Che le vaccinazioni siano utili lo dicono i numeri. Esistono malattie, come il vaiolo, che sono praticamente scomparse dalla faccia della Terra, tanto che non si procede più alla vaccinazione.
È vero peraltro che i vaccini stessi possono causare, in alcuni casi, effetti collaterali gravi, tanto che è previsto uno specifico risarcimento da parte dello Stato in caso di danno da vaccino.
Ecco che cosa bisogna valutare per poi valutare se far vaccinare o meno i propri figli.
Le statistiche sono a favore della vaccinazione
Prendiamo l’esempio del vaccino contro morbillo, parotite e rosolia. Senza vaccino si verificavano ogni anno 1.000 casi di encefalite da morbillo per milione di persone, mentre con il vaccino si verifica solo un caso su un milione, con una riduzione pari al 99,9%. Lo stesso si può dire di altre gravi complicazioni, come la meningite asettica o la trombocitopenia. Le cifre sono riassunte nella tabella più sotto e sono analoghe a quelle che si ottengono facendo lo stesso confronto con altre malattie per le quali esiste una profilassi.
“L’unico effetto collaterale grave dei vaccini che ovviamente non compare se non si vaccina è lo shock anafilattico, cioè una grave forma di allergia che può anche provocare la morte. Accade però in un caso su un milione di vaccinazioni” spiega il prof Nicola Principi, docente di pediatria all'Università statale di Milano.
Più rischi per la maggiore mobilità delle persone
Certo è difficile dire ai genitori dello sfortunato bambino che ha avuto gravi danni da vaccinazione che statisticamente l’insieme dei bambini del Paese ci ha guadagnato: tutti vogliamo il meglio per i nostri figli, innanzitutto.
Anche a livello individuale, però, i rischi a cui esponiamo il nostro piccolo lasciandolo senza protezione sono infinitamente più grandi di quelli a cui lo esponiamo se non lo vacciniamo.
“Ci sono genitori che decidono di non vaccinare il loro figlio contando sulla copertura offerta dalle vaccinazioni degli altri.
A parte le considerazioni etiche legate a questo comportamento, è bene ricordare che con la mobilità attuale è difficile essere sicuri facendo conto sulla collettività: non solo arrivano in Italia persone da Paesi dove la copertura vaccinale è molto inferiore, ma anche i nostri ragazzi oggi viaggiano fin dalla prima adolescenza e possono contrarre all’estero malattie che da noi sembrano un retaggio del passato”.
Vi sono poi infezioni, come quella del morbillo o del tetano, che sono ancora molto comuni in Italia e quindi non vaccinare significa esporre il bambino a un rischio reale e quotidiano.
Malattia |
Vaccino |
Riduzione % |
|
Encefalite |
1.000 da morbillo |
1 |
99,9 |
Trombocitopenia* |
300 da morbillo 300 da rosolia |
30 |
95 |
Meningite asettica |
50.000 da parotite |
1 |
Quasi 100 |
Shock anafilattico |
0 |
1-2 |
-- |
* alterazione della coagulazione da assenza di piastrine nel sangue
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