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Aspetto un bambino, dormirà? Tutto quello che c'è da sapere sul tema nanna

di Alice Dutto - 18.10.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Cosa devono aspettarsi mamme e papà prima che il bambino nasca sul tema della nanna. Ce lo spiega la psicologa dell'infanzia Serena Costa

In questo articolo

«Nei primi tre anni di vita, il sonno dei bambini è fisiologicamente diverso da quello degli adulti – esordisce la psicologa dell'infanzia Serena Costa –. I piccoli vivono fasi del sonno differenti e sono più suscettibili ai risvegli: alcuni riescono a superare autonomamente questi momenti, altri invece richiedono un aiuto esterno, come la presenza della mamma o il ciuccio, per recuperare il sonno. Dormire da soli tutta la notte è un obiettivo che comunque un bimbo può raggiungere anche prima dei 3 anni se i genitori lo aiutano in questa conquista».

I fattori che incidono sul sonno


Se un bambino dormirà o meno la notte dipende da diversi fattori, tra cui:

  • il carattere;

  • l'ansia dei genitori;

  • la depressione post partum della mamma;

  • litigi e tensioni familiari;

  • se l'ambiente è troppo caldo o freddo;

  • se c'è rumore;

  • se il bambino è malato (influenza, ma anche le coliche o i dentini).

«In più, bisogna considerare che ci sono alcuni periodi sensibili legati alle tappe di sviluppo. Per esempio, verso i 3-4 mesi, il piccolo inizia a essere più vigile, quindi potrebbe avere più difficoltà a lasciare, anche se solo per qualche ora, il nuovo mondo per lui entusiasmante in cui sta imparando a vivere e riposarsi».

Le strategie di consolazione


«Ci sono molti modi per far addormentare i bambini, dai i più rigidi ai più soft – continua Costa –. Ma è sempre bene trovare una via di mezzo: favorire l'autonomia, ma anche rispondere ai bisogni del bambino, soprattutto all'inizio».

Nei primi tre mesi, infatti, è importante assecondare i bisogni d'attenzione del neonato e consolarlo subito. «Dopo, invece, si può sviluppare la capacità del bambino di trovare strategie autonome di consolazione, come mettersi il dito in bocca o la mano nei capelli, in modo da abituarlo a calmarsi anche da solo, autoregolandosi».

Ovviamente, ci vuole un po' di tempo perché tutto questo accada, ma per i genitori è importante sapere che è vitale stimolare l'autonomia del bambino per farlo riposare meglio: «Sarà più facile per un genitore se impara ad usare anche la voce o le semplici carezze per consolarlo».
È importante che questi tentativi vengano fatti non quando il bimbo piange disperato, ma in quella fase intermedia in cui comincia un po' a lamentarsi: se piange molto, invece, bisogna esserci.


L'alternarsi del ritmo sonno/veglia

neonato

stabilire delle routine regolari

Dentro o fuori dal lettone


Se il bimbo dormirà da subito nel suo lettino, o nel letto vicino al lettone, o nel letto dei genitori (non appena sarà sufficientemente grande da evitare il pericolo di schiacciarlo), è una scelta che spetta ai genitori. «Non c'è una scelta che sia più o meno giusta. Il mio consiglio è però quello di favorire il sonno nel proprio lettino e utilizzare il lettone per qualche occasione particolare o solo prima di addormentarsi. È importante comunque assecondare le naturali inclinazioni del piccolo, ma anche di mamma e papà, fidandosi del proprio istinto e trovando sempre una via di mezzo che renda tutti felici».


L'importanza della rassicurazione

«Il sonno è collegato a un processo di separazione che aumenta via via che il bambino cresce. Quando va a dormire il piccolo sarà sempre più consapevole di questo distacco: addormentarsi significherà temere che la mamma e il papà non ci siano più al risveglio. Anche per un genitore però potrebbe essere difficile separarsi dal proprio bambino, soprattutto se è mancato durante la giornata. Essere consapevoli di questi aspetti permette di creare le condizioni giuste per dormire tutti bene, aumentando così la serenità familiare: un circolo virtuoso che farà bene a tutti».

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Aggiornato il 25.05.2018

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