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Vaccini contro il meningococco per i bambini

di Angela Bisceglia - 20.05.2021 - Scrivici

meningococco
Fonte: Shutterstock
Contro la meningite da meningococco sono disponibili tre vaccini: anti-meningococco B, anti-meningococco C e tetravalente contro i sierotipi A, C, W135, Y

In questo articolo

La meningite è un'infiammazione acuta delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Può causare sintomi neurologici che possono portare, sia pure di rado, gravi complicanze come sordità, ritardo mentale e paralisi, fino, in situazioni estreme, alla morte. Può colpire a qualunque età, ma è più diffusa sotto i cinque anni - in particolare nei bambini con meno di un anno di età - tra i 12 e i 24 anni, e nelle persone con il sistema immunitario indebolito. La meningite può essere causata da virus e funghi e batteri. In quest'ultimo caso, cioè nella forma batterica, la malattia è più rara, ma anche estremamente più seria. Per questo motivo è importante effettuare la vaccinazione nei bambini come previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale del Ministero della Salute.

La meningite

Nella maggior parte dei casi la malattia è di origine infettiva ed è causata principalmente da virus e batteri. La forma virale è più comune, tende a guarire da sola in 7-10 giorni e, di solito, non ha conseguenze gravi. La forma batterica, invece, è molto più grave e, se non diagnosticata e curata in tempo, può portare anche alla morte.

Tra i batteri responsabili di meningite nel neonato troviamo:

Nel lattante e nel bambino più grande i principali responsabili sono invece

Meningite da meningococco, rara ma molto grave

In base ai dati del sistema di sorveglianza dell'Istituto Superiore di Sanità recentemente pubblicati, nel 2019 ci sono stati in Italia 189 casi di meningite da meningococco. Nel 2018 e 2017 ne sono stati segnalati 170 e 197 rispettivamente.

Non è dunque una malattia molto diffusa, tuttavia si tratta di un'infezione severa, con una rapida evoluzione, una mortalità del 10-15% (dovuta in genere a sepsi o setticemia), e un rischio dell'11-19% di complicanze serie, come ritardo mentale, malattie del sistema nervoso, sordità, disturbi della sfera psicoaffettiva.

È possibile una terapia con antibiotici per via endovenosa, ma perché sia efficace è essenziale la tempestività della diagnosi, che non sempre si riesce a fare. E ci sono casi che vanno incontro a esiti negativi anche se la terapia viene iniziata prontamente. L'antibiotico, o la combinazione di antibiotici, che il medico selezione dipende dal tipo di batterio che ha causato l'infezione.

I sierotipi di meningococco

La trasmissione del meningococco avviene tramite goccioline nasali o faringee emesse da persone infette o portatrici del batterio. "Esistono vari gruppi o sierotipi di meningococchi, ma solo 5, cioè A, B, C, W135 e Y, sono responsabili della malattia meningococcica invasiva" spiega Silvia Declich, Direttore del Reparto di epidemiologia delle malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. "I sierotipi che circolano più di frequente in Italia e in Europa sono B e C, mentre in Asia e Africa è più diffuso il tipo A e negli Stati Uniti si trovano anche W135 e Y". È importante però evidenziare che recentemente nel nostro paese si è registrato un cambiamento del trend epidemiologico che vede in aumento i casi di infezione da sierotipi W135 e Y.

Le infezioni da meningococco sono spesso asintomatiche o causano un'infiammazione delle alte vie respiratorie; nei casi più gravi però il batterio può portare meningite o sepsi, malattie molto gravi i cui esiti possono anche essere fatali.

I vaccini attualmente a disposizione

Le meningiti da meningococco sono prevenibili con la vaccinazione che, come sottolinea l'Istituto Superiore di Sanità, è ad oggi l'unico strumento di prevenzione efficace. Attualmente sono disponibili tre tipi di vaccini:

  • contro la meningite di tipo C;
  • contro la meningite di tipo B;
  • tetravalente, contro i sierotipi A, C, W135, Y.

