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Adolescenti italiani: sempre più connessi ma anche più soli

di Federica Baroni - 09.06.2016 - Scrivici

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Fonte: Pixabay
Passano la maggior parte del tempo sui social, sono esposti all'abuso di droga, alcol e tabacco e spesso sono vittima di bullismo e cyberbullismo. E' quanto  emerge dal Rapporto di monitoraggio sull'attuazione della Convenzione dell'Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Dove si rileva anche la scarsa capacità educativa dei genitori.

In questo articolo

Trascorrono le loro giornate con il cellulare in mano (il 92,6%), fanno uso di alcol, tabacco o cannabis (il 63,4%), giocano d'azzardo online (l'11,5%); uno su due ha subito azioni di bullismo o cyberbullismo.

E' il ritratto poco rassicurante degli adolescenti italiani che emerge dal nono Rapporto di monitoraggio sull'attuazione della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza realizzato dal Gruppo Crc.

In Italia vivono quasi 2 milioni e 300 mila adolescenti tra i 14 e i 17 anni. Di questi 186.450 sono stranieri. E secondo il Rapporto le loro giornate sono caratterizzate dall'uso delle nuove tecnologie: cellulare prima di tutto, ma anche computer e televisione.


I social network sono lo strumento più utilizzato per farsi nuove amicizie. "Stando agli ultimi dati ISTAT" si legge nel Rapporto, "quella attuale è la prima generazione di adolescenti cresciuta in una società in cui l’essere connessi rappresenta un dato di fatto, un’esperienza connaturata alla quotidianità”.
Inoltre è emerso che le ragazze fra gli 11 e i 17 anni usano più frequentemente dei coetanei maschi sia il telefono cellulare, sia Internet.

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Tra gli aspetti più preoccupanti sottolineati dal rapporto, l'aumento dell'uso di sostanze psicoattive (droghe, alcol e tabacco). I giovani provano droghe e alcol per curiosità, ma anche e soprattutto per sentirsi accettati dal gruppo.

Un altro dato allarmante è il comportamento sessuale legato ai social network: il sexting (cioè messaggi sessuali mandati attraverso social come WhatsApp).

Questo fenomeno evidenzia "l’incapacità di riconoscere i propri limiti o di opporsi alla pressione sociale: mancano percorsi idonei di educazione all’affettività e alle emozioni".

Tra i problemi rilevati ci sono anche il bullismo e il cyberbullismo: oltre il 50% degli adolescenti ha subito almeno un episodio offensivo non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi.

E addirittura il 19% è vittima assidua, cioè è vittima di bullismo più di una volta al mese. Nel Rapporto si sottolinea anche che “tra i ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 5,9% denuncia di avere subito ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network”. E le ragazze sono le vittime più frequenti di cyberbullismo (7,1% contro il 4,6% dei ragazzi).

Per quel che riguarda la scuola, nel Rapporto si ricorda che l'Italia è tra i Paesi europei con il più alto tasso di dispersione.

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Le maggiori criticità si concentrano nel biennio della scuola secondaria superiore: cioè, i 14-15enni che cercano di transitare dall’istruzione secondaria inferiore (le medie) a quella superiore (licei o istituti tecnici e professionali) ed è in questo passaggio che si registrano i tassi più alti di non ammissione alle classi successive.


Molti dispersi finiscono per rientrare nella categoria dei Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano (not in education, employment or training). L’ISTAT ne ha contati oltre due milioni, circa il 24% dei giovani tra i 15 e i 29 anni; una quota significativamente superiore alla media dell’Unione Europea.

Mancanza di capacità educativa da parte dei genitori

Questa situazione si colloca in un quadro dove gli adulti educatori rivelano una maggiore tolleranza di fronte alle trasgressioni, un’incapacità di porre limiti, fino all’erosione
dell’autorevolezza e dell’autorità
. "I genitori palesano una minore capacità di ascolto e di gestione della quotidianità dei figli adolescenti, e non solo per mancanza di tempo: fanno difetto le conoscenze e la formazione adeguate a sostegno del ruolo genitoriale".
I giovani senza un modello famigliare forte, si trovano a sperimentare nuove solitudini e vengono facilmente influenzati dagli stili di vita proposti dai mass media, da internet e dalla televisione. Modelli che provocano comportamenti a rischio.

"Appare quindi evidente la necessità di politiche adeguate di sostegno al ruolo genitoriale.


Spesso, gli adolescenti concentrano l'attenzione sull'aspetto esteriore, sull'apparire e sull'avere piuttosto che sull'essere, che non è altro che l'indice di una costante necessità di conferme esterne. Genitori e insegnanti in primis, a loro volta, spesso, non sanno semplicemente che cosa fare. Si ricorre sempre di più allo specialista (psichiatra o psicologo) per mere questioni educative o, al contrario, non vi si ricorre tempestivamente anche a fronte di disturbi evidenti".

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Tuttavia esistono anche note positive: la voglia di proteggere la natura, la preoccupazione per il pianeta, un interesse per la lettura maggiore rispetto al resto della popolazione e un impegno nelle attività sportive che vede coinvolti il 67,2% dei ragazzi e il 51,5% delle ragazze tra i 14 e i 17 anni.

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