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Il rispetto delle regole? Si impara con lo sport

di Angela Bisceglia - 29.09.2008 - Scrivici

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Lo sport è una scuola di vita perché insegna ad avere rispetto per sé e per gli altri. Attenzione però: non deve essere vissuto dal bambino come qualcosa di imposto da mamma e papà, ma come un piacevole diversivo.

Imporlo no, proporlo sì “Lo sport è un’occasione che dobbiamo offrire ai nostri figli - sottolinea Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta veneziana -. Essendo venuto meno lo spazio nei cortili, noi genitori dobbiamo metter loro a disposizione dei luoghi dove possano muoversi in libertà. In un’epoca in cui non si hanno molte possibilità di giocare con fratelli, cugini o vicini di casa, mancano infatti al di fuori della scuola, altre occasioni per stare insieme ad altri bambini. Attenzione, però: lo sport non deve essere vissuto come qualcosa di imposto da mamma e papà, ma come un piacevole diversivo. Soltanto la scuola e i compiti a casa sono obbligatori, lo sport è tempo libero e il tempo libero deve essere una scelta, non un dovere".

Lo sport educa alla vita

“Qualunque sport si pone come obiettivo la crescita armonica non solo del fisico, ma anche della personalità dell’individuo, della sua sfera emotiva e sociale - spiega Giuseppe Gangemi, coordinatore della scuola nuoto Fin (Federazione italiana nuoto) del Villaggio dello sport Parco Caserta dio Reggio Calabria. “Praticare uno sport offre al bambino l’opportunità di socializzare con altri coetanei, insegna a ‘lavorare’ insieme per un progetto comune e a rispettare le regole del gioco. Ma insegna anche ad aver rispetto per sé stessi e per gli altri, non sentirsi invincibili di fronte ai compagni solo perché si riesce bene nella pratica sportiva e a non sentirsi degli sconfitti solo perché si è più lenti degli altri”.

Come di dovrebbero comportare i genitori? Dovrebbero "proporre più attività sportive, tra le quali il bambino possa scegliere in libertà quella (o quelle) che più lo attrae - dice la psicologa -. Solitamente in tutte le scuole all’inizio dell’anno vengono proposte delle lezioni di prova gratuite: è bene approfittarne, così il bambino può sperimentare che cosa gli piace di più”.

Il diritto di dire basta “Così come ha il diritto di scegliere l’attività sportiva, il bambino ha diritto di rinunciare a frequentare un corso in qualsiasi momento, senza essere obbligato a continuare fino alla fine dell’anno magari solo perché si è già pagata la retta,” dice la psicologa. Dunque meglio pagare le lezioni ogni mese e verificare in corso d’opera che nostro figlio sia ancora contento di andarci.

Certo, "prima di annullare l’iscrizione è bene parlare con l’istruttore per cercare di capire se ci può essere stato qualche motivo banale e facilmente superabile (magari un piccolo litigio con un compagno) alla base del suo rifiuto - continua Scalari - ma se il bambino si mostra determinato nella sua scelta, non insistere.

Soprattutto se si tratta del periodo della fine dell’anno scolastico: il bambino è già stanco di suo, cerchiamo di capirlo e non di imporgli il saggio di fine anno".

Allo stesso modo, dice la psicologa, "non bisogna fissarsi che una certa attività sarà portata avanti per tutta la vita: è una fantasia dei genitori, che sperano che il loro figlio diventerà un campione in una data disciplina. L’unico risultato che si potrebbe ottenere è di fargli odiare quello sport".

Innanzitutto, un gioco “Lo sport per il bambino deve essere un gioco e niente più - continua Scalari - i genitori non devono riversare su di lui i loro desideri e non devono pretendere che primeggi sui compagni. Devono essere contenti di lui se è bravo, ma anche se non riesce benissimo. Anzi, in questo caso è bene parlare con il proprio figlio per capire se gli insuccessi gli procurano frustrazione, in modo da sostenerlo e decidere eventualmente se vuole smettere".

E conclude: “Lo sport può essere un’ottima occasione di socializzazione anche tra le famiglie: cercare di organizzarsi per accompagnare e andare a prendere a turno i bambini può essere più comodo (i genitori non rischiano di trasformarsi in tassisti a tempo pieno!) e dà vita a nuove amicizie, per i bambini e non solo!”

Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta, socia dell’Istituto Internazionale di Psicologia Sociale analitica è direttore scientifico del sito www.figliadolescenti.it e autrice di numerosi libri, tra cui "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), Casa ed. La Meridiana Molfetta-Bari; "Qui comando io. Come farsi obbedire dai bambini" (2003) Armando ed. Roma.

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