I vaccini anti-meningococco sono vaccini raccomandati. Sono tutti inseriti nel Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019, ed è previsto siano offerti gratuitamente a specifiche fasce di popolazione, che sono quelle a maggior rischio di infezione.

Il vaccino contro il meningococco C (MenC)

Il meningococco C è responsabile del 30-50% delle meningiti da meningococco e per questo motivo il Ministero della Salute raccomanda caldamente la vaccinazione (non obbligatoria) per tutti i bambini di età compresa tra 13 e 15 mesi. Il vaccino contro il meningococco C è stato introdotto anche nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) ed è quindi gratuito in tutta Italia. Questo ha consentito di vaccinare sempre più bambini e di avere una significativa riduzione dei casi di meningite C, con il risultato che attualmente il sierotipo B è il più frequente in Italia.

Per gli adolescenti, invece, è indicato il tetravalente ACWY, il cui uso è comunque approvato a partire dai due anni d'età.

Focolaio da meningococco C in Lombardia

Tra dicembre 2019 e gennaio 2020 in provincia di Bergamo sono stati segnalati alcuni casi (anche mortali) di malattia invasiva da meningococco C, motivo per cui l'Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo (ATS) ha avviato una campagna di vaccinazione di massa per offrire gratuitamente la vaccinazione contro il Men C alla popolazione dell'area interessata di età compresa tra gli 11 e i 60 anni.

La vaccinazione contro il meningococco rimane la principale forma di prevenzione contro il meningococco e il modo migliore per circoscriverne e limitarne la circolazione nella popolazione.

Il vaccino tetravalente ACYW135

Nel calendario vaccinale 2017-2019 è indicato come vaccino raccomandato agli adolescenti, sia come completamento della copertura (per chi era già stato vaccinato con Men C), sia come prima immunizzazione per chi non aveva mai fatto il vaccino contro il meningococco C. In questo caso, si può fare già a partire dai due anni.

Il vaccino tetravalente è anche raccomandato per viaggiatori che si recano in paesi dove sono presenti questi sierotipi di meningococco.

Il vaccino contro il meningococco B (Men B)

È una delle grandi novità del Piano vaccinale 2017-2019, che lo prevede per tutti i nuovi nati. Anche in questo caso, si tratta di una vaccinazione caldamente raccomandata ma non obbligatoria. Il Piano di Prevenzione Vaccinale prevede:

  • tre dosi nel primo anno (2 mesi e mezzo, 3 mesi e mezzo, 6 mesi);
  • una quarta dose al 13esimo mese.

Se non avete effettuato nel vostro bimbo la vaccinazione nei primi sei mesi di vita, è possibile utilizzare un ciclo di 3 dosi con le prime due raccomandate rispettivamente al 7° e al 9° mese di vita.

Anche se la somministrazione può essere effettuata simultaneamente ai seguenti vaccini: esavalente, pneumococcico coniugato, morbillo, parotite, rosolia e varicella, il Ministero della Salute raccomanda di effettuare questa vaccinazione in una seduta separata.

Poiché non si hanno ancora dati definitivi sulla durata della protezione, non è escluso che in futuro possa essere necessario introdurre un'ulteriore dose in età prescolare.

Perché i vaccini contro il meningococco B e C rientrano tra le vaccinazioni raccomandate e non tra quelle obbligatorie

La distinzione non ha niente a che fare con criteri di sicurezza o di efficacia, tanto che i vaccini in questione sono caldamente raccomandati e sono offerti dalle regioni in modo attivo (cioè si riceve a casa l'invito a farli) e gratuito (per il Men B la gratuità vale a partire dai nati nel 2017).

Secondo quanto specificato dalla circolare operativa del Ministero della salute sulla legge relativa all'obbligo vaccinale, la non obbligatorietà di queste vaccinazioni (come pure contro pneumococco, rotavirus e HPV) è giustificata con il fatto che prevengono malattie meno frequenti nel nostro paese, o non particolarmente contagiose.

