Adolescenti e ansia climatica
Preoccupati, anche arrabbiati. Queste sono alcune delle emozioni che diversi adolescenti provano di fronte ai cambiamenti che minacciano l'ambiente: il loro nome è ansia climatica e per noi adulti è giunto il momento di rifletterci su.
Che la crisi climatica sia un'emergenza globale siamo riusciti a rendercene un po' tutti conto: incendi in Australia, scioglimento dei ghiacci polari e tsunami nel Pacifico preoccupano i più giovani quanto uno smottamento da nubifragio nelle nostre Province o l'erosione delle coste del Belpaese: quando scendono in piazza per chiedere alle istituzioni maggiori azioni sostenibili o quando scioperano perché, se non invertiamo la rotta, il futuro che va in fumo è il loro, i ragazzi ci stanno comunicando piuttosto chiaramente che tra le loro priorità c'è di tornare a una relazione positiva con la natura.
Gli adolescenti di oggi, quelli della generazione z, sono cittadini globali, si muovono per studiare o fare esperienze formative e nessun luogo della Terra è per loro realmente remoto. Ma se una coscienza ambientalista sembra essere la risposta razionale a un problema collettivo, l'ansia climatica rappresenta l'insieme delle risposte emotive che il singolo può attivare per le sorti proprie e del mondo in cui vuole vivere. Ne parliamo con Matteo Innocenti, psichiatra, autore di Ecoansia. I cambiamenti climatici tra attivismo e paura (Erickson, 2022).
In questo articolo
Cos’è l’ansia climatica?
"L'ecoansia rappresenta proprio l'ansia da cambiamento climatico – premette l'autore – e conserva i connotati tipici dell'ansia sia da un punto di vista cognitivo e comportamentale: può causare compromissione cognitiva, cioè non riuscire a pensare bene alle cose, e si manifesta con gli stessi sintomi dell'ansia tout court, ma riferiti all'ambiente.
Rispetto ad altre forme d'ansia, come l'agorafobia o la claustrofobia, dove assistiamo a paure irrazionali, qui ci troviamo di fronte a una paura che ha argomenti razionali e che si caratterizza da diverse componenti come il dolore ecologico o la solastalgia, una forma di nostalgia da contatto con la natura.
Dai nostri studi emerge che gli Under 35 e la popolazione femminile si sentono più toccati dall'ansia climatica e abbiamo approfondito come i giovani ricerchino maggiormente informazione mediatica approfondita navigando in rete e accedendo a fonti in lingua inglese, ad esempio. Queste notizie riguardano direttamente il loro futuro".
Quando compare l’ansia climatica
L'ansia climatica può esordire in concomitanza con un viaggio, ad esempio. "Fenomeni come l'urbanizzazione incidono sulle giovani generazioni perché, al contrario degli adulti, non hanno memoria di come poteva essere un certo habitat in cui la natura era più presente – prosegue Innocenti -. La loro possibilità ampliata di viaggiare, inoltre, permette loro di vedere le conseguenze più estreme della crisi ambientale nel mondo. Questi fattori possono influenzare il loro personale rapporto con la natura".
Ansia climatica: per il proprio futuro o per quello del pianeta?
"I giovani sono preoccupati per il futuro del loro pianeta: va sottolineato che la loro visione è altruistica, globale e questa paura 'evoluzionistica', diciamo, incide sulle emozioni che provano verso il loro personale destino – spiega lo studioso -. Il Covid 19, inoltre, ha esacerbato un contesto in cui i ragazzi si sentono privati di un orizzonte. Là dove siamo sempre stati inclini all'idea di un futuro radioso oggi facciamo i conti con un tempo che appare minaccioso, non soltanto dal punto di vista ambientale. Questo fa sì che incertezza e paura compromettano le basi della costruzione della propria vita in senso classico. L'incertezza ecologica ed economica li portano a temere per il proprio futuro. Nei ragazzi che ascolto nella mia attività registro una voglia di cambiamento, di costruire il futuro in maniera diversa. Parliamo di giovani che arrivano a pensare di non voler fare figli in quanto percepiscono che questa scelta li porti a un'esistenza inquinante, permeata di sensi di colpa".
Adolescenti, ansia climatica e attivismo: esiste un effetto Greta Thunberg?
"Su Greta Thunberg va detto che è in corso un'analisi: è lei che sta decidendo di stare più dietro le quinte affinché la campagna per il clima non sia identificata con le battaglie di questa giovane attivista.
Il rischio di pensare a questi ragazzi come spinti da un moto di ribellione induce a limitare i loro argomenti a una contrapposizione ideologica tra loro e gli adulti. Non dev'essere vista così: occorre mantenere il focus sui temi ambientali che stanno a cuore anche a chi non vive poi il disagio dell'ansia climatica".
Come aiutare i ragazzi che soffrono di ansia climatica?
"Partire dal lavorare sulle emozioni significa tornare a guardare alla componente più ancestrale della nostra esistenza" chiarisce Matteo Innocenti. "Gli aspetti emotivi della nostra vita sono intrisi di natura e di una tendenza al rispetto di essa. Se scegliamo la via delle emozioni, cambiamo l'assetto di molte nostre scelte innescando un moto che ci fa aver bisogno del contatto con la natura. Seguire le emozioni fa bene a tutti, anche da un punto di vista evoluzionistico, perché ci riportano a una dimensione diversa da quella del predominio in cui però stiamo distruggendo la nostra casa".
Alcuni semplici suggerimenti pratici da fare coi ragazzi sono:
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Frequentare luoghi in cui si è immersi nella natura, passeggiare da soli nei boschi, prendersi momenti per vivere e basta, vivere insieme alla natura che c'è intorno a me mi permette di riconoscerla come elemento che esiste e che vive insieme a me. Questo porta a placare alcune forme di paura e panico.
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Il contatto con la natura, inoltre, ci espone ai fitoncidi, sostanze emesse da alcune piante che hanno sul nostro organismo un effetto benefico. Anche dal punto di vista del benessere psicologico. Se l'ansia è eccessiva, però, meglio non essere soli in questi momenti.
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Fare sport in natura: alcune delle attività sportive che faremo in città, ma anche il gioco nel verde, possono tranquillamente essere svolte in un parco o in un bosco. E' la quotidianità che si rinnova nella natura.
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Pet therapy: il contatto con animali può aiutare a ristabilire un rapporto positivo con la natura.
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Fare rete, parlare con qualcuno che prova le stesse sensazioni per condividere impegni e sforzi.
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Impegnarsi in attività che permettano di sentirci utili rispettando l'ambiente.
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Informarsi attraverso Serie Tv, documentari in modo consapevole. Non serve solo guardare per impressionarsi, anzi può essere dannoso. Sarebbe bene accompagnare i ragazzi senza terrorismo che crea rabbia, ma accompagnandoli a una conoscenza più completa, realistica.
L'intervistato
L'intervistato è Matteo Innocenti, psichiatra, autore di Ecoansia. I cambiamenti climatici tra attivismo e paura (Erickson, 2022).