soffrivano della cosiddetta insonnia infantile per abitudini scorrette’. Tali norme non possono essere applicate con i bambini più piccoli a causa dell'immaturità del loro orologio biologico. Occorre praticare altre routine, rispettando l’allattamento materno a richiesta per insegnare a questo orologio biologico a sincronizzarsi con l'ambiente e così raggiungere i sei mesi con un sonno notturno adeguato di circa undici ore e tre sonnellini durante il giorno: una dopo la prima colazione, una dopo pranzo e una dopo la merenda.

Nel nostro libro 'A dormire' spieghiamo queste nuove conoscenze scientifiche e diamo le linee guida appropriate perché il bambino, seguendo l’allattamento a richiesta, possa arrivare a strutturare correttamente il suo sonno”.

 

* Inizialmente Estivill nella sua intervista aveva parlato di 3 anni. Pochi giorni dopo, il testo della stessa intervista è stato modificato, cambiando 3 anni in 3 mesi, senza alcuna spiegazione da parte dell'autore.
E' alla sua prima affermazione che si riferisce il commento pubblicato qui di seguito della nostra esperta Maria Luisa Tortorella

 

Il commento di Maria Luisa Tortorella.

 

“Dopo tanti anni, Estivill ha ammesso di aver commesso un errore consigliando tali metodi per i bimbi sotto i 3 anni perché vanno contro la fisiologia del sonno e dell’allattamento al seno; purtroppo il suo libro ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, con la conseguenza che altrettanti genitori l’hanno applicato ai propri figli (il web è pieno di blog sull’argomento) credendo di fare la cosa giusta” ha commentato Maria Luisa Tortorella, pediatra libero professionista e consulente neonatologa presso la Casa di Cura “La Madonnina” di Bari, responsabile con la pediatra Annamaria Moschetti, del gruppo di studio disturbi del sonno dell’ACP (Associazione Culturale Pediatri) di Puglia e Basilicata.

 

O forse la ritrattazione è stata solo il pretesto per indurre i genitori a comprare il nuovo libro?

 

Il testo integrale dell’intervista si può leggere sul sito di elpais.com: http://www.elpais.com/edigitales/entrevista.html?id=9446

 

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