Quanto sono sicuri i vaccini contro il meningococco

I vaccini contro il meningococco sono stati formulati appositamente per i lattanti, ma possono comunque provocare alcuni lievi effetti collaterali. "Gli effetti indesiderati più comuni dei vaccini contro il meningococco C (anche tetravalente) sono rossore, gonfiore, e dolore nel sito di iniezione, che durano 1-2 giorni" spiega Declich. "Le reazioni sistemiche sono più rare e comprendono febbre lieve, sonnolenza, mal di testa, nausea e malessere generale, che si risolvono in 2-3 giorni".

"Per il vaccino contro il meningococco B c'è un maggiore riscontro di febbre, che si verifica circa nel 70-80% dei casi, soprattutto se il vaccino viene fatto in concomitanza con altri".

Infine, va considerato che, come per qualsiasi altra vaccinazione, "anche i vaccini contro il meningococco possono causare convulsioni o reazioni allergiche di varia entità fino allo shock anafilattico, ma sono situazioni estremamente rare". Per capirci meglio, si tratta di reazioni registrate da 1 caso ogni 100 mila a 1 caso ogni milione di dosi somministrate. Si tratta comunque di problemi talmente rari che è molto difficile stabilire se il vaccino ne sia veramente la causa o si tratti invece di una coincidenza.

Chi non deve essere vaccinato

I bambini che in precedenza hanno manifestato ipersensibilità grave (anafilassi) ai principi attivi o a uno dei componenti e degli eccipienti contenuti nel vaccino non devono essere vaccinati.

Fare o non fare i vaccini?

"I vaccini sono farmaci straordinari – dice Silvia Declich – il cui uso ha permesso di ridurre la frequenza di gravissime malattie, se non addirittura l'eradicazione, come è avvenuto per il vaiolo".

È vero che alcune malattie infettive, come la poliomielite o la difterite, sono molto rare o addirittura sono già state eliminate in Italia ed in Europa, grazie a efficaci programmi nazionali di immunizzazione. Tuttavia, queste ed altre malattie prevenibili da vaccino sono ancora presenti, soprattutto in alcune parti del mondo, e i viaggiatori quindi possono infettarsi e importare tali malattie in paesi in cui non sono presenti. Ad esempio, in Spagna, Inghilterra e Belgio sono stati registrati purtroppo casi mortali di difterite in bambini non vaccinati e questo ci dimostra che il batterio circola ancora in Europa.

"Quando i livelli di copertura vaccinale scendono, si verificano focolai epidemici. È per questo che, ancora oggi, si segnalano epidemie di morbillo, parotite, rosolia, in comunità di bambini non vaccinati perché appartenenti a popolazioni difficili da raggiungere o perché i genitori non vogliono vaccinare i propri figli". E prosegue l'esperta: "Non bisogna dimenticare che con le vaccinazioni si ottengono due scopi: da un lato proteggiamo noi stessi da malattie potenzialmente gravi; dall'altro si contribuisce alla cosiddetta "immunità di gregge", che si ottiene quando una percentuale molto elevata della popolazione è vaccinata e protegge la restante parte, grazie alla ridotta circolazione di un agente infettivo". Ciò vale per tutte le malattie prevenibili con i vaccini tranne il tetano, che non è trasmesso da persona a persona. Vaccinarsi è quindi in realtà una scelta importantissima per la protezione individuale ma che ha ricadute anche per l'intera collettività.

"Si deve continuare a vaccinare i nuovi nati, anche se le malattie prevenibili da vaccino sono diventate più rare, perché l'accumulo di suscettibili (cioè persone non vaccinate) causerebbe di nuovo un aumento di casi delle stesse malattie divenute oggi rare o poco frequenti. Se certe malattie sono rare o assenti, non è perché il vaccino è stato usato in passato, ma perché il vaccino continua a essere usato", conclude Silvia Declich.

Revisionato da Francesca De Ruvo

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